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DOLLARO, NATO, CINA-RUSSIA, EUROPA ED UCRAINA
Settima parte – G20 usato come clava e BCE che causa la sottomissione della UE
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Come è a tutti ben noto il cosiddetto G20 è una riunione dei capi di governo, dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali il cui scopo, almeno in teoria, dovrebbe essere la concertazione economica a livello globale.
Ad esso aderiscono tutti i paesi industrializzati e varie istituzioni politico-finanziarie, vale a dire i due terzi del commercio e oltre l’80% del PIL mondiale.
Sempre in teoria questo ambito dovrebbe funzionare per gestire, tramite mediazioni tra tutte le parti in causa, le principali questioni relative all’economia internazionale, ad esempio la stabilità finanziaria, la mitigazione dei cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile.
Non possiamo dire di avere molta simpatia nei suoi confronti, visto che si tratta della ennesima istituzione i cui membri non sono democraticamente eletti, ma nominati dalle varie oligarchie capitalistiche che hanno preso il potere in quasi tutto il pianeta.
Alcuni lo accusano anche di sminuire la legittimità delle organizzazioni internazionali costituite all’indomani della Seconda Guerra mondiale, come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca mondiale e le stesse Nazioni Unite; altri rimarcano l’assenza di una qualsiasi normativa interna e l’essere a porte chiuse tutte le sue riunioni importanti, oltre a non esistere alcuna legittimità rappresentativa.
Tuttavia bisogna riconoscere che, nonostante questi non trascurabili peccati originali, una funzione positiva come ambito di mediazioni tra le varie economie fino ad ora la abbia effettivamente svolta. In particolare per quanto riguarda le richieste e le necessità delle economie emergenti, quali Cina, India, Turchia, Brasile, Indonesia, etc.
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Il G20 risulta pertanto essere un ambito diverso e più credibile rispetto al G7 che è “solo” una riunione autoconvocata e autoreferente di oligarchie capitaliste, in ultima analisi di rappresentanza talmente ristretta e contestata che da oltre venti anni non gli è praticamente più possibile il riunirsi in una grande città (altrimenti si becca, sicura come l’oro, una contestazione di massa molto più solida e partecipata delle sue politiche economiche).
In ogni modo il G20 fino ad ora non risulta avere avuto di questi problemi e le sue riunioni sono regolarmente nelle principali capitali o nei centri vacanze più rinomati di questo mondo.
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Ora con il conflitto est-ovest e nord-sud scatenato in Ucraina tutto sta cambiando [e non perchè tutto resti come prima, parafrasando don Giuseppe Tomasi, 11º principe di Lampedusa, 12º duca di Palma, barone di Montechiaro, barone della Torretta, Grande di Spagna di prima Classe, etc. (roba da fare schiattare di invidia anche lo Zar di tutte le Russie…)] ed è ormai evento frequente vedere gli USA utilizzare i vari ambiti internazionali per costringere altri paesi a schierarsi per sopraffare la Russia e tentare di conservare la propria egemonia globale.
La Segretaria del Tesoro USA, Mrs. Janet Yellen, sta cercando di trasformare il G20 in una nuova Unione Europea, vale a dire in un qualcosa di totalmente subordinato alla agenda geopolitica USA e totalmente indifferente agli interessi fondamentali della comunità globale.
In breve: sta cercando di asservire questo ambito agli scopi dell’oligarchia da lei rappresentata e di utilizzarlo come arma con la stessa diplomazia e delicatezza con cui Fred Flinstone in “Gli Antenati di Hanna & Barbera” urlava: “Wilma! Dammi la clava!”.
Questo ha suscitato la immediata reazione delle economie emergenti, in particolare di quella asiatica principale (chissà quale mai sarà?), che hanno immediatamente fatto notare come “i meccanismi di cooperazione multilaterale non dovrebbero in alcun modo diventare uno strumento geopolitico per gli USA per isolare altri paesi ed esercitare il proprio egemonismo”.
