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IN MEMORIA DI IGOR KIRILLOV
Una favola di Natale…
O meglio, una brutta storia per questo Natale di Terza Guerra Mondiale a pezzetti.
Con i pezzetti che spingono per unirsi.
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Il 17 dicembre a Mosca con un ordigno esplosivo è stato assassinato il generale Igor Kirillov, comandante delle truppe di protezione NBC (Nucleare, Batteriologico e Chimico) delle forze armate della Federazione Russa e già rettore dell’Accademia militare di protezione NBC intitolata al maresciallo dell’URSS Semyon Timoshenko (liberatore di Auschwitz) il cui scopo istituzionale è il condurre ricerche per la protezione di militari e di civili dalle armi di distruzione di massa.
È importante rimarcare come non sia stato un esperto di guerra NBC attiva: non era uno di coloro che studiano come tirare atomiche od antrace sulle città “nemiche”; è stato un esperto di protezione dalla guerra NBC, vale a dire uno di coloro che si preoccupano di proteggere militari e popolazione dai cosiddetti “esperti” prima citati.
In questo suo ruolo era stato lui ad organizzare e a gestire l’operazione “Dalla Russia con Amore” a Bergamo al tempo del CoViD.
E, ovviamente, al giorno d’oggi in tanti fanno finta di essersene dimenticati o, peggio, vanno dichiarando in giro che si era trattato di una operazione di spionaggio anti-NATO…
Niente di nuovo in tutto questo: alcuni anni fa un’auto si era fermata di fianco al teatro Donizetti in corrispondenza del monumento a Francesco Nullo ed i vigili le avevano emesso contravvenzione mentre si stavano scaricando corone di fiori.
È risultato che l’auto era del Consolato di Polonia a Milano e che a bordo si trovava lo stesso Console, ovviamente piuttosto irritato per l’accoglienza ricevuta, venuto (come faceva da anni senza che nessuno ci avesse fatto caso) ad adempiere al suo dovere istituzionale per la Repubblica di Polonia di rendere il dovuto omaggio al grande eroe dell’indipendenza polacca.
Incidente diplomatico e figura di guano…
Incidente risolto facendo letteralmente volare immediatamente sul posto il signor Sindaco per una improvvisata commemorazione condivisa.
E per definire che gli anni successivi il Console sarebbe stato graditissimo ospite del Comune nella commemorazione ufficiale (di cui fino ad allora il Comune stesso se ne era bellamente e completamente dimenticato).
Non ci vuole molto a prevedere che, come all’epoca certi personaggi si erano profusi in ringraziamenti ai militari russi, invitati a tornare “appena possibile” come turisti, e in festeggiamenti (alcuni letteralmente “imbucandosi”, non invitati) per poi passare a coprire di menzogne gli avvenimenti quando il vento è cambiato, in un futuro più o meno lontano si tornerà a ringraziare coloro che sono venuti a studiare il virus del CoViD e si inquadrerà correttamente nel suo contesto storico l’operazione “Dalla Russia con Amore”.
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https://www.lombardianotizie.online/missione-russa-bergamo/
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Come eravamo ridotti in quei giorni, con l’esercito che organizzava convogli per prelevare le bare dei morti (approntate da veri e propri monatti assunti a tempo determinato tra gli ultimi) e con alcuni pochi preti “vestiti come degli zombies” (sic) per portare i Sacramenti ai moribondi, nessuno ne vuole più parlare.
È ovvio che le truppe NBC russe non sono venute a Bergamo per puro altruismo, però sono venute.
Insieme ad altri, dai medici cubani a quelli albanesi e sloveni, fino ai pacchi di articoli sanitari spediti dal Vietnam e dalla Giamaica: un intero campionario di “ultimi della Terra” che si sono mobilitati per “cercare di dare una mano” quando la provincia di Bergamo si è ritrovata ad essere il polo centrale della pandemia.
I Russi erano venuti in tre gruppi: laboratorio NBC, medici e disinfestatori.
