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Bergamo in Comune | Novembre 22, 2024

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C.O.N.I. – SALONE D’ONORE (?) – APOTEOSI DEL FASCISMO

C.O.N.I. – SALONE D’ONORE (?) – APOTEOSI DEL FASCISMO

Le recenti manifestazioni antifasciste bergamasche simbolizzate dalla contestazione “Non esistono eroi fascisti” davanti al monumento ad Antonio Locatelli hanno stimolato una ricerca sulla storia di quel monumento e, più in generale, sulle permanenze odierne dell’arte di quel periodo.

Non vogliamo, per ora, né parlare di quel contestatissimo monumento bergamasco, ci ritorneremo in futuro, né avere la pretesa che queste poche note costituiscano uno studio dettagliato.

Desideriamo solo raccontare come in alcuni casi si sia stati capaci di fare i conti con il pessimo passato e conservare le opere storiche “a futura memoria”, come in altri ci si sia limitati a fare finta di nulla conservando con imbarazzo ed ipocrisia le medesime opere storiche senza essere capaci di fare i conti con esse e come, invece, in altri casi si sia scelta la peggiore soluzione possibile, vale a dire ostentare queste “opere d’arte” favorendo di fatto il peggior spirito revanscista neofascista.

Per ora riteniamo sufficiente ricordare che, pur essendo stato edificato nel 1953, lo stile del monumento al Locatelli è quello più tipico del “Ventennio” e che la sua simbologia, con aquila molto simile a quella nazista e con simboli celtici ai lati, sembra voler auspicare una futura rinascita del fascismo stesso.

Molto più interessante un evento storico poco conosciuto relativo all’affresco del Palazzo degli Uffici (ex-Casa del Littorio) realizzato in perfetto stile littorio nel 1941 da Antonio Santagata.

Eufemisticamente le fonti riportano che tale affresco è stato “danneggiato” durante i giorni della Liberazione per cui alla fine degli anni ’50 l’autore viene richiamato per effettuarne il restauro e per eliminare ogni richiamo diretto al fascismo. Tanto per dirne una, Santagata trasforma il gruppo degli squadristi in basso a destra in un gruppo di popolane, molto più consone all’ideologia dominante a Bergamo nel dopoguerra secondo la quale il Locatelli avrebbe dovuto essere celebrato solo come “Vita eroica” e non come gerarca a pieno titolo e per questo pluridecorato.

Ne consegue che tale affresco è da considerarsi come perfettamente originale, dal momento che è stato lo stesso autore a realizzarne un “ripensamento” e può essere considerato come esempio storico sia di arte “littoria” che di arte (come chiamarla? Revanscista? Democristiana? In mancanza di meglio… Si accettano suggerimenti) “democristiana” della fine della Ricostruzione.

Uno stupendo esempio di arte “littoria” con cui si è stati capaci di fare i conti (e quindi di conservarla anche se adeguatamente “mimetizzata”) è costituito dal quadro doppio “Velocità astratta – Marcia su Roma” di Giacomo Balla. Da un lato è un quadro futurista idealizzante la velocità e dall’altro rappresenta la Buonanima in marcia su Roma insieme a quadrumviri e squadristi.

Tra questi si trovano pure coloro in seguito morti misteriosamente a Tobruk, Balbo, o fucilati senza troppi complimenti dopo il processo di Verona, De Bono, o addirittura arruolatisi nella Legione Straniera francese l’ultimo anno di guerra per combattere di buona lena contro i nazisti e fargliela pagare cara per il medesimo processo di Verona, Bottai – è tutto vero.

Tale quadro appartiene alla Collezione Giovanni e Marella Agnelli, ed è esposto a Torino nell’omonima pinacoteca.

Dal lato della “Velocità astratta”, ovviamente…

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Anche i mosaici della Casa del Mutilato di Ravenna hanno una storia interessante e rappresentano la Grande Guerra, quelle d’Africa e di Spagna, Cesare che passa il Rubicone e la Buonanima a cavallo (questi due ultimi su bozzetto di Santagata, lo stesso dell’affresco a Locatelli).

Ravenna si libera da sola nel dicembre del ’44, il comando partigiano si sistema in questa Casa del Mutilato e si continua a combattere fino al 25 aprile nelle Valli di Comacchio e lungo il fiume Senio, il mosaico rappresentante la Buonanima fa subito una brutta fine ed oggi non ne rimane traccia.

