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Sono, siamo fragili fra fragili

Destini possibili

Ciechi senza cani

Muti senza mani

Accattoni senza cappello

Sotto la pioggia senza ombrello

Zoppi senza bastone

Amori senza passione

Lotte senza un’idea

Zattere senza marea

Ciambelle senza buchi

Alveari senza fuchi

Sordi senza parole

Banditi in fuga senza pistole

Poesie con rime baciate

Come questa appena cominciate

Con versi semplici, semplici

Come i bambini nei loro sorrisi complici

Siamo comunità curante

Creata seduta stante

Per tirarci su di morale

Unico antidoto di questa istituzione totale

Siamo il problema e la soluzione

Il saggio che se ne frega di aver ragione

Siamo pezzi di malinconia

Dimenticati nella compagnia

Siamo la libertà dal ricordare

Il dolore che non vogliamo più provare

L’anima che leggera vola

E lascia la logica giù tutta sola

L’ingiustificata assenza

In corsi con obbligo di frequenza

Pensieri e azioni senza senso

Che popolano un giardino pensile immerso

Ma siamo anche furbi come faine

Negli istanti che accendono lucine

Capricci di cose avute e mai avute

Fra vite andate e vite sopravvissute

Siamo anche perdita di ritegno

Di corpi avuti in pegno

Ricapitolando siamo ciò che non c’è ma ci sarà

Il nuovo giorno nuovo che si farà

Siamo il cane, la mano, il cappello

Siamo il bastone, la passione e l’ombrello

Siamo l’idea, la marea, il buco

Siamo la mela dolce che ospita il bruco

Siamo parole che escono fuori

Come pistole che sparano fiori

Siamo prove tecniche di felicità

Fatte in barba alla realtà

La lacrima che trema

Sulla torta alla crema

Siamo tutto un mondo di bellezza

Chiuso in una carezza

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(Dunque sono – Daria Vanoglio Fratus – 2024)

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