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Bergamo in Comune | Dicembre 22, 2024

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PRIMO MAGGIO A GAZA

PRIMO MAGGIO A GAZA

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Oggi, 2 maggio, sui giornali israeliani sono apparsi articoli dal titolo “Netanyahu ci porterà ad una nuova Masada se attacca Rafah. Fermatelo!” con contenuti tipo: «Attaccare Rafah ora è come andarsene a Masada che, come la terza ribellione ebraica di Bar Koseba (il “figlio della menzogna” nella tradizione rabbinica) contro i Romani, è un simbolo della follia suicida e messianica che ha colpito alcune parti del popolo di Israele. In un terribile errore il giovane sionismo li aveva narrati in una falsa aura di santità ed eroismo».

https://www.haaretz.com/opinion/2024-05-01/ty-article-opinion/.premium/netanyahu-is-taking-us-to-masada-with-a-rafah-offensive-stop-him/0000018f-3592-d516-afbf-ffd2a66b0000?utm_source=mailchimp&utm_medium=email&utm_content=author-alert&utm_campaign=Uri+Misgav&utm_term=20240502-00:01

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Il 2 maggio è anche il Giorno della Memoria per le persone uccise a seguito dei tragici eventi accaduti alla Camera del Lavoro nella città di Odessa il 2 maggio 2014.

Noi abbiamo deciso di fare circolare, anche se con un giorno di ritardo, l’appello lanciato dai sindacati dei lavoratori di Gaza.

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Cari compagni nei sindacati dei lavoratori in Europa,

Con il cuore pieno di dolore e di sangue, nei campi profughi, tra le macerie e sulle rovine delle nostre officine, fabbriche e negozi completamente distrutti dall’aggressione “israeliana” con armi di fabbricazione statunitense ed europea, proibite a livello internazionale, rivolgiamo questo nuovo e urgente appello a voi.

Invece di festeggiare insieme il giorno internazionale dei lavoratori, viviamo questo giorno mentre siamo occupati a seppellire decine di coloro che cadono martiri ogni ora, in mezzo a una guerra di sterminio contro il nostro popolo, in cui ogni cosa nel territorio è devastata, dagli ospedali e strutture sanitarie, alle scuole, università, strade, infrastrutture e fabbriche. Neanche i bambini non ancora nati sono risparmiati dai bombardamenti israeliani.

Viviamo il crimine del secolo perpetrato contro di noi, e questa guerra distruttiva e le sue catastrofiche conseguenze sul campo, economiche e di vita quotidiana, ci costringono, come sindacati dei lavoratori e delle professioni a Gaza, ad assumerci grandi responsabilità nel raccogliere le macerie del nostro popolo, medicare le sue ferite e dolori, e il nostro ruolo nel trasmettere l’immagine di questa sofferenza senza precedenti e della catastrofe umanitaria e ambientale. Noi, del nostro popolo, non abbiamo potuto e non possiamo più dissociarci da questa realtà. Abbiamo perso migliaia di lavoratori. Nonostante i nostri sforzi nell’aiutare il nostro popolo con il limitato supporto che riceviamo e nel far sentire alta la voce del nostro popolo nelle sedi internazionali, ci siamo scontrati con silenzio e indifferenza da parte dei sindacati internazionali.

Ad onor del vero va riconosciuto il ruolo importante di alcuni sindacati esteri che hanno guidato localmente le proteste contro la guerra di sterminio sionista su Gaza.

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Cari compagni dei sindacati e delle federazioni dei lavoratori, una serie di temi emersi durante l’aggressione vanno sottolineati. In particolare:

1) La gravità del crimine e dello sterminio commesso contro il nostro popolo e la vera posizione degli Stati Uniti e dell’Europa, favorevoli all’aggressione, devono essere esposti e denunciati dai sindacati e dalle federazioni, così da affrontarli e contrastarli. E’ necessario continuare la protesta, diffonderla e esercitare pressioni per porre fine all’esportazione di armi statunitensi verso l’entità sionista, e per spingere i governi capitalisti ad abbandonare queste posizioni ostili al popolo palestinese.

2) Vanno denunciate le decisioni di licenziare o terminare i contratti di migliaia di dipendenti e lavoratori a Gaza da parte di alcune istituzioni locali, arabe e internazionali, legate alla guerra di sterminio o finalizzata a privare i lavoratori dei loro diritti e indennità, invece di rafforzare il sostegno a questi dipendenti e lavoratori e attuare pacchetti di supporto al posto del licenziamento. Questo argomento deve essere al centro delle vostre preoccupazioni e lotte.

3) Va denunciato l’atteggiamento remissivo dei sindacati internazionali, inclusa l’Internazionale dei Lavoratori, che si è distinta per posizioni leggere e dichiarazioni di facciata, senza azioni concrete sul campo mirate a pressare i decisori politici e a fermare la guerra di sterminio. Le attività sindacali si sono limitate alle conferenze e alle dichiarazioni, senza approfondire la questione del soccorso o influenzare l’opinione pubblica internazionale per denunciare la vera natura criminale del sionismo e le pratiche dei paesi alleati. Questo problema deve essere affrontato con l’adozione di una posizione efficace e decisa, che si imponga a livello internazionale. Tra le azioni necessarie c’è la lotta per vietare ai sindacati dei lavoratori di tutto il mondo di collaborare con l’entità sionista, considerandola complice nella guerra di sterminio.

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In particolare, chiediamo ai sindacati di tutto il mondo, e specialmente a quelli attivi in Europa e negli Stati Uniti, di prendere la decisione di boicottare l’attività economica per protesta contro il loro ruolo nella guerra di sterminio. L’ impatto che i sindacati possono avere negli Stati Uniti e in Europa è significativo, e dovrebbe essere tradotto in un forte supporto sul fronte umanitario per centinaia di migliaia di famiglie di lavoratori, che hanno perso le loro case o le loro fonti di sostentamento, contribuendo a progetti e fondi di assistenza per i lavoratori e assicurando loro sicurezza finanziaria temporanea, in coordinamento con i sindacati palestinesi e l’Internazionale dei Lavoratori, per alleviare la sofferenza di centinaia di migliaia di nostri cittadini.

Cari compagni, vi esortiamo ad essere la nostra voce, la nostra arma e le nostre voci in tutte le capitali del mondo. Ciò che il nostro popolo e i lavoratori, in particolare, subiscono è la peggiore catastrofe conosciuta dall’umanità nel XXI secolo. Questo vi addossa la responsabilità di far sentire la nostra voce e la voce dei nostri operai affamati a tutti, non solo ai vostri popoli e governi, ma al mondo intero. C’è una nazione sotto il fuoco di ogni tipo di munizioni, ma è determinata a vivere e a resistere, e a ricostruire la desolazione che si è creata con la sua pelle, il suo sangue e i suoi sacrifici.

Grazie per i vostri sforzi e buona Festa del Lavoro.

Sicuramente, porteremo il vessillo della vittoria nonostante il massacro e la distruzione.

Dai vostri compagni, i sindacati dei lavoratori e delle professioni nella Striscia di Gaza,

Bashir Al-Sisi, Membro della Segreteria Generale dell’Unione Generale dei Lavoratori Palestinesi – Città di Gaza.

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