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LOTTE DI “POTERE” (?) BERGAMASCHE
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Pubblichiamo, come è ormai solito su questo Blog, alcune note ricevute da qualcuno che ben conosce la politica bergamasca e gli equilibri locali…
…O forse è meglio dire gli “squilibri” locali e le imposizioni del più forte o, più miseramente, di coloro che si trovano, più o meno fortuitamente, ad avere un qualcosa da scambiare e da commerciare con il più forte del momento.
Constatiamo come nell’ultima decina d’anni la “partecipazione popolare” all’amministrazione della Cosa Pubblica della Bergamasca sia diventata prima solo una mera espressione di pubblicità elettorale ed in seguito, negli ultimi tempi dominati del MinCulPop della propaganda bellica, un concetto completamente passato di moda.
L’inizio di questa fine della partecipazione popolare è avvenuto in un momento ben preciso e precisamente quando, poco più di dieci anni fa, l’allora Coordinamento dei Comitati di Bergamo (che pure tante speranze ed aspettative aveva suscitato al momento della sua costituzione) aveva votato a maggioranza un documento in cui si chiedeva di non realizzare i parcheggi a raso per l’aeroporto di Orio e questo documento era stato subito bloccato dalla allora minoranza e non era stato divulgato con una imposizione di pochi, ma ben piazzati negli ambienti partitico/commerciali dell’epoca.
Chi scrive si ricorda anche molto bene gli insulti che erano volati all’epoca perché “non si può trasformare il coordinamento in un gruppo estremista che usa espressioni offensive”.
È stato in questa occasione che si sono originati i primi dubbi circa la effettiva esistenza di una “società civile” bergamasca, autonoma e capace di giudizio proprio.
Questi dubbi sono diventati certezza quando si sono viste sia le attività successive (o meglio inattività) del coordinamento, ridotto a cassa di risonanza della maggioranza in Comune, sia le “carriere” successive di coloro che erano riusciti a fare sparire quella votazione sui parcheggi a raso dell’aeroporto: qualcuno è diventato Consigliere comunale per una o due legislature e poi è scomparso nell’anonimato, nullità “yesman” o yeswoman” (piena equivalenza di genere); qualcuno ha fatto “carriera” nel sottobosco della Pubblica Amministrazione, a volte solo recuperando uno straccio di stipendio da portare alla pensione e a volte arrivando anche a gestire bilanci significativi; altri (ed altre) sono diventati gli architetti delle ristrutturazioni del centro cittadino (da piazza Dante al Sentierone), rendendo evidente a tutti che la loro presenza alla “partecipazione popolare” era stato solo un doppio gioco con finalità solo commerciali e autoreferenziali; etc.
Per un certo tempo alcuni comitati sono sembrati essere in grado di continuare a portare avanti un discorso politico di “partecipazione popolare, ma è stata solo un’impressione, anche se alcuni si sono comportati bene, almeno fino a quando hanno potuto: l’Associazione per il Villaggio, ad esempio e per dare onore al merito, che ha saputo resistere a lungo alle imposizioni dell’Amministrazione Comunale sul Parco Ovest 2.
Gli eventi dell’ultimo anno, in particolare, hanno tolto ogni dubbio sulla effettiva esistenza della cosiddetta “società civile” bergamasca.
Molto semplicemente: non esiste.
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Esiste tutta una serie di piccolo borghesi oscillanti che, quando altre forze agiscono, si accodano e si inventano una loro presunta identità che però poi si scioglie come neve al sole non appena il gioco si fa duro, come sta avvenendo ora con la “Terza Guerra Mondiale a pezzetti” ed il conseguente ricompattamento del cosiddetto “fronte interno”.
Si potrebbero raccontare molti esempi negativi a riguardo di questo fenomeno, ma ci limitiamo a citarne l’ultimo in ordine di tempo: quel comitato che, di fronte ad una modifica impositiva totale del territorio a cui fa riferimento, si è messo a chiedere non la revisione partecipativa del progetto, presto finita nel dimenticatoio, ma un paio di passerelle al posto di sottopassi e sta cercando di presentare l’averle ottenute come una grande vittoria popolare.
Non sappiamo quale sarà la vita futura di quel comitato e dei suoi principali esponenti (mentre abbiamo visto quale è stata quella di coloro che avevano sabotato all’epoca la votazione dell’allora coordinamento sui parcheggi a raso dell’aeroporto), ma possiamo tranquillamente prevedere che in questa loro vita futura di “partecipazione popolare” non ce ne sarà molta.
Al massimo solo affermazioni propagandiste da tirare fuori per cercare di sabotare una qualche altra iniziativa di altri di vera “partecipazione popolare”…
Perdonate lo sfogo, anche se sarebbe meglio dire la cronaca di avvenimenti bergamaschi recenti, ma chi scrive ha proprio avuto desiderio di mettere nero su bianco il recente squagliamento della cosiddetta “società civile” bergamasca, manifestatosi con la sparizione di ogni proposta di “partecipazione popolare” e, di conseguenza, dei comitati di cittadini.
Una osservazione sulle note che seguono: è prassi di questo blog evitare di citare i nomi delle singole persone ma, trattandosi di un resoconto di candidature, in questo caso i nomi è necessario farli.
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Bergamo, 29.X.2024
Marco Brusa
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Lotta di potere nel PD anche per le poltrone di serie G.
Parliamo del Parco dei Colli di Bergamo.
Ora fermo restando il Presidente Locatelli (stimato da tutti), liquidato un sinistro personaggio (noto per avere transfugato da AVS nel PD, con poca fortuna evidentemente) la partita si gioca tra la “goriana” Leyla Ciagà, ex assessore all’Ambiente del primo mandato Gori e poi non ricandidata (ma diventata poi deputata per una fine di legislatura grazie ad una sequenza di rinunce a raffica), e il moderato (si mormora molto amico di Sacbo) Roberto Cigliano, tecnico del Parco e ex assessore all’Urbanistica per il Comune di Dalmine.
I “rumors” danno ovviamente Cigliano per favorito non solo per gli appoggi curiali, ma per due seri motivi.
Uno perché continuerebbe l’opera in atto di occupazione dei posti di potere da parte della destra (loro si definiscono centristi) del PD.
Due perché è un esperto del paesaggio, vedasi la famosa iniziativa che deturpa il cuore di città alta da più di dieci anni.
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