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IL VOLTO DELL’AURORA SULLA PIETRAIA LIVIDA
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Se le dettero di santa ragione
Scordandosi la loro religione
Si menarono
Perché non erano d’accordo
Sul modo di fare la pace
Su cosa fosse la pace
Su come darsi il segno di pace
Si accecarono
Perché ognuno era convinto
Di vederci meglio degli altri
E andarono a picchiare la testa
Contro il muro
Credendo di avere il cranio
Più duro del cemento
E anche il mento per terra rotolava
E sul pavimento qualche scalpo ballava
Scalpitando negli spostamenti d’aria
Di calci volanti alla cieca
Il buio era fitto
Fritto il buonsenso in pochi momenti
Nelle menti che avrebbero
Dovuto tenere d’occhio
L’unica cosa da non perdere di vista
I dolori che passano in rassegna
Su stagioni di prosa
Su acqueforti sparse nei solai
Arpe che suonano in grotte rupestri
Riviste di danza a piedi nudi
Di chi non consacrò la sua esistenza
Al fachirismo
E che voleva semplicemente amare
Senza essere per questo condannato
Ad odiare tento o poco
Comunque odiare troppo
E a liberarsi delle vecchie catene
Per indossarne di nuove
Intanto passarono i monatti
A far piazza pulita dei resti
Dei pacifici contendenti
Altri pretendenti per fortuna
Se ne furono accorti
E rimpiazzarono i santi eroi di cui sopra
Scrivendo un’altra storia
Scrivendo una storia nuova
Vera arte,vera musica, vera scienza
Filosofia, matematica e grammatica
Nelle mani giuste
Rifondazione dell’anima profusa a piene mani
Senza più maschere
Da tragedia greca
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Daria Vanoglio Fratus
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