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PAGLIACCI PER TRAGEDIE ANNUNCIATE
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Uno dei fenomeni più interessanti della crisi dell’Europa occidentale, che è principalmente crisi culturale e solo in conseguenza a questo anche crisi politica, è la sempre più frequente presenza di veri e propri attori comici che vengono precettati a fare finta di essere diventati personaggi della politica.
Abbiamo cominciato una qualche decina di anni fa con personaggi dello spettacolo che diventavano “onorevoli” e siamo arrivati all’oggi in cui comici (attori o veri e propri pagliacci) diventano capi riconosciuti di movimenti politici, presidenti a vita di Stati in guerra, organizzatori di manifestazioni per il riarmo, etc. etc.
Quando una nota porno-attrice era diventata “onorevole” abbiamo dovuto riconoscere che la faccenda aveva divertito, anche perché era un po’ avanti negli anni e non appariva più essere una “bomba sexy”, ma sembrava una simpatica zia non ancora vecchia, ma sicuramente non più giovanissima.
Poi c’è stata l’invasione dei cantanti di destra, di sinistra, di sopra, di sotto, etc. e nessuno di costoro ha lasciato tracce durature, solo il chiasso che il sistema mediatico ha fatto circa la loro candidatura, la loro elezione e, di tanto in tanto, circa una qualche loro dichiarazione ad effetto completamente priva di sostanza.
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Quando, una dozzina di anni fa, un comico sulla via del tramonto si è presentato sulle piazze d’Italia a tenere comizi per un nuovo movimento “spontaneo”, siamo andati anche noi a vedere cosa fosse quella novità e siamo rimasti stupefatti a vedere che il palco era un palco nuovo da concerto con montatori ed elettricisti professionisti.
Non era di sicuro quanto eravamo abituati a vedere in caso di una iniziativa autenticamente “spontanea” che parte dal basso, vale a dire: palco messo insieme con assi di legno e tubi innocenti, cavi elettrici risalenti ai tempi della elettrificazione delle campagne, pure lerci per essere stati calpestati centinaia di volte, tastiere, “consolle” e mixer con quasi la metà dei tasti non più funzionanti, e via discorrendo.
Il palco nuovissimo e professionale è stato un chiaro indicatore che si trattava di una iniziativa con finanziatori affidata ad un attore comico sulla strada del tramonto messo sotto contratto a cui venivano assicurati un’altra decina d’anni da “primadonna” ed i relativi guadagni.
Dopo un qualche tempo si è avuta conferma che quel “movimento” era davvero un “partito azienda” con tanto di padrone, esperto di pubblicità e di comunicazione di massa, che si era reso conto che, se si fosse presentato lui in prima persona, avrebbe fatto solo ridere; meglio, molto meglio, affidarsi ad un professionista della risata, restare dietro le quinte a dare istruzioni e lasciare il dubbio in perfetto stile “atomica israeliana”: ma ce l’hanno, o non ce l’hanno? Ma è il comico che comanda, o no?
Diciamo che in questo caso non si è trattato di tragedia, ma di farsa.
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Diverso il discorso quando “altri”, cioè un miscuglio di oligarchi (quelli veri), di finanziarie (quelle vere) e di multinazionali (quelle vere anche loro), hanno deciso di scopiazzare l’originale italiano [che le idee italiane vengano scopiazzate è una regola diffusa, basta pensare al sistema delle partecipazioni statali organizzato da De Gasperi e Togliatti che oggi ispira la Cina, la Russia e, più in generale, i principali tra i BRICS (e noi ci abbiamo rinunciato perché “ce lo chiede l’Europa”…)] e hanno deciso di prendere un comico, di fargli fare discorsi di pace degni dell’AntiCristo (quello che ingannerà un terzo della umanità), di farlo eleggere presidente al posto di un noto neo-nazista (che si è ritirato senza discutere) di uno Stato da anni in guerra civile e di fargli fare una provocazione dietro l’altra alla superpotenza atomica confinante (provocazioni militari vere, non solo a parole).
Ci sembra che nella lingua italiana questo si chiami: “andarsele a cercare”.
Ed è andata proprio così: ora non è più possibile, in economia e in politica, parlare di Europa dall’Atlantico al Caucaso e agli Urali, come la definizione geografica continua ancora ad essere.
La guerra in Ucraina ha svolto la funzione di rompere la possibile unità economica europea, Mosca inclusa, che si andava delineando e, in questo, ha avuto pieno successo.
