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Bergamo in Comune | 25 Aprile 2025

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RIARMO: NESSUNA DIMOSTRAZIONE RAZIONALE

RIARMO: NESSUNA DIMOSTRAZIONE RAZIONALE

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Ci siamo appena occupati dei pagliacci che il MinCulPop mediatico nostrano (che ha dei padroni) precetta per fare finta che siano diventati tragici personaggi politici.

È, però, ora necessario anche vedere cosa fanno e cosa dicono i personaggi politici cosiddetti “seri” e prendiamo come spunto l’ultima intervista rilasciata sabato dalla dottoressa Ursula Albrecht in Von der Layen al maggiore quotidiano nazionale per propagandare il riarmo europeo.

Per analizzare tale intervista una premessa culturale si impone, visto che siamo (o dovremmo essere) esponenti del metodo razionale, metodo sviluppato qui in Occidente e ora estraneo alla emotiva sottocultura mediatica.

Ricordiamo quindi i significati dei concetti di “postulato”, di “tesi” e di “principio di confutazione”.

Un postulato è una supposizione iniziale di cui si ammette la validità senza darne dimostrazione per svilupparne conseguenze logiche; esempio: il punto, la linea ed il piano non si definiscono.

Una tesi è una affermazione logica che si enuncia e si discute per dimostrarne la validità contro altre affermazioni contrarie, partendo da assunti che si suppongono validi fin dall’inizio (postulati); esempio: in un trapezio isoscele le diagonali sono identiche e speculari (vi risparmiamo la dimostrazione).

Il principio di confutazione afferma che una tesi è da considerarsi razionale solo se si espone alla possibilità di essere smentita da esperimenti o confutazioni che potrebbero dimostrarla falsa; esempio, la famosa frase di Einstein: “Nessun numero di esperimenti favorevoli dimostra senza ombra di dubbio che ho ragione; un unico esperimento sfavorevole dimostra che ho sbagliato”.

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Tutta questa menata ve la abbiamo raccontata perché in questa intervista alla signora Ursula Albrecht in Von der Layen non esiste nulla del genere.

Esistono solo delle affermazioni categoriche indimostrate (chiamiamole pure postulati), senza uno straccio di elaborazione logica o di tesi, che eliminano in partenza ogni possibile confutazione.

È così!

E basta!

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Questo viene ad essere in pesante contrasto con la cosiddetta “Cultura Razionale Occidentale” che non è monocratica, ma ammette tutte le possibili conclusioni, una volta che vengano adeguatamente modificati, in funzione del dubbio (o confutazione che dir si voglia), i postulati di partenza o le tesi che ne derivano.

Purtroppo questo schema che, ripetiamo per l’ennesima volta, costituisce la base portante delle culture occidentali, non è molto seguito al giorno d’oggi e la sottocultura mediatica lo sconvolge: non sono più le tesi ed i conseguenti dubbi/confutazioni ad essere importanti, ma alcuni postulati indimostrabili che si sostituiscono alle tesi confutabili e vengono assunti come verità assoluta, più o meno rivelata, e non discutibile.

Da essi non è ammesso che derivino né tesi, né tantomeno dubbi: sono la verità!

Punto.

Esclamativo, perfino.

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Vediamo ora di esaminare l’intervista alla signora e proviamo ad applicare alle sue affermazioni la logica che abbiamo appena descritto.

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Postulato: “L’Europa è sempre stata un progetto di pace e sarà sempre un progetto di pace, ma bisogna essere forti per mantenere la pace”.

Tesi: nessuna, il postulato è totalizzante: “Ipse dixit”!

Confutazione: sembra di leggere un tatuaggio in latino e in caratteri gotici di un saldatore ucraino emigrato in Italia (a cui non passa neanche per l’anticamera del cervello di tornare in patria a combattere e che sicuramente non ha mai sentito parlare di Flavio Vegezio): “si vis pacem para bellum”.

Inoltre non è per nulla veritiero sostenere questa affermazione quando si sta finanziando una guerra esterna.