Il laboratorio NBC era stato sistemato nella caserma del 3º Reggimento aviazione dell’Esercito “Aquila” all’aeroporto di Orio, con propria sorveglianza armata e Benemerita come protezione esterna, i medici sono stati distribuiti negli ospedali (è rimasto “mitico” nei ricordi popolari il benvenuto entusiasta ad alcune dottoresse militari russe da parte degli Alpini nell’ospedale provvisorio della Fiera) e i disinfestatori sono andati in giro per RSA aventi indici di mortalità eufemisticamente “molto elevati” a sanificare gli ambienti.
Il laboratorio NBC è stato quanto di più avanzato era disponibile in quei tempi e il virus lì lo hanno studiato sul serio, fino ad arrivare per primi a sviluppare un vaccino e a firmare accordi per ricerche scientifiche con istituzioni italiane, prima fra tutte lo Spallanzani di Roma.
Tutti risultati buoni per il bene dell’Umanità che sono stati buttati nel cesso (sic) anche prima dello scoppio del conflitto ucraino.
Basti dire che in Occidente il vaccino Sputnik V, frutto della spedizione a Bergamo organizzata dal generale Kirillov, è stato distribuito solo nella Repubblica di San Marino (sic) che, non facendo parte né della NATO, né della UE, lo ha ufficialmente richiesto ed ottenuto.
In tutti gli altri Paesi non è stato autorizzato e la motivazione ufficiale è stata che non era stato prodotto con macchinari riportanti la marcatura CE (sic, di nuovo): Primi Ministri che erano anche banchieri e Presidentesse della Commissione Europea che erano state Ministre della Difesa hanno garantito che si doveva fare così…
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Noi preferiamo ricordare il generale Igor Kirillov con il messaggio WhatsApp con cui nostra figlia, all’epoca volontaria presso un istituto di assistenza a disabili, ci aveva informati dell’arrivo dei suoi uomini per effettuare la disinfezione anti-CoViD:
“Strabello! Ci sono i Russi coi tutoni che fanno la sanificazione”.
E con i link agli articoli che avevamo pubblicato all’epoca.
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http://www.bergamoincomune.it/24-04-20-covid-i-dubbi-sullepidemia/
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http://www.bergamoincomune.it/13-03-20-la-sanita-e-del-popolo-non-del-capitale/
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http://www.bergamoincomune.it/01-03-20-bergamo-e-il-suo-sindaco-nei-giorni-del-coronavirus/
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http://www.bergamoincomune.it/tifo-e-poliomelite-ddt-ebrei-polacchi-e-big-pharma/
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http://www.bergamoincomune.it/tifo-e-poliomelite-ddt-ebrei-polacchi-e-big-pharma-2/
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Nessuno ha pensato di effettuare una commemorazione per il generale Igor Kirillov qui a Bergamo, nonostante l’importanza che la sua azione ha avuto nell’ora più buia.
Se qualche aspirante alla carriera politica lo avesse fatto, dopo la NATO (e la Segreteria del partito che può candidarlo, o meno, ad una qualche carica) lo avrebbe guardato male, molto male…
Siamo in un’epoca in cui i carrieristi partitici espongono illegalmente sulle facciate dei Municipi la propaganda NATO e le bandiere di una parte in guerra contro l’altra.
E queste non sono teorie complottiste, come al giorno d’oggi vengono bollate dal MinCulPop mediatico (che ha dei padroni) le informazioni autonome ed estranee alla propaganda.
Noi però non abbiamo problemi di questo genere, facendo parte a pieno titolo degli “ultimi della Terra”, per cui possiamo, e preferiamo, comportarci secondo coscienza e non certo in conformità a quell’auto-annichilimento che è il cosiddetto “voto utile”.
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Se nessuno lo vuole fare, allora tocca a noi e lo facciamo, dicendo:
Grazie generale Igor Kirillov per quanto hai fatto, per noi e per l’Umanità, durante la pandemia.
