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AIR FRANCE 1611
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Una favola per l’8 settembre, giorno che festeggia la Natività della Beata Vergine Maria, ma che nel nostro immaginario collettivo ormai simbolizza l’inevitabile e tragico crollo delle istituzioni statali quando queste da troppo tempo sono state impositive al popolo e non sono per nulla rappresentative dello stesso.
Poi vengono a raccontarcela in tanti modi: “fine dello Stato”, vero, però raccontatecela tutta “di quello Stato”; “inizio della guerra civile” (termine questo sempre forzatamente contrapposto a quello più corretto di “Resistenza”), boh!, la Resistenza era già in atto da oltre venti anni; “sbandamento dell’esercito”, vero anche questo, i coscritti ne avevano le scatole piene della guerra e dell’esercito in quanto tale; etc.
Però non viene mai raccontato dal nostro sistema mediatico quella che è la reale sequenza in cui l’8 settembre è solo il primo passaggio: dopo vengono il 25 aprile ed il 2 giugno.
Evidentemente la Repubblica unitaria e democratica nata dalla lotta della Resistenza non piace a chi oggi detiene il potere reale: la democrazia è continuativamente erosa da sistemi elettorali maggioritari e di secondo livello di vario genere, sempre proposti da poco credibili personaggi che si definiscono essere “di sinistra” (sic), e lo Stato unitario è seriamente minacciato da proposte sempre più assurde di “autonomie regionali”, presentate dalla versione moderna degli “austriacanti” al servizio di un qualche potere a noi estraneo (la imperial-regia duplice monarchia mezza gialla e mezza nera all’epoca, le finanziarie atlantiche ed i loro scagnozzi nazionali oggi) il cui unico scopo è il frantumare la popolazione rendendola nuovamente suddita dei duchi e dei duchini, come fu prima dell’Unità, e quindi più facilmente sfruttabile a basso costo.
Anzi, peggio: i duchi ed i duchini almeno erano perfettamente convinti della legittimità della loro sovranità, visto che i loro antenati erano stati “unti dal Signore” (ricorda qualcuno?), e non erano più di sette (nove contando Massa e Lucca, assorbite da Modena e da Firenze nella prima metà del XIX secolo); mentre i signori dei ducat… Ooops!… delle Regioni autonome odierne sarebbero sempre e solo esponenti della classe politica asservita alle finanziarie e le “autonomie locali” sarebbero ben diciannove (ventuno contando le province già autonome di Bolzano e di Trento).
Semplicemente terrificante.
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