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Bergamo in Comune | Dicembre 22, 2024

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ISRAELE STA PERDENDO

ISRAELE STA PERDENDO

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Lo dicono gli Israeliani stessi…

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Pubblichiamo la traduzione di un articolo apparso oggi sul quotidiano israeliano “Haaretz” a firma di un generale in pensione, comandante di truppe corazzate e veterano dell’attraversamento del Canale di Suez nella guerra dello Yom Kippur in cui ha ricevuto la “medaglia del coraggio” (più o meno equivalente ad una medaglia d’argento al valor militare).

L’autore è indubbiamente un sionista, come lo sono di fatto praticamente tutti gli Israeliani di religione ebraica (tranne alcuni gruppi ultra-ortodossi).

Coloro che non lo sono, o che non lo sono abbastanza, oggi se ne vanno ed emigrano da Israele, circa seicentomila da ottobre ad oggi secondo stime credibili, praticamente tutti coloro con un doppio passaporto.

Meglio tornare a New York, in Australia o nelle comunità d’Europa che attendere di essere coinvolti in un qualcosa peggiore di un 8 settembre…

Inoltre Israele non ha la possibilità di riuscire a resistere in una guerra di attrito come quella che sta facendo da oltre due anni Vladimiro in Ucraina (e che sta danneggiando, assai assai, l’Unione Europea).

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I conti della serva sono presto fatti:

Nove milioni e mezzo di abitanti.

75% di religione ebraica, vale a dire sette milioni, gli altri Arabi, Filippini, etc.

Seicentomila rifugiati all’estero dopo il 7 ottobre.

Trecentocinquantamila mandati nel Negev e negli alberghi di Eilat dal nord dopo l’inizio dei bombardamenti di Hezbollah.

Trecentomila i riservisti attualmente sotto le armi a Gaza, in CisGiordania e ai confini con Libano e Siria.

Rimangono poco più di cinque milioni e mezzo di Israeliani di cui un circa terzo anziani e circa un terzo troppo giovani: poco più di due milioni di lavoratori attivi, uomini e donne.

Un po’ pochi per una guerra di attrito ed è per questo che le guerre israeliane sono state sempre “blitzkrieg”, campagne lampo di pochi giorni al massimo poche settimane, altrimenti l’economia dello Stato non avrebbe retto.

Oggi stiamo andando avanti da dieci mesi e, al di là del trionfalismo fuori luogo del MinCulPop nostrano, è evidente come quei (omissis) di Netanyahu e complici dei partiti “religiosi” siano caduti in pieno, siccome tragici allocchi, in una ben preparata trappola dell’Asse della Resistenza.

E speriamo che questa Terza Guerra Mondiale resti a pezzetti e non si fonda in una macelleria unica.

Non c’è da stupirsi che i sionisti intelligenti di Israele se ne siano accorti e si siano messi a fare i “profeti dell’ira” (“profeth of wrath” nell’originale): è l’unico sentimento che possono nutrire nei confronti di coloro che “stanno disintegrando il nostro glorioso paese”.

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https://www.haaretz.com/opinion/2024-08-22/ty-article-opinion/.premium/israel-will-collapse-within-a-year-if-the-war-against-hamas-and-hezbollah-continues/00000191-795e-d8d0-a7bb-f9ff81000000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native

Israele crollerà entro un anno se la guerra di logoramento contro Hamas e Hezbollah continuerà.

Di Yitzhak Brik

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Il maggior generale Yitzhak Brik ha prestato servizio nei Corpi Corazzati come comandante di brigata, divisione e truppe, ed è stato il comandante dei collegi militari dell’esercito israeliano.

Per dieci anni è stato il difensore civico delle Forze di Difesa Israeliane.

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La maggior parte delle dichiarazioni pretenziose fatte dal ministro della Difesa Yoav Gallant durante la guerra a Gaza si sono dimostrate infondate.

Dopo l’occupazione di Gaza City, ha detto che Israele aveva il controllo totale della città e dei suoi tunnel e che in breve tempo Hamas si sarebbe arreso.

Dopo l’occupazione di Khan Yunis, ha affermato che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, stava nascosto nei tunnel da solo, che aveva perso il controllo dei suoi uomini, e che nel giro di pochi giorni sarebbe stato catturato.

Con queste dichiarazioni, Gallant, insieme ai suoi colleghi, il capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi e il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha gettato polvere negli occhi dell’opinione pubblica israeliana.