I piccoli camaleonti mediatici e partitici possono anche ignorare le tue azioni o, peggio, calunniarle dicendo che si è trattato di spionaggio anti-Nato, ma la popolazione della Bergamasca non dimentica.
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Terminiamo questa brutta storia di Natale pubblicando la traduzione di due articoli pubblicati da Russia Today (RT) sull’assassinio del generale Kirillov.
Come facciamo a leggerli nonostante la censura della UE ve lo abbiamo già detto altre volte: come c’è ancora un giudice a Berlino, ci sono anche più di cinquecento servers a Singapore.
Si tratta di articoli di propaganda, questo è ovvio, ma gli argomenti esposti sono inquietanti e meritano approfondimenti e, come chiedono gli stessi Russi, serie indagini indipendenti assegnate ad organismi internazionali e non alla sola propaganda delle élites occidentali.
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Bergamo, vigilia di Natale 2024
Marco Brusa
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https://www.rt.com/russia/609653-ukiraine-kirillov-biolabs-assassination/
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Sono i biolaboratori, stupidi!
È per questo che l’Ucraina ha ucciso un generale russo?
Il mondo merita risposte, non solo sulla morte di Igor Kirillov, ma anche sulla controversia su cui stava indagando.
Di Nadezhda Romanenko, analista politica
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Lo scioccante assassinio del tenente generale Igor Kirillov, capo delle forze russe di protezione radiologica, chimica e biologica, risuona ben oltre le strade di Mosca.
Il 17 dicembre 2024, Kirillov è stato ucciso in un attentato sfacciato, un atto che il governo russo ha denunciato come terrorismo.
Mentre il Servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) – il successore a Kiev del KGB sovietico – attraverso “fonti anonime” citate da più media, ha rivendicato la responsabilità, etichettando Kirillov come un criminale di guerra, la verità sulla sua morte è probabilmente molto più complessa e molto più agghiacciante.
La morte di Kirillov non è stata solo un attacco a un importante funzionario russo: è stato un attacco alla verità.
Per anni era stato in prima linea nell’indagare e smascherare i presunti biolaboratori finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina, sostenendo che facevano parte di un più ampio programma di guerra biologica occidentale.
Il suo assassinio solleva una domanda profondamente inquietante: si è trattato di un tentativo deliberato di metterlo a tacere e impedire che le sue rivelazioni venissero alla luce?
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KIRILLOV E L’INDAGINE SUI BIOLABORATORI
Il lavoro di Kirillov è stato controverso, ma le sue accuse meritavano di essere esaminate.
Ha ripetutamente accusato gli Stati Uniti di finanziare laboratori biologici clandestini in Ucraina, presumibilmente operanti con il pretesto di iniziative di salute pubblica.
Secondo i rapporti russi, questi laboratori sono stati coinvolti nello sviluppo di agenti patogeni che potrebbero potenzialmente colpire popolazioni specifiche, un’affermazione che Washington e Kiev hanno negato con veemenza.
Durante il conflitto Russia-Ucraina, Kirillov ha presentato quelli che sosteneva fossero documenti classificati e comunicazioni intercettate che provavano l’esistenza di tali strutture.
Ha sostenuto che i laboratori rappresentavano una seria minaccia non solo per la Russia, ma per la sicurezza globale.
Sebbene le sue affermazioni siano state spesso liquidate in Occidente come propaganda, hanno suscitato dibattito e diffidenza tra le nazioni già scettiche nei confronti delle attività militari e scientifiche statunitensi all’estero.
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COLPIRE CHI CERCA LA VERITÀ?
La tempistica e il metodo dell’assassinio di Kirillov sono troppo evidenti per essere ignorati.
Una bomba nascosta su uno scooter elettrico è esplosa mentre usciva per andare al lavoro, uccidendo lui e il suo assistente.
La sofisticazione dell’attacco suggerisce il coinvolgimento di professionisti con notevoli risorse.
L’ammissione di responsabilità dell’SBU e il successivo arresto da parte della Russia di un presunto agente ucraino possono sembrare una spiegazione conclusiva.