Diverso il destino che i partigiani assegnano agli altri quattro mosaici che pure, soprattutto quelli rappresentanti le guerre d’Africa e di Spagna, sono “fascistissimi”, “futuristici” e razzisti. Però molti dei partigiani hanno avuto parenti stretti caduti in quelle guerre e, da non trascurare, almeno due dei “resistenti di due inverni” della locale molto combattiva Brigata Garibaldi sono mosaicisti che hanno lavorato alla loro realizzazione.

Per farla breve, si decide di lasciare questi mosaici lì dove sono ben coperti e per cinquanta anni tali rimangono con la sede ANPI nello stesso palazzo. Poi vengono “riscoperti” e si parla di trasformare la Casa del Mutilato in un museo, ovviamente mancano i fondi e si deve trovare un’altra soluzione. Ne viene trovata una piuttosto pessima: in piena ideologia neo-liberista la Casa del Mutilato viene trasformata in appartamenti di valore ed in negozi e nel salone dei mosaici si installa un ristorante di lusso.

I mosaici “fascistissimi”, “futuristici”, razzisti e comunque realizzati con buona tecnica divengono una semplice decorazione, definita acriticamente e semplicisticamente “di pregio” per un locale di ritrovo della buona borghesia ravennate e dei turisti con soldi da spendere.

E meno male che le continue proposte di rifare (in stile “Memoriale del maresciallo Graziani” ad Affile) il mosaico della Buonanima cadono regolarmente nel vuoto. Sarebbe davvero troppo.

Francamente si poteva fare di meglio…

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Ma la massima peggiore ostentazione di un’opera d’arte “fascistissima” la troviamo proprio là dove meno la si dovrebbe aspettare, vale a dire là dove si dovrebbero “unire le persone, creare speranza, rompere le barriere razziali, ridere in faccia ad ogni tipo di discriminazione, etc.” (definizioni ufficiali delle caratteristiche dello sport), vale a dire nella sede del Comitato Olimpico Nazionale al Foro Italico (ex-Foro Mussolini) di Roma.

Nel “Salone d’Onore” della sede del CONI è esposto il più fascista degli affreschi concepibili, definito “L’Apoteosi del fascismo”: un coacervo di mascelle volitive, bandiere nere con il fascio al vento, squadristi, Buonanima dominante circondata da gerarchi… Guardate la foto e fatevene un’idea da soli.

Fino a poco più di venti anni fa era coperto da tendaggi, poi “qualcuno” ha avuto la brillante idea di imporre di toglierli e di ostentare sempre questo affresco fascista, durante le riunioni ufficiali del CONI, durante le visite di squadre “sportive” più o meno fascistoidi, durante le visite di delegazioni estere, etc.

Proprio l’ambientazione necessaria per realizzare gli scopi principali del movimento olimpico quali: “assicurare che nello sport il fair play prevalga e la violenza sia bandita”, “creare luoghi sportivi e promuovervi la pace”, “agire contro ogni forma di discriminazione”, “opporsi a qualunque abuso politico e commerciale”, etc.

Con un tale “Nume Tutelare” che assicura l’ispirazione nelle azioni non c’è da stupirsi se la cultura reale delle Olimpiadi stia sempre più diventando quella delle “Grandi Opere” imposte con la regola del “commissario plenipotenziario che esclude gli enti locali” che fanno scempio dei territori, che arricchiscono oligarchie ristrette e che lasciano debiti ed impoverimento per le popolazioni.

Da Messico ’68 con la strage di Piazza delle Tre Culture alle morti per doping, dagli sfrattati delle Favelas ai saccheggi ambientali: in ognuna delle edizioni della storia recente delle Olimpiadi la bandiera a cinque cerchi ha lasciato una scia di povertà e di ipocrisia, a Rio come a Londra, per non parlare di Atene e del conseguente rischio di default per la Grecia intera.

Non c’è proprio nulla di cui stupirsi, basta guardare quale è il “Nume Tutelare” ostentato con arroganza nel “Salone d’Onore” (?) di coloro che “assicurano la regolare celebrazione dei Giochi Olimpici”…

Ahò! Aridatece er tendaggio!

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Bergamo, 12.XII.2021

Marco Brusa

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https://www.pietredellamemoria.it/pietre/monumento-ad-antonio-locatelli/

https://artslife.com/2019/10/28/laltra-faccia-del-futurismo-giacomo-balla-e-il-suo-omaggio-a-mussolini/

https://www.pinacoteca-agnelli.it/visit/6128/la-collezione-permanente/

https://www.ravennaedintorni.it/economia/2019/08/31/mille-lire-piazza-kennedy-ravenna-salone-mosaici/

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