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Postulato: “Il piano di riarmo, Readiness 2030, è un massiccio piano di investimenti in innovazione e l’Italia ne trarrà un grande beneficio perché ha una base industriale della difesa molto rinomata e forte. È un programma di investimenti che aumenterà la prosperità (sic) e questo va a vantaggio dell’economia e della società italiane, ma anche delle infrastrutture al servizio delle persone, come gli ospedali (sic, di nuovo)”.

Tesì: è così perché lo dico io!

Confutazione: hanno raccontato le stesse storie una trentina di anni fa, quando è stato liquidato lo Stato come pubblico investitore e le aziende di Stato, municipalizzate incluse, sono state privatizzate: il libero mercato arricchirà tutti!

Si tratta solo di imbonizioni da mercato ambulante, vale a dire di esaltazioni di qualità inesistenti o uso di parole altisonanti per dare a intendere cose lontane dal vero.

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Postulato: “Avete giganti dell’aerospazio come Leonardo e imprese navali innovative come Fincantieri (..) creeranno buoni posti di lavoro. E sappiamo che ci sono molte ricadute positive anche nel settore civile.

Tesi: nessuna, il postulato è totalizzante.

Confutazione: magari sarebbe il caso di presentare uno sbilancio tra gli svantaggi per l’economia dovuti all’indebitamento per ottenere i capitali per il riarmo e la creazione di “posti di lavoro” in un unico settore.

Si tratta della stessa operazione fatta una cinquantina di anni fa per presentare il piano nucleare: era stato presentato solo il bilancio, molto favorevole, del periodo di funzionamento di un singolo impianto ed erano stati completamente ignorati i costi finanziari di immobilizzo dei capitali per la costruzione (oltre un decennio) e, soprattutto, i costi successivi di gestione delle scorie e dei materiali contaminati.

Questi ultimi nessuno li sta pubblicando perché sono da paura.

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Postulato: “Quello che abbiamo ora sul tavolo è un accordo storico: fino ad ottocento miliardi di euro. (…) Anche l’Italia ne trarrà un grande beneficio perché attrarrà investimenti. Leonardo ha annunciato una joint venture con Rheinmetall, quindi beneficerà anche degli investimenti tedeschi”.

Tesi: facendo debito comune non sarà solo la Germania che riuscirà a riarmarsi, ma anche tutti coloro che collaboreranno.

Confutazione: nessuna.

Questa volta uno degli scopi principali del riarmo è stato enunciato con chiarezza: fare soldi con le armi.

Ci limitiamo a rimarcare come cica il 30% delle azioni delle fabbriche d’armi fino ad ora citate sia di proprietà di finanziarie di Wall Street: piuttosto chiaro chi riceverà un guadagno dal progetto di riarmo europeo.

Si potrebbe confutare, e pure piuttosto pesantemente, che non vi è alcun discorso sulla redistribuzione di questi utili.

Però, visto che nessuno di noi vuole guadagnare dalle fabbriche di morte, lasciamo perdere che è meglio.

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Postulato: “L’interoperabilità tra le nostre forze armate è assolutamente cruciale. Il modo migliore per costruire una difesa comune è assicurarci di poter lavorare assieme, grazie alla interoperabilità”.

Tesi: costruiamo un potente esercito europeo con armi standardizzate e comando unico.

Confutazione: Chi comanderà questo nuovo esercito europeo?

La signora Ursula Albrecht in Von der Layen si guarda bene dal toccare l’argomento e si ha la pesante impressione che questo esercito sarà sottoposto ad un comando oligarchico e non democratico, oltre ad essere più utilizzato per missioni all’estero di proiezione di potenza e contro i popoli d’Europa in stile rappresaglie e rastrellamenti repubblichini, Bava Beccaris a Milano, repressione del “brigantaggio” meridionale e simili.

Non dimentichiamo la storia italiana: ogni qualvolta una Signoria ha preso il sopravvento su un Comune la prima iniziativa che ha preso è stato il costruire una fortezza con il fronte maggiore (ed i cannoni più grossi) verso la città.

Si vedano esempi come il Castello Sforzesco a Milano, la Fortezza da Basso a Firenze, quella del Priamar a Savona, la Rocca Paolina a Perugia, il Maschio Angioino e il Castel dell’Ovo a Napoli, etc. Per non parlare della fortezza di Massa Marittima, volutamente costruita in modo da tagliare in due il centro abitato.