Tuttavia, ci sono ragioni per credere che attori più potenti abbiano avuto un interesse personale nella morte di Kirillov.
Le indagini di Kirillov minacciavano di svelare un’oscura interazione tra scienza, guerra e geopolitica.
Se anche solo una minima parte delle sue affermazioni sui biolaboratori statunitensi in Ucraina fossero verificate, coinvolgerebbero potenti istituzioni in gravi violazioni del diritto internazionale, comprese le violazioni della Convenzione sulle armi biologiche.
Tali rivelazioni avrebbero provocato indignazione tra le nazioni non allineate e avrebbero potuto minare seriamente la credibilità degli Stati Uniti e dei loro alleati.
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CUI BONO? – CHI NE GUADAGNA?
La domanda “chi ne guadagna” incombe sull’assassinio di Kirillov.
I principali beneficiari della sua morte sono coloro che hanno cercato di screditare o sopprimere le sue scoperte.
Gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno a lungo negato l’esistenza di programmi di ricerca biologica offensivi nei laboratori ucraini, bollando le accuse di Kirillov come disinformazione volta a giustificare l'”aggressione” russa.
Tuttavia, la sua morte gli impedisce di fornire ulteriori prove a sostegno delle sue affermazioni.
Inoltre, mettere a tacere Kirillov invia un chiaro messaggio ad altri potenziali indagatori: divulgare informazioni sensibili su programmi militari o scientifici occidentali ha conseguenze letali.
Questo effetto raggelante potrebbe scoraggiare future indagini sui biolaboratori, lasciando senza risposta domande critiche.
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UNA POLITICA DI ELIMINAZIONE MIRATA
La morte di Kirillov non è un incidente isolato.
Si inserisce in una politica di eliminazione mirata di figure ritenute scomode per governi o istituzioni potenti.
Dalle morti misteriose di scienziati coinvolti in ricerche controverse al silenzio di giornalisti e attivisti, la storia è piena di esempi di individui che hanno pagato il prezzo più alto per aver cercato o rivelato la verità.
Le circostanze dell’assassinio di Kirillov giustificano un’indagine internazionale indipendente.
Che cosa esattamente Kirillov stava per rivelare per giustificare una sofisticata operazione di assassinio dell’SBU?
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LA NECESSITÀ DI TRASPARENZA
In assenza di trasparenza, le teorie del complotto prospereranno inevitabilmente.
L’assassinio di Kirillov sottolinea l’urgente necessità di un’indagine imparziale sia sulla sua morte che sulle accuse che stava perseguendo.
Se gli Stati Uniti e l’Ucraina non avessero nulla da nascondere, dovrebbero accogliere con favore tale controllo.
Al contrario, qualsiasi tentativo di archiviare o ostacolare le indagini non farà altro che alimentare i sospetti di un insabbiamento.
Il mondo merita risposte, non solo sulla morte di Kirillov, ma sulle implicazioni più ampie della controversia sui biolaboratori.
Se le sue accuse fossero infondate, sarebbe nell’interesse di tutti sfatarle definitivamente.
Ma se c’è anche un fondo di verità nelle sue affermazioni, allora il suo assassinio rappresenta non solo una tragedia, ma una crisi globale.
L’omicidio di Igor Kirillov è più di un atto di violenza: è un triste promemoria di quanto alcuni siano disposti a spingersi per seppellire verità scomode.
Che si creda o meno alle sue accuse, la sua morte dovrebbe allarmare chiunque apprezzi la trasparenza e la responsabilità negli affari globali.
Kirillov non c’è più, ma le domande che ha sollevato non possono – e non devono – essere messe a tacere.
Il mondo deve esigere risposte, non solo per il suo bene, ma per il bene della giustizia e della verità in un panorama geopolitico sempre più opaco e pericoloso.
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Le dichiarazioni, i punti di vista e le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle dell’autore e non rappresentano necessariamente quelle di RT.
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