Il fornelletto elettrico
Con la moka per due tazzine
Accanto al pomello dell’acqua fredda
Del lavabo vicino al dopobarba,
Al rasoio, allo shampoo,al dentifricio,
Allo spazzolino ed alla saponetta sul pettine
Traballa in bilico sul vuoto
Trafitto da un raggio di luce perlacea.
Stoviglie metalliche
Sono parcheggiate sopra una mensoletta
In compagnia di spugnette,strofinacci
E di un asciugamano
In prossimità
Della catena dello sciacquone del water,
Sotto la finestrelle
Alle cui grate sono appese
Lenzuola intrecciate
Giace una spartana branda di ferro
Arrugginito
Coperta da un nudo materasso
Ed un guanciale senza federa
E sopra di essa sta seduto un detenuto
In attesa di giudizio
Ignaro del suo capo di imputazione
Che se ne sta lì
Con la faccia grondante sudore
A causa dell’ala estiva
Coperta dalle mani nascoste
Da un fazzoletto di seta.
Sul pavimento
Mutande, canottiere,calzini, ciabatte
E pacchetti di sigarette
Si inseguono in ordine sparso
Mentre i ragni danzano
Nella loro tela
Agli angoli delle pareti
Sotto un soffitto scrostato
Ed umido dal quale
Una malinconica lampadina ad incandescenza
Pencola senza posa.
A capo dello spoglio giaciglio
A ridosso della spalliera di una sedia
Coi bracciuoli scheggiati
Stanno riversi indumenti
Che starebbero meglio in lavanderia.
Dietro la porta della cella
È sistemata una scrivania
Ingombra di fogli di giornale
E materiale di cancelleria
Per scrivere lettere
Che mai nessuno leggerà
A cui è appoggiato un armadietto
Di latta
Tappezzato di cartoline oscene
Dietro il quale sono occultati
Una radiolina transistor
Ed un televidorino a pile
Da cinque pollici
Con antenna telescopica retrattile
Ormai inutile.
È incredibile pensare
A quanta vita possa circolare
In così pochi metri cubi di ossigeno
Consumato
In isolamento
Da un pellegrino forestiero rapido al mondo

(SCUSATE IL DISTURBO ‘2011-Daria Vanoglio Fratus)