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Bergamo in Comune | Novembre 21, 2024

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MIGRANTI: NON ESISTE SOLO L’ULTIMA TAPPA

MIGRANTI: NON ESISTE SOLO L’ULTIMA TAPPA

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Vi proponiamo un dibattito che si è svolto questa settimana sui social e che, partendo dalle posizioni della signora Lafontaine meglio nota come Sahra Wagenknecht, ha constatato come nella cosiddetta “sinistra” si parli sempre solo dell’ultima tappa di queste migrazioni, vale a dire dell’attraversamento del Mare Mediterraneo.

Risultano essere argomenti “tabù” le altre rotte, se possibile ancora più letali, quale quella del Mar Rosso e, soprattutto, le cause di queste migrazioni.

Cause che possono essere solo economiche e geopolitiche e che il cosiddetto “politicamente corretto” di una certa “sinistra” (o autodefinentesi tale) ormai è chiaro che rifiuta di prendere in considerazione.

Però, “natura horror vacui”, la natura ha orrore del vuoto, e stiamo assistendo ad uno dei tanti “scavalcamenti a sinistra” che storicamente personaggi totalmente imprevisti attuano nei confronti di quelle forze che spostano decisamente il proprio timone verso il “centro”; nella situazione odierna verso la guerra ed i relativi crediti.

Nel caso particolare è Francesco che ha preso posizioni, in particolare con il suo ultimo viaggio quasi totalmente ignorato dal MinculPop mediatico, sul furto delle risorse del Pianeta e sulla salvaguardia della “Casa comune” da considerare, da analizzare e magari da fare in buona parte proprie.

Sicuramente molto più di qualsiasi discorso sul “centro-sinistra italico”, o “campo largo” che dir si voglia.

Per quanto riguarda la signora Sahra Wagenknecht Lafontaine possiamo solo dire che la stiamo leggendo con interesse e, al contrario di quanto facciamo con Francesco, sospendendo per ora ogni valutazione.

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Prima di proporvi il dibattito, segnaliamo alcuni eventi avvenuti negli ultimissimi giorni relativi alle migrazioni.

Per nulla gradevoli…

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https://t.me/GeoPWatch/5596

La milizia degli Amhara “Fano” ha catturato Gondar sul lago Tana nel nord, una delle città più grandi dell’Etiopia.

I video online mostrano i miliziani “Fano” che camminano incontrastati per le strade di Gondar.

Gondar è una città di circa 450.000 persone e la sua perdita è un grave colpo per il governo etiope.

L’Etiopia è filocinese e si sta espandendo nel nord della Somalia, questo evento ha tutto l’aspetto di un contrattacco occidentale.

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Il Muro di Berlino è caduto oltre trenta anni fa, ma evidentemente ha figliato in tutto il mondo.

https://t.me/Middle_East_Spectator/8991

L’Iran ha iniziato la costruzione di un enorme muro di cemento lungo una sezione del suo confine con l’Afghanistan; il muro sarà alto più di quattro metri e costerà oltre tre miliardi di dollari USA.

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https://t.me/Middle_East_Spectator/9007

Il governatore di Teheran ha annunciato che ai migranti clandestini saranno negati servizi e assistenza.

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Bergamo, 18.IX.2024

Marco Brusa

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Tratto dal social del compagno Franco Ferrari che fa sempre analisi molto interessanti.

Mio parere personale è che la posizione sui migranti di Sarah Wagenknecht è speculare a quella destra e quindi inaccettabile.

Diffiderei da una forza politica così e dalla personalizzazione della politica che sta dietro a un partito che porta il nome e il cognome della sua leader.

Se fossi cittadino tedesco io continuerei a votare la Linke.

Marco Sironi

16.IX.2024

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Il quotidiano tedesco Der Tagesspiegel ha pubblicato sabato un’intervista di due pagine a Sahra Wagenknecht, la quale ripropone gran parte delle sue tesi politiche.

Sull’immigrazione sostiene una visione restrittiva legata alle condizioni sociali (ad esempio il fatto che già ora manchino 700.000 appartamenti in Germania) non alla difesa etnica della Germania. Salvaguardato il diritto d’asilo andrebbe lanciato chiaramente il segnale che non tutti possono andare in Germania.

Distingue tra immigrati che si sono integrati e quelli invece che mantengono concezioni non integrate (tipicamente islamisti) che possono anche essere rimandati ai paesi di provenienza e propone di cessare le sanzioni alla Siria e favorirne la ricostruzione.

Dichiara di non volere usare il termine “sinistra” anche se gli obiettivi sociali che propone sono quelli che erano propri della sinistra.

Prende le distanze da affermazioni fatte da lei negli anni ’90 sulla Germania dell’est ed è un po’ circospetta, se non ambigua, su Marx e il comunismo.

