Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Bergamo in Comune | Novembre 21, 2024

Scroll to top

Top

No Comments

CONVEGNO SUL PGT – 10 LUGLIO

CONVEGNO SUL PGT – 10 LUGLIO

Convegno sul PGT del 10-07-2023

Intervento di Francesco Macario

L’aeroporto

  • Collocazione alla nascita alla periferia urbana, era un aeroporto militare. Ricordiamoci gli insediamenti industriali aereonautici della Caproni a Ponte San Pietro.

  • Cresciuto sulla spinata di meccanismi finanziari (sovvenzioni pubbliche-lowcost) e sugli errori di pianificazione del sistema aereportuale (troppi aeroporti in nord Itala) e in particolare di Malpensa.

  • Governace: una gestione aziendale di secondo livello di enti (Camera di Commercio, banche e Confindustria) e amministrazioni (Comunale di Bg e Provinciale che con i dividendi rimpinguano i loro bilanci) che non risponde direttamente ai cittadini. Scelte economicamente contraddittorie: è il caso in campagna elettorale dei voli merci notturni, ritenuti impattanti, incentivati ad andarsene a carico del pubblico, e dopo la crisi del Covid reinsediati con altrettanto forti investimenti pubblici.

  • Non si è tenuto conto di ciò che si sapeva dagli anni ’60: che esite la Grande Bergamo di 400.000 abitanti che ne fa di fatto un aeroporto urbano inserito nel tessuto urbano a 3 km da Porta Nuova.

  • La sua crescita non pianificata è entrata in contrasto da decenni con gli interessi dei cittadini residenti a sud della grande Bergamo: rumore e inquinamento, diminuzione dei valori immobiliari.

  • Nessuno negli ultimi 15 anni ha tenuto conto urbanisticamente di una eventuale ulteriore crescita dell’aeroporto di Orio (Bagnatica, Brusaporto, Costa Mezzate, Bolgare, Seriate, Azzano, Stezzano e quartieri a sud di Bergamo) perseguendo una dinamica di forte crescita edilizia e demografica. Ovvero tutti hanno ritenuto che 10 milioni di passeggeri fosse un limite invalicabile, ma oggi si parla di una previsione di 22/23 milioni di passeggeri.

  • Oggi dopo la pandemia sono chiari i limiti allo sviluppo del trasporto aereo: costo delle risorse energetiche, limiti ambientali allo sviluppo indiscriminato dei voli, costi reali di esercizio in crescita dentro una crisi che diminuisce le capacità economiche degli utenti. Eppure quasi ogni scelta dell’amministrazione di Bergamo e della Provincia ormai ruota dando per scontato l’ulteriore sviluppo dell’aeroporto.

  • Eppure si punta molto su un’ulteriore crescita di Orio per attirare a Bergamo dei nuovi consumatori temporanei (i così detti User City), utenti che riattiverebbero potenzialità economiche soprattutto del ormai saturo settore edilizio orobico.

Il treno per Orio

  • Il bivio: metrò o treno. Il metrò avrebbe potenziato il sistema dei trasporti urbani e sarebbe stato meno impattante. Si è scelto il treno che devasta un quartiere e favorisce i collegamenti inter aeroportuali regionali, ed è molto più impattante sul territorio. Mi limito qui a segnalare che si tratta di una scelta contraddittoria con l’obiettivo dichiarato, soprattutto da Gori, di sfruttare economicamente i flussi di viaggiatori dell’aeroporto per favorire la crescita urbana.

Il polo del lusso nel centro Piacentiniano

  • I Poli del Lusso sono un asset economico che andava per la maggiore negli USA 20 anni fa. Li è un modello di vendita completamente tramontato già anni fa prima del Covid sotto l’avvento delle vendite on line (Amazon e similia).

  • A Bergamo è stato riproposto con forza ancora nell’ultima campagna elettorale 5 anni fa dal sindaco Gori legandolo ai possibili flussi di turisti lowcost di Orio, una prima quota dei fruitori temporanei della città su cui si è puntato tutto. Ma era già chiaro all’ora come avevo denunciato che sarebbe stata una soluzione dal fiato corto.

  • Eppure si è scelto di fare un grandissimo investimento pubblico nella rivisitazione del centro Piacentiniano come “lokescion” del novello Polo del Lusso orobico. Con lo stravolgimento del carattere orobico dell’arredo urbano per adeguarlo al corrente stile internazionale (simile da Detroit a Città del Capo) e relativa perdita di identità dei luoghi.

  • Ora il commercio in quell’area, come era prevedibile è in una crisi fortissima, non solo per la crisi del covid, ma soprattutto per la concorrenza dei nuovi sistemi di commercio che sfruttano le reti e la logistica che invece si espande, incontrollato, a macchia d’olio nel sud della provincia favorita anche dalle nuove infrastrutture come la BREBEMI sostenuta, anche qui contraddittoriamente, quasi dall’intero arco delle forze politiche (dal PD a FdI).

