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QUANDO SI DICE: ANDARSELA A CERCARE…
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Il recente voto del Parlamento Europeo per dare parere favorevole all’Ucraina per l’utilizzo di armi “made in EU” contro il territorio russo ha lasciato a dire poco perplessa buona parte dei popoli di Europa (Baltici esclusi) e la domanda ricorrente è: ma in che mani siamo?
Non è una grande consolazione il pensare che qualche anno fa ci si era posti la stessa domanda quando il medesimo parlamento aveva votato una risoluzione che equiparava il comunismo al nazi-fascismo, dimostrando sia di essere piuttosto scarso quanto a conoscenze storiche, sia di essere l’espressione di una entità politica un tantinino eterogenea, per non dire sbrindellata: per esempio, l’economia nazionale ha poco a che fare con quella, che so, della Lituania ed un lavoratore del Nord-Italia non ha pure molto da condividere con l’anticomunismo sfegatato di un nazionalista lituano…
Ovviamente la faccenda è stata attentamente osservata da Oltre-Cortina e gli insulti pubblicati dal MinCulPop mediatico nostrano nei confronti di coloro che hanno mantenuto la propria coscienza e che hanno votato contro questa risoluzione non cambiano di una virgola la domanda: ma in che mani siamo?
Diamo un esempio di un paio di questi insulti mediatici, tratti dalla prima pagina del maggiore quotidiano nazionale di domenica 22 settembre:
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A votare contro ci hanno pensato gli Italiani: guerrieri con le armi degli altri, pacifisti sulla pelle degli altri, qualcuno anche filorusso.
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L’Europa tutta è d’accordo a sostenere l’eroica resistenza ucraina contro l’invasore, ma l’Italia suggerisce bonariamente che non bisogna offendere i “confini” del dittatore sanguinario.
Sembra di leggere la stampa di Salò a proposito degli internati militari in Germania che sarebbero stati dei “vigliacconi” perché preferivano restarsene comodamente nella “villeggiatura” offerta dall’alleato germanico ed attendere la fine della guerra, invece che offrirsi volontari per combattere nell’esercito repubblichino…
È possibile davvero che la situazione odierna presenti notevoli analogie con quella dell’epoca, ma lasciamo perdere per ora queste considerazioni.
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Oltre-Cortina la faccenda non ha fatto per niente piacere ma, per fortuna, a Mosca delle risoluzioni del Parlamento Europeo dal punto di vista pratico non è che gliene importi molto.
Gliene importerà molto quando non si tratterà solo di una risoluzione teorica-propagandistica, ma qualche (omissis) deciderà davvero di tirare un razzo di ultima generazione “made in EU” su un aeroporto dalle parti del Don.
E allora sì che si misureranno le conseguenze di questa brillante deliberazione.
In ogni modo i Russi lasciano sempre una porta aperta ed hanno lasciato il compito di rispondere al presidente della Duma, che non fa parte del potere esecutivo ma di quello legislativo, come il cosiddetto Parlamento Europeo.
Per cui è pari grado a quei/quelle (omissis)i/(omissis con genere inverso), senza se e senza ma, che hanno votato la richiesta di “escalation” e questo significa che le sue dichiarazioni non hanno conseguenze immediate ed automatiche.
Indicano solo che, se la UE ci trascinerà in guerra in nome del potere finanziario, loro sono pronti.
Citiamo integralmente e senza averne alcun piacere le contro-dichiarazioni del Presidente della Duma russa in risposta alla deliberazione del Parlamento europeo.
https://t.me/AussieCossack/22881
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Il presidente della Duma russa ha lanciato un avvertimento all’Europa: “Per chi non l’avesse capito la prima volta!
Oggi, il Parlamento europeo ha invitato i paesi dell’UE a revocare le restrizioni agli attacchi con armi a lungo raggio di Kiev sul territorio del nostro paese, ad aumentare il supporto militare all’Ucraina e ad annunciare una raccolta di fondi dalla popolazione europea per le esigenze delle Forze armate ucraine.
Lo ripeto ancora.
Se succederà qualcosa del genere, la Russia darà una risposta dura usando armi più potenti.
Nessuno dovrebbe farsi illusioni su questo.
Domande per i deputati al Parlamento europeo:
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avete consultato i vostri elettori prima di prendere questa decisione?
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I cittadini europei vogliono che la guerra arrivi a casa loro?
Quanto il Parlamento europeo sta chiedendo è che si arrivi a una guerra mondiale usando armi nucleari.
Prima di prendere una decisione del genere, era necessario ricordarsi delle lezioni della Seconda guerra mondiale.
Allora, ventisette milioni di cittadini sovietici sono morti nella lotta contro il fascismo.
È stato il nostro paese a liberare voi e tutta l’Europa.
Ricordatelo.
Non dimenticatelo.
A giudicare dalla dichiarazione del Parlamento europeo, sembra che voi l’abbiate dimenticato.
I cittadini del nostro paese sanno cos’è la guerra: è passata attraverso ogni famiglia.
La vittoria sul nazismo è stata pagata a caro prezzo.
Gli USA e l’Inghilterra, che oggi si definiscono vincitori, hanno perso meno di 800.000 persone nella Seconda guerra mondiale.
Le nostre perdite nella sola battaglia di Stalingrado sono state di 1.130.000 persone.
L’unica cosa che il Parlamento europeo dovrebbe fare dopo una simile dichiarazione è sciogliersi.
Per vostra informazione.
Il tempo di volo del missile Sarmat verso Strasburgo è di 3 minuti e 20 secondi.’
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La sacra fiamma che rappresenta le anime dei soldati caduti nella Grande Guerra è spenta. In compenso l’illuminazione esterna per rendere visibile il monumento ai turisti è accesa.
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I governanti del primo paese “Judenfrei” d’Europa sarebbero ridicoli, se non fosse che sono pericolosi, e molto.
https://t.me/channelredline/101680
“L’Estonia è pronta a colpire il territorio russo se mostra segni di preparazione ad attaccare la NATO.
La nostra capacità di neutralizzare il nemico sul suo stesso territorio è decisiva”.
Ha dichiarato il generale estone Vahur Karus.
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Da ultimo una piccola speranza: i recenti risultati elettorali nelle elezioni locali del Brandeburgo e della Cechia vedono una sonora sconfitta per tutti i partiti di governo filo-NATO.
Im Brandeburgo la CDU diventa l’ultimo partito e Verdi e Liberali spariscono; resiste la SPD e il secondo partito è la destra estrema di AfD (però contraria alla guerra).
La, molto contestata dai politicamente corretti, sinistra BSW di Sahra Wagenknecht diventa il terzo partito ed una riflessione diventa necessaria su questi risultati elettorali.
Il BSW si rivela avere tutto l’aspetto di alternativa “di sinistra” alla imposizione obbligatoria di alternative di sola destra estrema.
Nella Cechia, dove non esiste nulla del genere, la destra estrema stravince.
Come in Italia, del resto…
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