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Postulato: “Il primo risultato della cosiddetta Coalizione dei Volenterosi è un forte sostegno all’Ucraina nel breve termine, con impegni militari di diversi paesi. Il secondo è che manterremo alta la pressione sulla Russia. Il terzo è rafforzare le forze armate ucraine. Il programma consente (…) gli investimenti nella industria della difesa ucraina. L’Unione Europea si è schierata a favore di Kiev fin dal primo giorno.”.

Tesi: nessuna, anche in questo caso il postulato è totalizzante: “O è così! O è così!”.

Confutazione: E perché mai dovremmo fare la prima cosa? La seconda e la terza?

Perché ci viene detto con il sorrisino suadente sul MinCulPop mediatico?

Ma fino a poco tempo fa non esisteva lo Strumento Europeo per la Pace (EPF)?

Avrebbe dovuto essere “uno strumento volto a consolidare la capacità dell’UE di prevenire i conflitti, costruire e preservare la pace nonché rafforzare la sicurezza e la stabilità internazionali” e, se applicato all’attuale confitto ucraino (e a quello in Medio Oriente), avrebbe dato una enorme credibilità all’Unione (oltre che richiamare investimenti buoni dai Paesi emergenti).

Ma si è preferito ignorare lo Statuto dell’Unione stessa e creare una nuova frontiera di guerra guerreggiata all’interno dell’Europa al cui confronto la vecchia Cortina di Ferro fa veramente ridere più di certi tragici pagliacci.

https://www.consilium.europa.eu/it/policies/european-peace-facility/#:~:text=Lo%20strumento%20europeo%20per%20la%20pace%20%28EPF%29%20%C3%A8,nonch%C3%A9%20rafforzare%20la%20sicurezza%20e%20la%20stabilit%C3%A0%20internazionali.

Ha fatto una brutta fine…

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Postulato; “L’obiettivo di Putin era conquistare Kiev in tre giorni e l’Ucraina in tre settimane. Ha fallito. La resistenza dell’Ucraina e l’incrollabile sostegno internazionale dimostrano che l’aggressore non prevarrà”.

Tesi: guerra fino all’ultimo Ucraino.

Confutazione: il tentativo russo iniziale di disintegrare il regime ucraino al primo colpo non è effettivamente riuscito, però dopo quelli hanno effettuato un cambio di strategia e hanno iniziato una guerra di logoramento durante la quale l’Ucraina viene distrutta e l’Unione Europea, divenuta ostile dal punto di vista di Mosca, si indebolisce ogni giorno che passa.

L’Unione Europea, insieme alla NATO, ha giocato di conserva a questa strategia russa, sperando di riuscire a fare un gioco speculare e di resistere un giorno di più.

Ha fallito.

Ed ora propone di fare lo stesso che ha fatto con l’Ucraina con le Nazioni che la costituiscono.

Noi, anche se non ci siamo tatuati massime sulla pelle, abbiamo la presunzione di conoscere un po’ di lingua latina e qui citiamo Sant’Agostino, di Ippona in Algeria per nascita e di Pavia per adozione: errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Come al solito sono i popoli a pagare le conseguenze quando le strategie politiche sono oligarchiche e, in ultima analisi, sbagliate (per non dire demenziali).

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Postulato: “Gli Stati Uniti sono un nostro partner e alleati da settantacinque anni e sono convinta che questa relazione terrà”.

Tesi: il postulato stesso.

Confutazione: è esattamente così.

Non è che la funzione principale della Unione Europea (e della Banca Centrale Europea) non sia esattamente l’impedire che l’Europa diventi autonoma e giochi in proprio (magari a partire dai propri popoli) sulla scena politica mondiale?

Non è che l’indebitamento e l’impoverimento, conseguenti a questo piano di riarmo, siano esattamente funzionali a questo?

Chissà?

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E finiamola qui, evitando di parlare anche di Groenlandia e della Giorgia.

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Milano, 30.III.2025

Marco Brusa

 

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