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I GRANDI EVENTI E LE RIPERCUSSIONI SUI TERRITORI
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https://youtu.be/ueTQ75iSNKA
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Una iniziativa unitaria per inquadrare in un più ampio sistema complessivo la proposta del Comitato di Quartiere di Boccaleone di realizzare il treno per l’aeroporto secondo i principi della buona tecnica e della sostenibilità ambientale e non secondo i “princìpi economici del pensiero unico” imposti da ottusi “ragiunàt” (ragionieri, anche se magari laureati in Economia) che sono fanatici sostenitori del taglio dei costi, della roba da “rütamàt (rottamaio) che per loro è la migliore perchè costa pochissimo (mance, mancette e mancione escluse), del trasferimento dei capitali così risparmiati ai paradisi fiscali (tutti considerati “Stati virtuosi”) e che, in una parola, stanno alla buona amministrazione allo stesso modo di come i cavoli stanno ad una buona merenda.
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Costoro si sono convinti di avere sempre ragione (manco la Buonanima…), trovano odiose le buone proposte popolari che si originano dal basso e cercano di inserirle all’interno dell’offensivo e menzognero “NIMBY” (Not In My BackYard, non nel mio cortile), espressione abusata anche se inventata di sana pianta negli anni ‘80 da una persona che nella sua esistenza è stata quanto di più lontano possa esserci da una iniziativa popolare.
Questo acronimo è stato infatti coniato per la prima volta dal politico conservatore e “thatcherista” britannico sir Nicholas Ridley (barone di Liddesdale, ex-Segretario di Stato per l’Ambiente e durissimo avversario dei minatori in sciopero in quegli anni) per opporsi, dall’alto della sua posizione, ad una iniziativa di edilizia popolare vicino ad una sua proprietà.
(Introduzione di Marco Brusa)
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Da Messico ’68 con la strage di Piazza delle Tre Culture alle morti per doping, dagli “sfrattati” delle favelas, ai saccheggi ambientali: in ognuna delle edizioni della storia recente la bandiera a cinque cerchi ha lasciato una scia di povertà e di ipocrisia, a Rio come a Londra, ad Atene come a Torino (salvo forse a Pechino, ma lì l’economia è controllata dallo Stato, non dal “Libero Mercato”).
Ma i cittadini reagiscono: dalle Olimpiadi di Denver ’72 in avanti, tantissimi referendum hanno respinto i tentativi di candidatura forzata promossi da sindaci e governatori. Homeless, movimenti ambientalisti, giovani e imprenditori lungimiranti insieme hanno saputo modificare scelte che sembravano irreversibili.
Attraverso una ventina di contributi qualificati e diverse interviste, Silvio La Corte restituisce la voce a coloro che si sono opposti a questa corsa sfrenata senza vincitori, ma solo con vinti.
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Silvio La Corte, insegnante di Educazione fisica, collabora da una decina d’anni con una cooperativa a cui sono affidati adulti con disagio e occasionalmente partecipa a missioni nazionali su indagini ambientali.
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https://www.cdqboccaleonebg.org/eventi
https://www.mountainwilderness.it/editoriale/la-bolla-olimpica-illusioni-speculazioni-e-interessi-dietro-ai-cinque-cerchi/
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/eco-bergamo-bolla-olimpica.pdf
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