Inoltre “gli USA non hanno il diritto di imporre la propria agenda al di sopra di quella della comunità internazionale e di minare le iniziative di cooperazione necessarie per affrontare l’enorme crisi attuale che l’economia globale deve sapere gestire”.
In effetti non si può che essere completamente d’accordo con ragionamenti come il seguente: “nel momento in cui le economie emergenti stanno sopportando il peso maggiore delle turbolenze economiche e geopolitiche globali, è responsabilità dei meccanismi di cooperazione economica multilaterale come la Banca mondiale, il FMI e il G20 farsi avanti e affrontare i problemi, invece di cercare di trasformarli in uno strumento geopolitico USA per sanzionare la Russia. Se i principali canali di cooperazione multilaterale del mondo venissero davvero smantellati da questa nuova mentalità da Guerra Fredda, questo porterebbe solo alla caduta irreversibile del multilateralismo globale che è alla base della pace globale e dello sviluppo economico”.
Il risultato viene ad essere un chiaro invito [ovviamente presentato alla cinese, con estrema gentilezza: mano di ferro in guanto di velluto (molto più efficace del comportamento attuale dell’Unione Europea: mano di velluto in guanto di ferro… Ahi! Che male!)] a rifiutare “il tentativo USA di portare la loro geopolitica tossica negli incontri” per evitare “gravi rischi di conseguenze globali” nell’ordine non solo finanziario internazionale.
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Lasciamo ora stare ogni altra considerazione globale e presto vedremo se anche il G20 sarà destinato a seguire il destino dell’ONU, della UE, della FAO e di altre istituzioni internazionali (per non parlare dei popoli) e non contare più un sano (omissis) dal momento che ormai a questo mondo sembra che contino solo le istituzioni capitalistiche più o meno armate come il G7 e la NATO.
Oppure magari vedremo che sarà un ambito in cui gli USA escono recitando indignazione accompagnati dai fedelissimi mentre tutti gli altri rimangono…
E un, per dire, G15 fa presto a trasformarsi di nuovo in un G20 alla ricerca di alternative al dominio dello US Dollar, basta invitare stati come l’Iran, il Venezuela, il Messico,…
Vedremo.
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Per essere ancora più devastanti i perfidi militari russi ne hanno combinata un’altra delle loro per coprire di ridicolo gli eroici difensori della vera Civiltà Occidentale.
Avendo constatato come l’utilizzo di un simbolo di riconoscimento che richiama la “Zeta” del jacovittiano “Liberador della Cosa, la California, Zorry Kid” abbia portato a reazioni ancor più jacovittiane in alcuni paesi europei dove tale lettera è stata bandita e sostituita con la “Esse” e simili (solo in Emilia manco ce ne siamo accorti), hanno deciso di passare all’utilizzo dell’intero alfabeto latino (J, K, Y, X e W incluse).
In questo modo è reale la possibilità che i paesi di osservanza occidentale più stretta siano obbligati a bandire tutto l’alfabeto con il brillante risultato di non potere più continuare nelle loro tossiche campagne propagandistiche guerrafondaie in stile MinCulPop.
Diavoli di Russi. Ne sanno davvero una più dei demoni di Dostoevskij (giustamente castigato dalle università milanesi in quanto colpevole del peggior delitto concepibile nell’Europa odierna: essere Russo…).
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Torniamo ad occuparci di casa nostra, dell’Europa.
Il presidente ucraino Zelensky ha detto che l’Ucraina può combattere la Russia per dieci anni.
Non entriamo nel merito della veridicità/credibilità di questa affermazione, ma la domanda è: in queste condizioni l’Europa sarà in grado di reggere? E per quanto tempo?
