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PGT E FUNZIONE PUBBLICA
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Parliamo del nuovo-Piano di Governo del Territorio e del ruolo che questo assegna agli spazi pubblici.
Molti anni fa è stato prodotto un film dal titolo illuminante: “Le mani sulla città”.
Raccontava di speculazioni indegne e di una grande operazione immobiliare il cui progetto, superando lacci e lacciuoli del Piano Regolatore Generale, proponeva una nuova espansione edilizia.
Il cuore dell’operazione era edificare un nuovo quartiere di case popolari lontano dalla città, naturalmente poi a spese del pubblico bisognava portarsi servizi (fogne, acqua, luce) e viabilità.
Essendo il nuovo quartiere IACP molto distante dal centro le reti e i servizi avrebbero attraversato terreni agricoli urbanizzandoli a spese del pubblico.
E chi li aveva comprati si sarebbe trovato un affare enorme tra le mani gratis.
Ora qua a Bergamo uno dei menestrelli giornalistici della nostra era se ne è uscito con una considerazione curiosa: dopo averci ammorbato per un decennio sull’efficienza e efficacia dell’intervento privato e sulla necessità della “riduzione” (leggasi “scomparsa”) dell’intervento pubblico; ora ci sussurra, da pagini curiali, che nel nuovo polo intermodale “pare mancare una funzione pubblica «forte» oltre a quella esercitata dal polo stesso”.
Si avete letto bene “funzione pubblica”.
Tradotto ora si scopre, dopo avere ceduto ogni cosa (dalla proprietà, alla progettazione, all’esecuzione e financo al piano finanziario) ai privati (bergamaschi e loro soci di un fondo speculativo australiano) che è necessario introdurre nell’operazione edilizia una funzione pubblica «forte».
Tradotto se c’è una funzione pubblica, il pubblico dovrà farsi carico dell’infrastrutturazione/urbanizzazione dell’area.
Più o meno quello che avevano in mente i politici furboni e i loro soci nel film di Dino Risi.
In sostanza il nostro menestrello liberista inizia, per conto dei privati e dell’amministrazione, la campagna sugli interventi a contorno.
Perché “la nuova stazione da sola non basta a dare una risposta compiuta alle sfide del PGT, in primis quella dello spazio pubblico”
E ti pareva!
Alla fine del film “Le mani sulla città”, il sindaco De Angelis e i politici e imprenditori vari (che hanno trovato un accordo come sempre) presiedono all’inaugurazione del nuovo progetto di espansione della città, alla presenza di un ministro e di un cardinale.
Ecco il futuro che il buon giornalista nostrano perora.
Significativa è la didascalia che fa da sottotitolo del film di Risi che recita: «I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce.»
Ma è proprio scritto che le cose debbano andare così in questa disgraziata città?
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