L’università e la sua crescita

  • Un altro asset per rilanciare le attività economiche è stato individuato dall’attuale amministrazione nell’università. In realtà il sistema universitario italiano attraversa una profonda crisi, e pare che alcune indagini individuino proprio nelle università di Bergamo e Brescia gli anelli più deboli strategicamente e a rischio della catena.

  • Eppure a Bergamo si parla di una crescita di decine di migliaia di studenti da perseguire sfruttando i costi bassi di collegamento garantiti da Orio. Studenti, e insegnanti, per cui vanno predisposti nuovi alloggi e servizi, aprendo una nuova stagione di sviluppo dell’edilizia (a Bergamo un settore economico se no ormai saturo).

  • Ovviamente gli studenti sono utenti disposti a pagare affitti notevoli che entrano già ora in concorrenza con le famiglie residenti.

Corus Life e gli eventi

  • Il caso Corus Life esemplifica a pieno un altro degli asset economici su cui si sta puntando; gli eventi e i loro fruitori temporanei anch’essi favoriti dai bassi costi d’accesso garantiti da Orio.

  • La politica degli eventi temporanei (tipicamente Bergamo e Brescia città della cultura) è sostenuta al fine di attirare in città altri potenziali consumatori. Gente che riempie per gli eventi BeB e in maniera minore gli Hotel.

  • Il progetto Corus Life cerca di rendere stabile questa dinamica tipica degli eventi. Un’arena (oggi praticamente di fatto quasi totalmente di uso privato) per eventi sportivi e spettacoli attorniata da residenze legate alla residenzialità temporanea dei fruitori degli eventi e da negozi di articoli sportivi e legati alla musica.

  • Il tutto realizzato in deroga a ogni pianificazione pregressa (vi sono in particolare dubbi sulla reale capacità delle infrastrutture esistenti ad assorbire i carichi viabilistici determinati dagli eventi previsti).

  • Un progetto che, secondo l’amministrazione consentiva di spostare, e rinnovare, il palazzetto dello sport a costo zero, ma naufragato nella complessità delle operazioni concatenate messe in campo che oggi portano a ricostruire il Palatenda, al fine di garantire le società sportive, ma con costi stratosferici per il pubblico e annullando ogni vantaggio per l’amministrazione e i cittadini di Bergamo.

Affitti brevi e città Alta, e Case popolari

  • Al centro di molte degli esempi portati resta il tema degli affitti brevi o temporanei (noti come BeB). Un fenomeno nato come ospitalità in casa di altre famiglie, ma diventato presto un affare.

  • Un alloggio bilocale viene normalmente fittato a Bergamo attorno ai 500/600 euro. Se lo stesso alloggio viene fittato, in maniera detassata grazie alla cedolare secca, a utenti temporanei puo rendere a secondo delle zone dai 1.500 ai 3.000 euro al mese. Oggi gli affitti brevi regolari in città sono circa 950, ma si calcola che ve ne siano almeno altri 500 in nero (eppure sono pubblicizzati in rete e non sarebbe difficile perseguirli).

  • Ora stiamo assistendo a un’ondata di sfratti di famiglie per fine locazione o per via delle loro difficoltà a pagare i canoni. È chiaro che dietro vi è la spinta a collocare questi alloggi nel settore più redditizio dei BeB. Tra l’altro la cosa risulta particolarmente iniqua perché si sta riducendo i salari (non solo per via dell’inflazione), ma agli stessi lavoratori si chiedono sempre più affitti sproporzionati rispetto al loro reddito.

  • Ciò determina una gentrificazione non solo di città alta, ma anche dei borghi e ultimamente anche di pezzi di periferia. Stucchevole la polemica del sindaco Gori che si appella al governo perché fornisca strumenti per regolamentare il fenomeno, ricordo che Gori, con un semplice, regolamento urbano ha vietato l’apertura dei Kebab o la vendita di prodotti esotici in Città Alta. Certo se si decide di non decidere è poi facile scaricare su altri le proprie responsabilità.

  • Eppure in questo contesto di espulsione dei ceti popolari dalla città non è praticamente stata avviata alcuna azione di sviluppo nei confronti del patrimonio ERP, nè da Aler nè dal Comune di Bergamo. Anzi in città a fronte di un migliaio di domande d’accesso sono resi disponibili a ogni bando poche decine di case ERP. Centinaia restano colpevolmente non assegnate in quanto non riattate e quindi non assegnabili, restano inutilizzate lasciando case senza gente e gente senza case che spesso vediamo dormire in stazione.

  • Anzi Aler avvia in questi giorni una sperimentazione togliendo una parte degli alloggi ERP dai bandi sociali normali per assegnarli a soggetti con redditi medio/bassi (16.000/20.000euro). La logica è quella di garantire alloggi ai lavoratori urbani a reddito sicuro, sfavorendo ulteriormente i ceti meno abbienti e miserabili.