Anche perché fino ad ora l’assistenza militare all’Ucraina sta interessando più i fondi di magazzino degli eserciti europei (vecchi obici, bazooka filoguidati, parti di ricambio per MiG29 e missili SAM residuati dal Patto di Varsavia, etc.) che, tra l’altro, si beccano regolarmente una salva di missili ultima generazione a guida automatica e a testata termobarica non appena arrivano dalle parti di Leopoli…
Comunque è proprio il continuo flusso di aiuti economici e militari da parte USA, NATO e UE che sta prolungando il conflitto, anche se nessuno ha mai promesso che l’assistenza militare sarà “a gratis” ed alcune domande (che nessuno ufficialmente si azzarda a porre, tranne i soliti Orientali) oggettivamente si impongono e sono: quante altre armi gli USA e la NATO sono disposti a fornire all’Ucraina? Nel lungo periodo come farà a ripagarle l’Ucraina?
In una parola siamo al solito: ma chi paga?
Ancora più importante: ma l’Europa è disponibile ad una guerra di dieci anni sul proprio territorio?
Questa volta non è come nella ex-Jugoslavia degli anni ’90 in cui l’unilateralismo politico-economico successivo alla fine dell’URSS era talmente forte da poter trarre solo vantaggi dallo scannarsi degli indigeni e poteva decidere di intervenire solo verso la fine per sancire la nuova situazione a lui favorevole.
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Questa volta l’Europa verrebbe ad essere coinvolta in una guerra (fredda o calda? Buona domanda…) con una vera e propria superpotenza, perderebbe completamente la propria autonomia e diventerebbe assolutamente dipendente dagli USA.
“Per raggiungere i loro obiettivi, gli USA sono pronti a combattere non solo fino all’ultima goccia di sangue ucraino, ma anche fino all’l’ultima goccia di sangue europeo” viene continuamente ripetuto da osservatori neutrali.
Si tratterebbe, pertanto, di una crisi decennale dalle pesanti conseguenze come minimo nei campi energetico ed alimentare, con un grande numero di rifugiati ed alta inflazione e non ci vuole molto a prevedere che le reazioni popolari saranno forti e che coinvolgeranno anche gli imprenditori della piccola/media impresa.
In Europa mancano già petrolio e gas, se si dovesse continuare con le sanzioni imposte da Oltre-Atlantico, l’Europa diventerà sempre più autolesionista e sarà inevitabile che i paesi europei diventino sempre meno uniti.
E questo è esattamente uno degli obiettivi strategici principali delle oligarchie USA…
Anche qui: vedremo.
Vedremo se gli interessi non diciamo dei popoli, ma almeno quelli delle economie nazionali avranno il sopravvento su una trentina di anni di neo-liberismo in cui gli Stati sono stati volutamente (e ridicolmente) esclusi dall’intervento in economia, vale a dire in quella che dovrebbe essere una delle loro principali ragioni di esistere.
I risultati di questa esclusione li vediamo ora quando abbiamo potuto constatare, con un sentimento misto di orrore, di dispiacere e di fosche previsioni, il totale nullismo della cosiddetta Unione Europea.
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In effetti, a pensarci bene, è però ovvio che sia così: se un insieme di una trentina di Stati abdica collettivamente a quello che è uno dei ruoli fondamentali dello Stato stesso, vale a dire l’intervento in economia, risulta conseguente che il loro governo diventi sempre meno autonomo e sempre più una colonizzazione di coloro che l’economia la fanno per davvero, nel nostro caso delle “finanziarie atlantiche”.
Non parliamo poi di una eventuale struttura sovranazionale; questa non viene semplicemente colonizzata da chi “fa l’economia”, ma ne diventa l’emanazione diretta.
Ogni riferimento alla Unione Europea NON è puramente casuale…
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Alcuni aneddoti a questo riguardo:
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Le Banche Centrali Nazionali (Banca d’Italia) non sono più soggetti di proprietà dello Stato, ma di fatto sono SpA, pur restando di diritto pubblico, di proprietà degli azionisti (Pardon! Non si dice “azionisti”, si dice “detentori di quote del capitale sociale”, vale a dire altre banche, assicurazioni e finanziarie sul cui operato la Banca d’Italia sarebbe in teoria obbligata dalla legge a vigilare: ne hanno fatto di casino i neo-liberisti…).