L’utilizzo di un comico in questo caso non è stato farsa, è stato tragedia.
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Ora assistiamo ad un ulteriore attore comico e ad uno scrittore di satira comica che inneggiano al riarmo europeo e che organizzano manifestazioni “oceaniche” in favore di questo.
La prima iniziativa è stata un flop, vale a dire una farsa, ma abbiamo una grande paura che costoro o, meglio, i loro manipolatori continueranno ad usare sia loro che altri pagliacci.
In questo caso, è solo questione di tempo, ma non sarà più farsa, sarà tragedia.
E ci riguarderà direttamente.
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Concludiamo ricordando che, non avendo quasi mai fatto studi classici, coloro che organizzano queste manipolazioni collettive prendono, più o meno inconsciamente, ispirazione dalle loro letture che, quando si tratta di USAmericani, è molto facile si tratti di soli fumetti.
È poco noto, ma vero, che i cacciabombardieri “Phantom I”, della guerra di Corea, e “Phantom II”, del Vietnam, in italiano dovrebbero essere tradotti con “Uomo Mascherato”, dal momento che prendono il nome da quel personaggio dei fumetti dagli anni ’30 che rappresentava l’inconscio coloniale dell’uomo bianco dell’epoca: “The Phantom”, ovvero “L’Uomo Mascherato”.
I “Phantom I” sono stati i primi aerei a reazione USA in grado di battersi (quasi) alla pari con i MiG15 nei cieli di Corea ed il loro nome ufficiale “McDonnell FH-1” è divenuto presto “The Phantom”.
I nostri comici attuali prestati alla politica non hanno alcuna possibilità di essere equiparati ad un eroe, anche se dei soli fumetti, tutto sommato positivo, le cui azioni, sia pure colonialiste, erano dedite a fare trionfare il bene sul male e a difendere gli oppressi.
Un altro personaggio ha ispirato i loro manipolatori e costui potrebbe benissimo essere “The Joker”, super criminale che appare nei fumetti di Batman, super eroe con una vena di oscuro mistero.
Ottimo quindi per ispirare brutte cose nei tempi attuali.
“The Joker” è una mente criminale pura ed è uno psicopatico con un senso dell’umorismo sadico e distorto, dalle cupe e misteriose origini, privo di superpoteri che utilizza la sua conoscenza dell’ingegneria e della chimica per sviluppare veleni ed armi letali.
Esattamente quanto vanno facendo e chiedendo gli ultimi comici precettati alla politica…
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Dopo questo racconto “comics” vediamo di esaminare seriamente quali possono essere i motivi razionali di questo proposto/imposto con decisione riarmo europeo.
Da escludere da subito alcune teorizzazioni che sostengono che i governanti dei Paesi dell’Unione Europea sono degli “idioti” (sic) che hanno perso il lume della ragione.
“Idioti” nel senso più ampio del termine possono anche esserlo, né più, né meno di come lo sono stati i capi nazionalsocialisti o i repubblichini (nessuno di loro era propriamente “normale”), ma nelle loro azioni sono orrendamente lucidi e razionali (come lo sono stati, per l’appunto, i capi nazionalsocialisti o i repubblichini).
Quindi rimangono due interpretazioni.
La prima la siamo andati a leggere nientepopò di meno che su siti di Hezbollah, notoriamente legata alla Repubblica Islamica Iraniana, i quali sostengono che Donaldo non voglia per nulla la pace e che stia semplicemente riorganizzando l’impero USA.
In conseguenza di questo ha ordinato ai propri agenti nell’Unione Europea di aumentare la spesa per la difesa e di riarmarsi per potere affrontare la Russia senza avere necessariamente il supporto degli Stati Uniti.
Questo riarmo europeo servirà ad alleggerire gli impegni degli Stati Uniti, consentendo loro di concentrarsi sull’Asia occidentale e orientale, in particolare sull’Iran e sulla Cina.
Noi ci permettiamo di aggiungere che nessuna delle finanziarie o delle multinazionali USA ha spostato di un millimetro la propria posizione economica e di potere con l’elezione di Donaldo, mentre i vari “liberals” sono praticamente scomparsi letteralmente dalla mattina alla sera.
Oltre a questo ottocento miliardi di debito pubblico per il riarmo bisognerà bene che qualcuno li tiri fuori, qualcuno si indebita, ma qualchedun altro i soldi li presta e, sicuramente, non a tasso zero.
