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NUOVA PUNTATA DELLA TELENOVELA PALAZZETTO DELLO SPORT
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Ed ecco che i nostri eroi, assessori ed amici, varano una nuova puntata della infinita vicenda palazzetto dello sport.
Nelle puntate precedenti:
Per fare posto a un bar-ristorante nell’Accademia Carrara si è ridotta l’esposizione dell’immenso patrimonio artistico della città (con le conseguenti polemiche e strascico di dimissioni), secondo il ben noto detto latino: ubi minor, major cessat…
Ma non avrebbe dovuto essere il contrario: ubi major, minor cessat?
Nelle attuali amministrazioni bergamasche sono gente pratica, la cultura è una perdita di tempo e il latino non si studia, è roba da vecchi barbogi, non da gente dello spettacolo, del commercio e della “bergamaschicità”.
Che diamine!
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L’assessore ha la soluzione: ampliare l’esposizione dell’arte classica negli spazi della GAMEC, sino ad allora dedicati, senza contestazioni di rilievo, all’arte contemporanea.
E la GAMEC dove andrà?
Ne facciamo tutto un falò e non ci pensiamo più?
Soluzione sempre possibile, esistono serissimi critici d’arte che, sempre in piena serietà, sostengono che l’arte è finita con “La Liberté guidant le peuple” di Delacroix (che vi si è pure raffigurato con lo schioppo in mano); i Macchiaioli, Hayez e simili sarebbero solo gli ultimi bagliori di un crepuscolo e l’arte moderna sarebbe solo roba per spennare i polli, gonzi danarosi, o per dare a tutti i fessi un quarto d’ora di notorietà, come sosteneva quel figlio del suo tempo che è stato Andy Warhol.
Lasciamo perdere, come critici d’arte facciamo un po’ schifo (o forse abbiamo capito tutto, lasciamo in sospeso la questione).
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Torniamo alla domanda: e la GAMEC dove andrà?
Semplice!
Si fa per dire…
Verrà trasferita nel palazzetto dello sport, che ha il lieve difetto di essere edificato sopra l’alveo del fiume Morla che, tanto per rendere ben nota la sua opinione su tutto questo ambaradam, ha pure fatto il dispetto di esondare proprio durante i lavori di ristrutturazione.
E lasciamo perdere il costo di questo discutibile intervento.
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E il palazzetto e le attività sportive?
Non c’è problema una bella trasformazione urbana dell’area ex OTE (dietro il cimitero) e così come standard gli investitori privati (che dicono di metterci i soldi, anche se a volte li sperperano proprio) ci regalano un nuovo meraviglioso palazzetto dello sport.
Però, visto che ne avranno parte della disponibilità, lo dimensionano sulle loro necessità (ChorusLife Arena può ospitare fino a 6.500 spettatori) che non sono possibili da gestire economicamente per le piccole società sportive che pure dovrebbero utilizzarlo.
E l’assessore accetta!
Ma ci si consola: non costerà nulla ai cittadini di Bergamo….
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Ma le piccole società sportive, per non fallire con i costi (affitto, riscaldamento e pulizie) di una struttura sovradimensionata, si rifiutano di svolgere lì le loro attività.
Inoltre, i costi dell’operazione edilizia sfondano (meglio dei Russi in Ucraina e come i Turchi in Siria) il budget, e non di poco…
A riprova delle capacità imprenditoriali della combriccola proponente che sembra cavarsela peggio con i bilanci che non con la cultura, da loro considerata, ripetiamo, solo una perdita di tempo.
E il Comune di Bergamo allora si spreme le meningi e medita una soluzione.
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Ed ecco l’assessore che, con un’ulteriore capriola, mette nel mirino il Palatenda.
Una struttura nata temporanea per spettacoli e comperata dal Sindaco di oltre venti anni fa da Venezia, dove era stata messa in opera in attesa dei restauri del teatro La Fenice andato distrutto in un incendio, e, una volta rimontata a Bergamo, risultata totalmente inadeguata dal punto di vista strutturale ed acustico, nonostante il molto più che ottimo direttore artistico che l’aveva presa in carico
Struttura completamente rinnovata quindici anni fa con un enorme esborso di denaro pubblico che si è sommato a quello dello sciagurato acquisto.
Quindi l’assessore modifica la convenzione con gli imprenditori (che nel frattempo hanno litigato tra loro imputandosi a vicenda la lievitazione dei costi dell’operazione CorusLife) cedendo loro molti dei diritti d’uso della Arena che quindi diventa di fatto una struttura praticamente privatizzata.
Le attività sportive saranno trasferite al Palatenda che è previsto essere demolito e ricostruito.
A questo punto uno si domanda cosa ci hanno guadagnato i cittadini di Bergamo da questa operazione di riqualificazione, o per usare termini desueti da questa operazione speculativa?
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