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La Banca d’Italia non è più sotto la gestione del Governo italiano, ma fa parte del sistema europeo delle banche centrali ed ha perso la funzione di presiedere alla politica monetaria nazionale.
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La politica monetaria viene esercitata dal Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE); cioè da tutti (ovverossia da nessuno, come ben sa chi partecipa regolarmente alle assemblee del proprio condominio).
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Le Banche Centrali Nazionali sono le uniche autorizzate alla detenzione del capitale sociale della BCE, quindi la BCE è di proprietà di altre banche, assicurazioni e finanziarie.
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La BCE è totalmente indipendente da qualsiasi processo democratico e tra i suoi scopi istituzionali NON ha la crescita economica, il raggiungimento della piena occupazione e simili obiettivi che riguardano la prosperità dei popoli.
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L’ex-Presidente della Commissione europea ai tempi della crisi greca, José Barroso, una volta terminato il suo mandato è diventato presidente non esecutivo e advisor strapagato di Goldman & Sachs, la stessa finanziaria accusata di aver truccato i conti pubblici della Grecia, favorendone la crisi del debito sovrano…
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È a dir poco ovvio che, con istituzioni di questo genere l’istituzione che va sotto il nome di Unione Europea sia, di fatto, equiparabile ad una emanazione diretta delle “finanziarie atlantiche” e con il conflitto ucraino lo stiamo constatando in modo peggiore che non ai tempi dell’avere affamato il popolo greco in nome dell’”ideale europeo” e del “credo neo-liberista”.
Stiamo comunque assistendo a tecniche dilatorie nei confronti delle imposizioni NATO e delle politiche di guerra, non ad una chiara opposizione; per esempio: il rinviare ogni decisione a “dopo le elezioni francesi”, o al dire che “un embargo sul gas russo non fermerà la guerra in Ucraina”, o al prendere 120 giorni per una decisione in sede europea, o al comunicare che si è positivi al CoViD e non si può partecipare ad incontri internazionali, etc.
Queste tecniche dilatorie partono dai singoli governi che sono ancora influenzati dalle necessità economiche nazionali, non certo dagli organi della UE.
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Terminiamo con alcune notiziole di costume:
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Israele ha aggiunto lo Yuan cinese alle proprie riserve valutarie in precedenza costituite solo da US Dollars, Euro e Sterline.
Ufficialmente questa decisione è presa per ridurre l’esposizione a quelle tre valute (e anche solo questo risulta essere molto significativo), in realtà lo è perché i banchieri israeliani stanno dimostrando di essere più abili persino dei loro colleghi svizzeri: niente sanzioni alla Russia (e quindi Rublo maneggiabile) e sostituzione alle banche cipriote (facenti parte della UE) come principali operatori di interscambio finanziario con la “sanzionatissima” Russia.
Un po’ di sano ed “onesto” contrabbando, soprattutto se è tanto ed è legalizzato, fa sempre bene alla salute…
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Il Fondo Monetario Internazionale è stato obbligato a riconoscere che la crescita dello Yuan cinese come valuta di scambio ha un andamento irreversibile a causa delle sanzioni e del caos finanziario che ne è derivato.
Questo significa ammettere che l’influenza di questa valuta sui mercati internazionali sta crescendo di pari passo con l’ascesa del potere economico cinese.
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L’Arabia Saudita non sta sollevando osservazioni alla Russia che vende petrolio a Cina ed India nelle loro valute nazionali e così dà origine a seri dubbi sulla sopravvivenza nel lungo periodo dei Petrodollari stessi.
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Il Rublo sta benissimo in salute sia rispetto all’Euro che allo US Dollar, attualmente ha un valore leggermente maggiore rispetto a prima dell’inizio del conflitto ucraino.
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