Chi sarà mai questo “qualchedun altro”?
Provateci un po’ a pensare…
Magari le finanziarie atlantiche, BlackRock, Goldman & Sachs, JPMorgan Chase, etc.
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Quindi con questo riarmo costoro si prenderebbero tutto il debito europeo e lo terrebbero stretto esattamente come uno strozzino tiene per la cravatta il debitore.
Inoltre guadagnerebbero pure sulla fabbricazione delle armi, visto che detengono circa un terzo delle azioni dei produttori di armi europei.
Uno schema semplice e diabolico al tempo stesso, veramente degno di un “Joker”.
Diciamo che anche noi propendiamo per questa ipotesi.
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https://t.me/RezistanceTrench1/19255
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Un’altra ipotesi è quella riportata dal giornale Asia Times di Hong Kong secondo la quale la Germania si sta rivoltando contro l’America ed il mediocre vincitore delle ultime elezioni tedesche, dotato del carisma di un impiegato amministrativo, sta togliendo limiti al debito allo scopo di sfidare gli Stati Uniti.
Quanto si sta facendo con mezzi costituzionalmente discutibili è il cambiare la costituzione tedesca, che prevede un limite massimo rigoroso per il nuovo debito, e, con trucchi antidemocratici, l’abolire di fatto il tetto del debito, che è sempre stato un punto fermo nella politica economica tedesca e della Unione Europea.
Questo per realizzare una guerra senza fine in Ucraina.
Invece di cercare di raggiungere un accordo con l’amministrazione Trump, secondo questa ipotesi, ora si vuole costruire un contrappeso europeo agli Stati Uniti, una sorta di Napoleone 2.0, ma come farsa.
La Francia rinominerà le sue forze armate come “europee” e in realtà, forte dei propri armamenti nucleari, ne manterrà il comando mentre la Germania pagherà e tornerà ad essere un protettorato francese: la vecchia Confederazione del Reno.
È da dire che questa posizione viene espressa da un neo-deputato di Alternative for Germany (AfD)…
Ha tutto l’aspetto di essere più un tentativo di confondere le acque dal momento che il neo-cancelliere tedesco è un uomo da sempre legato alle finanziarie atlantiche, alla BlacRock in particolare, ed è il mentore della attuale presidentessa della Commissione Europea.
Inoltre l’asse politico europeo si sta spostando dall’asse Francia-Germania a quello Francia-Germania-Polonia e non è minimamente credibile che la Polonia, e tutti gli altri Baltici, facciano qualcosa che non sia pienamente gradito a Donaldo.
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https://asiatimes.com/2025/03/germany-turns-against-america/#
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Ne consegue che propendiamo decisamente per la analisi politica effettuata da Hezbollah/Iran, vale a dire dai Persiani (che non sono mai da sottovalutare, come invece fanno i vari Marco Licinio Crasso dei giorni nostri – che tempi! – In ogni modo sia chiaro che noi saremmo stati con Caio Giulio Cesare): Donaldo sta riorganizzando l’impero USA e si libera di un possibile rivale, l’Europa in quanto tale, imponendogli tramite i propri agenti di svenarsi in un riarmo forzato i cui utili sono (non guasta di sicuro) destinati a finire nelle tasche dei padroni dello stesso Donaldo.
Una volta una metafora allegorica era l’espressione “il nostro agente all’Avana (o a Mosca)”.
Oggi si deve parlare dei “loro agenti a Bruxelles, a Francoforte, a Parigi, a Berlino, etc.”.
E aggiungiamo pure che non riusciamo proprio a vedere alcun “Annibale alle porte”.
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Bergamo, 23.III,2025
Marco Brusa
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P.S.: Lo sapevate che il governo italiano è molto attivo proprio a sud di Annibale?
Date una occhiata a questo articolo di una rivista militare dell’Unione Europea che parla in chiaro del “ruolo strategico dell’Italia nel Sahel: sfide e opportunità dopo il ritiro francese”.
l’Italia rimane l’unico Paese europeo con una presenza significativa nell’area sub-sahariana l’Africa, con diverse missioni volte a garantire la sicurezza, combattere il terrorismo, e sostenere la stabilità della regione.
Queste missioni vedono Roma impegnata in Niger, Ciad, Gibuti, Somalia e Golfo di Guinea…
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https://www.startinsight.eu/en/italys-strategic-role-in-the-sahel-challenges-and-opportunities-after-the-french-withdrawal/
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