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LUPA VESTITA DA AGNELLO
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Così sostiene Tehran Times a proposito di Kamala Harris
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Trovare nelle cronache, antiche e moderne, notizie di bambini che crescono allo stato selvaggio, o che vengono addirittura allevati da lupi, non costituisce una impresa difficile.
Ancora negli anni ’50 in un’isola irlandese sulla costa atlantica si sa che non è stato possibile recuperare i figli dell’unica coppia residente che, essendo morti i genitori, sono andati “a crescere con i conigli” nascondendosi in chissà quali anfratti e rendendo inutile ogni ricerca.
Se ne ignora la sorte, che comunque non deve essere durata a lungo.
Sono relativamente frequenti in Siberia i racconti di bambini che si perdono in estate nei boschi, che vengono ritrovati giorni e giorni dopo in buona salute e che raccontano di essere stati insieme ad alcuni “bei cagnoni” che li hanno pure allattati.
Evidentemente i “bei cagnoni” non erano affamati, in inverno la faccenda avrebbe preso tutta un’altra piega.
È dai tempi di Romolo e Remo che le varie mitologie/cronache riportano queste storie di infanti allevati da una lupa (la parola latina “lupa” ha anche un altro significato, ma cerchiamo di non essere troppo prosaici) e ne forniamo un breve ed incompleto elenco:
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Il cosiddetto “Juvenis Ovinus Hibernus” secondo la classificazione di Linneo, trovato in Irlanda e descritto da Nicolaes Pietersz “Tulp”, medico quattro volte Borgomastro di Amsterdam nel XVII Secolo.
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Il bambino-lupo di Hesse – Classificato come “Juvenis Lupinus Hessensis” da Linneo. Nel 1334, un bambino di circa sette anni, rapito dai lupi, viene ritrovato in Germania. I lupi l’avevano protetto dall’inverno ricoprendolo di fogliame e accovacciandosi vicino a lui, all’interno della tana. Questa storia, divulgata dal naturalista Linneo, è stata poi ripresa anche dal filosofo francese Jean Jaques Rousseau.
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Il bambino-lupo di Wetteravie – Un altro bambino-lupo di 12 anni, viene catturato negli stessi anni in Germania, ma si lascia morire di fame.
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Il cosiddetto “Juvenis Ursinus Lithuanus” secondo la classificazione di Linneo.
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Marie-Angélique-Memmie le Blanc – Classificata come “Puella Campanica” da Linneo. Originaria della Nazione dei Renards, tribù di pellerossa dell’odierno Wisconsin, all’epoca estrema propaggine settentrionale della Luisiana francese, venduta giovanissima come schiava ad una nobile che la porta in Francia, fuggita e vissuta per dieci anni allo stato selvatico nei boschi della Provenza tra il 1721 ed il 1731. Nel suo caso, più che di ragazza selvaggia, si deve quasi sicuramente parlare di pellerossa che ha esportato il proprio stile di vita in Europa. Infatti, una volta (ri)catturata ha imparato, caso unico fra i ragazzi ritrovati in condizioni simili, a leggere e scrivere ed è vissuta fino a oltre sessanta anni di età.
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Peter di Hamelin – Classificato come “Juvenis Hannoverianus” da Linneo. Scoperto in Germania, nel 1724, è stato offerto al re dell’Hannover e di Gran Bretagna, Giorgio I, ed è stato esibito alla corte prima di essere mandato a vivere in una fattoria. Camminava carponi e non ha mai imparato a parlare.
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Victor – Nel 1798 è stato catturato nei boschi francesi dell’Aveyron un ragazzino selvaggio di circa dodici anni: completamente nudo, mordeva e graffiava e quando veniva chiuso in una stanza andava avanti e indietro come un animale in gabbia. Un medico, Jean Itard, ne ha tentato il recupero comportamentale e linguistico senza molto successo, ma le sue relazioni sono tuttora disponibili.
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Amala e Kamala – Due bambine-lupo indiane che si dice essere state ritrovate (il racconto è oggi molto contestato, anche se la descrizione dell’epoca sembra essere congruente in ogni sua parte) nel 1920 in Bengala e portate in un orfanotrofio. Kamala aveva un sette anni circa e Amala meno di due e potevano essere state adottate dai lupi in due momenti diversi.
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