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Di recente, sembra che Gallant abbia iniziato a smaltire la sbornia, quando nella commissione per gli affari esteri e la difesa della Knesset ha dichiarato che il concetto di vittoria totale a Gaza “è una sciocchezza”.

E sembra che abbia cominciato a rendersi conto che il mancato raggiungimento di un accordo con Hamas porterebbe a una guerra regionale che metterebbe Israele in serio pericolo.

Questa consapevolezza lo ha spinto a convocare una discussione, nel governo o nel gabinetto di sicurezza, con l’intenzione di avvertire tutte le parti coinvolte.

L’obiettivo apparente di questa discussione è il garantire che la responsabilità ricada non solo su di lui, ma sia condivisa da tutti i ministri del governo.

Presumo che il ministro della Difesa Gallant abbia già capito che la guerra ha perso il suo scopo.

Israele sta sprofondando sempre più nel fango di Gaza, perdendo sempre più soldati uccisi o feriti, senza alcuna possibilità di raggiungere l’obiettivo principale della guerra: abbattere Hamas.

Il paese sta davvero galoppando verso l’orlo di un abisso.

Se la guerra di logoramento contro Hamas e Hezbollah continua, Israele crollerà entro non più di un anno.

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Gli attacchi terroristici (sic) si stanno intensificando in Cisgiordania e all’interno del paese, l’esercito riservista non ne può più a seguito delle ricorrenti mobilitazioni di soldati combattenti e l’economia sta crollando.

Israele è diventato anche uno stato paria, provocando boicottaggi economici e un embargo sulle spedizioni di armi.

Stiamo anche perdendo la nostra resilienza sociale, poiché il crescente odio tra le diverse parti della nazione minaccia di accendersi e portare alla sua distruzione dall’interno.

Sinwar e il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, comprendono la terribile situazione di Israele.

Quanto Israele avrebbe potuto ottenere in precedenza con un accordo di ostaggi/cessate il fuoco è diventato impossibile a causa delle nuove condizioni che Netanyahu ha introdotto nella proposta di accordo.

Coloro che sono coinvolti nei negoziati a Doha affermano di non avere spazio di manovra per negoziare perché hanno le mani legate.

Alla luce della nuova situazione, nella regione si sta materializzando una minaccia da parte dell’Iran e di Hezbollah di attaccare Israele in risposta all’uccisione dei due alti funzionari.

L’uso degli omicidi è un passo che minaccia di incendiare l’intero Medio Oriente, deciso dai tre piromani, Netanyahu, Gallant e il capo di stato maggiore Halevi, senza pensare alle conseguenze delle loro decisioni irresponsabili.

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Sinwar ha iniziato a capire che la guerra di logoramento sta funzionando a suo vantaggio, per non parlare di una possibile guerra regionale.

Ecco perché ora preferisce una continuazione dei combattimenti a un accordo, e sta rafforzando le sue posizioni.

Se Netanyahu non avesse messo i bastoni tra le ruote alla squadra negoziale durante la guerra, Israele avrebbe già potuto raggiungere un accordo sugli ostaggi prima che Sinwar inasprisse la sua posizione.

Il recente annuncio di Netanyahu alle famiglie degli ostaggi sulla necessità di preservare la “sicurezza ottenuta” a Gaza – una palese menzogna – ha di fatto silurato l’accordo, portando a una catastrofe non solo per gli ostaggi e le loro famiglie, ma anche per l’intero paese.

Tutti i percorsi scelti dalla leadership politica e militare di Israele stanno portando il paese su una china scivolosa.

Un dittatore controlla il destino del paese e un gregge di pecore lo segue ciecamente.

Netanyahu ha deciso di “morire con i filistei” – in questo caso, i cittadini di Israele – solo per mantenere il suo potere.

Ha perso la sua umanità, la moralità di base, le norme, i valori e la responsabilità per la sicurezza di Israele.

Solo sostituire lui e i suoi compari il prima possibile può salvare il paese.

Israele è entrato in una spirale esistenziale e potrebbe presto raggiungere un punto di non ritorno.

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Dopo duemila anni di esilio, siamo tornati e abbiamo fondato un paese glorioso (sic).

Abbiamo pagato un prezzo alto in decine di migliaia di morti e feriti.

E ora il paese si sta disintegrando nelle nostre mani per colpa di Netanyahu, Gallant, Halevi e delle loro pedine.

È ancora possibile fare qualcosa prima che sia troppo tardi.

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Tel Aviv, 22 agosto 2024

Yitzhak Brik

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