  • Un passo che va anche nella direzione della cessione del servizio all’hausing sociale privatizzato, in sostanza alle fondazioni bancarie, di cui tanto discutono i nostri solerti amministratori di entrambi gli schieramenti. Banche che ovviamente sono più interessate con i loro fondi immobiliari più alla profittevolità dell’investimento che a caricarsi masse di disperati a rischio morosità. Non a caso la legge sulla casa regionale fissa ormai, come normale, per partecipare ai bandi un tetto massimo di reddito, ma anche uno minimo. Se sei un poverissimo non hai quindi diritto ad avere un alloggio. La casa non è più per costoro un diritto esigibile se non hai un minimo di capienza economica.

PGT quale futuro per Bergamo?

  • Partiamo da un esempio concreto. Il sacco di Borghi avvenuto negli anni ’70. Riassumo. Sulla spinta del piano particolareggiato di Città Alta il PRG di Astengo prevedeva un’eguale pianificazione anche per i Borghi della città. Fu incaricato l’arch. Coppa di Roma, che predispose i piani. Piani particolareggiati che però rimasero volutamente nel cassetto del consiglio comunale per anni, mentre approfittando della mancata pianificazione i Borghi furono fortemente devastati espellendo gli abitanti, inserendovi molteplici attività terziarie e commerciali. L’esempio più eclatante è l’edificio del PAM in Pignolo bassa. I piani di Coppa furono approvati dopo 10 anni a babbo morto.

  • Le conseguenze furono devastanti. Il carico viabilistico determinato dalla concentrazione di servizi per un milione di abitanti della provincia nel piccolo centro di Bergamo ha determinato effetti di congestione e inquinamento non ancora risolti.

  • Anzi la situazione fu affrontata negli anni ‘80/90 creando luoghi di sosta in centro, spesso realizzati in convenzione dagli stessi privati che avevano saccheggiato i borghi creando il problema. Soluzione che ovviamente ha solo aumentato la congestione viabilistica.

  • Ogni piano del traffico successivo non ha mai realmente risolto questa situazione che essendo ormai strutturale si è incancrenita sino a diventare irrisolvibile sul piano infrastrutturale

  • La scelta di Gori è stata di non affrontare il problema, ma di lucrarci sopra mettendo a pagamento ogni spazio di sosta a danno soprattutto degli abitanti della provincia, che sono comunque obbligati a frequentare il centro cittadino per accedere ai servizi da quelli sociali, a quelli fiscali, a quelli finanziari e culturali. Una scelta che favorisce chi se lo può permettere a scapito dei meno abbienti, e in questo senso vanno anche alcune proposte di “sinistra” su l’introduzione di un eventuale pedaggio green per l’accesso al centro. Scelte che svelano la stessa logica di classe che lega speculatori e amministratori: la città e per chi se la po’ permettere.

  • La mancata pianificazione e la pratica delle varianti che ha caratterizzato dai piani Coppa, alle leggi Adamoli e Verga, sino alle varie varianti estemporanee viene nel nuovo PGT presa a modello. L’amministrazione ci dice: Perché pianificare prima se poi tanto si procede non tenendone conto o per varianti concordate con gli imprenditori? Definiamo le operazioni strategiche, togliendo di mezzo le operazioni concorrenti minori, individuiamo i grandi operatori privati e le loro aree. Non definiamo alcuna destinazione e concordiamo poi con i privati le destinazioni da realizzare (cioè le scelgono liberamente loro) e la contropartita pubblica.

  • Ovviamente in questo contesto non essendo note le destinazioni d’uso, non si avrà idea dei vari carichi insediativi, e quindi non si potrà fare alcuna previsione infrastrutturale ne dei relativi servizi necessari (come dimostra l’esperienza drammatica dei borghi di Bergamo).

  • In sostanza oggi Bergamo non funziona a causa di una modalità anomala di procedere nella pianificazione, anzi derogando e non tenendo conto della pianificazione. Ora questa modalità viene istituzionalizzata a favore degli interessi forti, ma la sinistra non dovrebbe garantire gli interessi deboli, o almeno l’equilibrio tra i due come aveva tentato faticosamente a fare la giunta Bruni?

  • E poi chi decide sulla città? La giunta ha venduto (bene) la sua “visione” della città, nascondendone gli aspetti negativi, ed amplificando paliativi come le piste ciclabili o la piantumazione (fallita9 di nuove pinate). Nella confusione fatta ponendo la drammatizzazione dell’arrivo il lupo fascista che chissà cosa avrebbe fatto ha ottenuto il consenso. Poi si è comportata peggio del lupo.

  • Abbandonato il sogno della “visione” si è giunti alla cruda realtà di una politica pienamente liberista del “laseir fair”, del mercato che si regola da solo e via dicendo sulle orme della destra neoliberista di ispirazione “Cigago Boiys”. Alla visione sono subentrati i temi della destra peggiore quella del “il mercato è tutto, lo stato deve scomparire”. E così si aperta la strada alla crescita delle diseguaglianze e alla marginalizzazione dei bisogni sociali, sino alla negazione dei rapporti democratici paritari. Non ha caso più volte Gori ha espresso il suo fastidio per il mantenimento dello stesso suffragio universale.

  • Direi che alla “visione” squadernata sta subentrando concretamente l’incubo.

Submit a Comment