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COMUNICATO DI RETEBERGAMOXPALESTINA
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A seguito del diniego da parte della Questura di Bergamo in merito al presidio per la Palestina indetto lunedì 7 ottobre, abbiamo ritenuto fosse doveroso denunciare questo atto di censura palesemente politico.
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A confermare la natura politica di questo divieto, vi sono le motivazioni scritte nel foglio di prescrizione che ci hanno consegnato: la Questura afferma che “la manifestazione, così come pubblicizzata, esprime una chiara volontà celebrativa della strage consumata in danno dello Stato di Israele”, che “lo svolgimento della cennata manifestazione potrebbe determinare gravi turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica” e che “la suddetta iniziativa potrebbe assumere connotazioni lesive dello spirito commemorativo delle vittime delle leggi razziali, nonché del sentimento di condanna dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico”.
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Facciamo chiarezza:
– Abbiamo indetto un presidio lunedì 7 ottobre in piazza Matteotti, davanti al Comune di Bergamo, per ricordare alla cittadinanza ed alla Giunta comunale (colpevolmente sorda anche ai nostri appelli scritti e orali dei mesi passati) che in Palestina si sta svolgendo un genocidio, non dal 7 ottobre 2023, ma da 76 anni, ovvero dall’insediamento forzato dei sionisti in Palestina. Insediamento avvenuto tramite azioni terroristiche, pulizia etnica, furto di terre, case e risorse che appartenevano (ed appartengono) ai palestinesi (che siano essi ebrei, cristiani, musulmani, laici e/o di qualunque altra confessione religiosa o appartenenza etnica).
Ad oggi, la conta ufficiale delle vittime del terrorismo di stato israeliano si aggira intorno alle 40.000 persone nella sola Striscia di Gaza, ma già mesi fa la prestigiosa rivista medico-scientifica The Lancet calcolava che i morti effettivi potrebbero essere più di 186.000. Nel frattempo, Israele ha lanciato attacchi omicidi anche in Cisgiordania, Siria, Yemen, Iran ed ora si appresta all’invasione del Libano.
Chi sono i veri terroristi?
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– Il 7 ottobre è solo una tappa nel percorso di lotta di liberazione nazionale del popolo palestinese dall’occupazione sionista, poiché, come sancito dal Diritto Internazionale, “i popoli colonizzati/occupati hanno in linea di principio il diritto di resistere a uno Stato che nega loro l’autodeterminazione, anche mediante il ricorso all’uso della lotta armata.” (Assemblea Generale ONU, risoluzione 2621, 1970).
Ecco spiegato perché lo slogan che abbiamo scelto per indire il presidio (ed il corteo cittadino che si svolgerà il 19 ottobre) è “Con la Resistenza palestinese fino alla vittoria”.
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– Sulle suddette “turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica” paventate dalla Questura, non solo a Bergamo ma in tutta Italia, possiamo affermare senza timore di smentita che in un anno di presidi, cortei, flash mob, sit-in ed azioni solidali con il popolo palestinese, le uniche minacce alla sicurezza pubblica sono arrivate dalle cariche a suon di manganelli della Polizia mandata a reprimere manifestazioni pacifiche partecipate da decine di migliaia di persone solidali con la causa palestinese (memorabile il vergognoso pestaggio degli studenti minorenni di Pisa lo scorso febbraio da parte della Celere locale, per citarne solo uno).
Le altre problematiche di ordine pubblico sono stati i lanci di bombe carta contro i partecipanti del corteo solidale con la Palestina da parte della Brigata Ebraica, accompagnati da vergognosi insulti inneggianti allo stupro e all’omicidio dei manifestanti lo scorso 25 aprile a Roma e Milano.
Chi sono, quindi, i veri “celebratori delle stragi”?
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