Sue frasi vengono rilanciate in Germania dalla stampa anticomunista e in Italia da quelli che la rappresentano come l’ultimo baluardo del nazional-comunismo di impronta staliniana.

La Wagenknecht non rinnega quello che ha detto o scritto, ma considera che quei concetti non esprimano più il suo pensiero perché nel tempo si cambia.

Parla di “assegno di cittadinanza” mantenendo però il principio della garanzia di un posto di lavoro come prima necessità.

Quindi strumento di salvaguardia per chi non può lavorare non propriamente “reddito universale di base” che nella Linke è stato sostenuto da Katja Kipping ma non da tutti.

Sull’Ucraina rilancia la posizione trattativista come unica possibilità concreta di mettere fine alla guerra. Ipotizza un referendum (garantito dall’Onu) tra la popolazione del Donbass e della Crimea per decidere dove vogliono vivere.

Un’idea che è stata avanzata anche da Manon Aubry qualche tempo fa, ma non so se è visione personale o politica ufficiale de La France Insoumise, e stamattina pure da D’Alema nell’intervista al Corriere della Sera.

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Inviato da Marco Sironi

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La questione dell’accoglienza ai migranti non può essere separata da quella della necessità (per non dire obbligo) della emigrazione in conseguenza di guerra o di sfruttamento coloniale delle risorse del paese di origine.

Sarà interessante a questo proposito osservare cosa avviene nell’Africa sub-sahariana in conseguenza del deciso intervento politico cinese (e militare russo) di cui da noi nessuno, o quasi, si sta ufficialmente interessando.

Però la recentissima dichiarazione di ostilità dell’Egitto nei confronti della filo-cinese Etiopia (oltre che la sanguinosa e sanguinaria guerriglia “marxista” del Fronte di Liberazione del Tigrè e gli eventi del Sudan) costituiscono un esempio delle contromosse occidentali in zone ricche di materie prime da cui si origina la parte più debole delle migrazioni attuali.

Fino ad ora si è sempre voluto vedere solo l’ultima tappa di questi fenomeni, mentre è ora di inquadrarli negli eventi maggiori, senza fare affermazioni categoriche di “principio” che lasciano intatto lo “status quo ante” e che non portano a nulla.

Questo inquadramento più ampio, tra l’altro, Francesco lo sta già facendo con buoni risultati, soprattutto nel sud-est del mondo, e con una notevole censura da parte del MinCulPop occidentale.

Sull’argomento migranti è ora di fare discorsi più approfonditi di quelli svolti fino ad ora.

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Marco Brusa

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Questo certamente.

E dire cose anche sgradite a certa sinistra radicale main stream.

Accanto al diritto a migrare per migliorare la propria situazione ci dev’essere pure quello di poterci provare a casa propria senza fuggire lontano.

Per me che sono pigra e povera è bello avere il mondo sottocasa, però per quel mondo sarebbe stato a volte meglio realizzarsi lontano dalle mie strade con libertà, dignità e sicurezza.

Si parla delle migrazioni come di un qualcosa di inevitabile.

In una certa misura è.

Ma non del tutto.

La lega è stata messa in croce per l’aiutiamoli a casa loro.

Il fatto è che in via di principio ha senso la cosa purché lo si faccia veramente e non come vorrebbero farlo le destre.

C’è che quasi niente è ancora decolonizzato in Africa per esempio.

Smetterla col dumping economico e col sostegno a cani da guardia corrotti e intercambiabili bisogna.

E basta rubare.

La gente sulle navi e sui barconi va sicuramente soccorsa e salvata, ma le navi e i barconi sono la prova di un sistema sbagliato e criminale.

Se c’è uno sul gommone nel Mediterraneo, Salvini o non Salvini, come persone e rivoluzionari abbiamo già perso.

Sono fattori di reazione e di fuga e non di propulsione quelle vite strumentalizzate(a destra e a sinistra)e rubate alla loro dignità.

C’è un oceano di sopraffazione, plagio e inganno prima delle fughe verso l’ignoto di questi profeti di ingiustizia.

Che poi non son buoni per definizione.

Non sono né migliori né peggiori di noi.

Solo in una posizione giocoforza diversa.

Non esiste il buon selvaggio.

Bisogna dirlo anche a sinistra.

Se un nordafricano musulmano, per esempio, picchia abitualmente la moglie per me è un delinquente e basta e non un poveretto da compatire in virtù di una supposta eccezione culturale.

Se non abbiamo il coraggio di guardare in faccia la realtà perché accecati dai filtri dell’ideologia e dalla nostra stessa propaganda con cui ci intossichiamo e ottundiamo saremo sempre costretti a soccombere con disonore.

Ce ne sarebbero ancora tante di considerazioni da fare ma sono andati già lunga.

Sennò faccio quello che rimprovero agli altri.

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Daria Fratus

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