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Bergamo in Comune | Settembre 20, 2024

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LUPA VESTITA DA AGNELLO

LUPA VESTITA DA AGNELLO

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Così sostiene Tehran Times a proposito di Kamala Harris

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Trovare nelle cronache, antiche e moderne, notizie di bambini che crescono allo stato selvaggio, o che vengono addirittura allevati da lupi, non costituisce una impresa difficile.

Ancora negli anni ’50 in un’isola irlandese sulla costa atlantica si sa che non è stato possibile recuperare i figli dell’unica coppia residente che, essendo morti i genitori, sono andati “a crescere con i conigli” nascondendosi in chissà quali anfratti e rendendo inutile ogni ricerca.

Se ne ignora la sorte, che comunque non deve essere durata a lungo.

Sono relativamente frequenti in Siberia i racconti di bambini che si perdono in estate nei boschi, che vengono ritrovati giorni e giorni dopo in buona salute e che raccontano di essere stati insieme ad alcuni “bei cagnoni” che li hanno pure allattati.

Evidentemente i “bei cagnoni” non erano affamati, in inverno la faccenda avrebbe preso tutta un’altra piega.

È dai tempi di Romolo e Remo che le varie mitologie/cronache riportano queste storie di infanti allevati da una lupa (la parola latina “lupa” ha anche un altro significato, ma cerchiamo di non essere troppo prosaici) e ne forniamo un breve ed incompleto elenco:

  • Il cosiddetto “Juvenis Ovinus Hibernus” secondo la classificazione di Linneo, trovato in Irlanda e descritto da Nicolaes Pietersz “Tulp”, medico quattro volte Borgomastro di Amsterdam nel XVII Secolo.

  • Il bambino-lupo di Hesse – Classificato come “Juvenis Lupinus Hessensis” da Linneo. Nel 1334, un bambino di circa sette anni, rapito dai lupi, viene ritrovato in Germania. I lupi l’avevano protetto dall’inverno ricoprendolo di fogliame e accovacciandosi vicino a lui, all’interno della tana. Questa storia, divulgata dal naturalista Linneo, è stata poi ripresa anche dal filosofo francese Jean Jaques Rousseau.

  • Il bambino-lupo di Wetteravie – Un altro bambino-lupo di 12 anni, viene catturato negli stessi anni in Germania, ma si lascia morire di fame.

  • Il cosiddetto “Juvenis Ursinus Lithuanus” secondo la classificazione di Linneo.

  • Marie-Angélique-Memmie le Blanc – Classificata come “Puella Campanica” da Linneo. Originaria della Nazione dei Renards, tribù di pellerossa dell’odierno Wisconsin, all’epoca estrema propaggine settentrionale della Luisiana francese, venduta giovanissima come schiava ad una nobile che la porta in Francia, fuggita e vissuta per dieci anni allo stato selvatico nei boschi della Provenza tra il 1721 ed il 1731. Nel suo caso, più che di ragazza selvaggia, si deve quasi sicuramente parlare di pellerossa che ha esportato il proprio stile di vita in Europa. Infatti, una volta (ri)catturata ha imparato, caso unico fra i ragazzi ritrovati in condizioni simili, a leggere e scrivere ed è vissuta fino a oltre sessanta anni di età.

  • Peter di Hamelin – Classificato come “Juvenis Hannoverianus” da Linneo. Scoperto in Germania, nel 1724, è stato offerto al re dell’Hannover e di Gran Bretagna, Giorgio I, ed è stato esibito alla corte prima di essere mandato a vivere in una fattoria. Camminava carponi e non ha mai imparato a parlare.

  • Victor – Nel 1798 è stato catturato nei boschi francesi dell’Aveyron un ragazzino selvaggio di circa dodici anni: completamente nudo, mordeva e graffiava e quando veniva chiuso in una stanza andava avanti e indietro come un animale in gabbia. Un medico, Jean Itard, ne ha tentato il recupero comportamentale e linguistico senza molto successo, ma le sue relazioni sono tuttora disponibili.

  • Amala e Kamala – Due bambine-lupo indiane che si dice essere state ritrovate (il racconto è oggi molto contestato, anche se la descrizione dell’epoca sembra essere congruente in ogni sua parte) nel 1920 in Bengala e portate in un orfanotrofio. Kamala aveva un sette anni circa e Amala meno di due e potevano essere state adottate dai lupi in due momenti diversi.

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Di queste ultime riportiamo quanto riferito in “Gli animali e la loro vita”, volume 7, Istituto Geografico De Agostini Novara, 1974.

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Il caso più noto di adozione di bambini da parte di lupi risulta perfettamente verosimile.

In un piccolo paese di nome Midnapore, a sud-ovest di Calcutta, si sparse il panico tra i contadini per il fatto che in una tana di lupi, animali già di per sé leggendari, comparivano al tramonto due strani quadrupedi dal volto umano che correvano e giocavano insieme ai lupi veri, tre adulti e due lupacchiotti.

Questo accadeva nel 1920, mentre un pastore, il reverendo Singh, giungeva nel villaggio nel corso di uno dei giri del suo ministero.

Messo al corrente della cosa, il pastore chiese ai più coraggiosi tra i contadini che lo accompagnassero, una sera, presso la tana per sfatare quello che pensava dovesse essere una semplice fantasia.

Con molta meraviglia il reverendo vide con i propri occhi, dopo il tramonto del sole, uscire da una grande tana cinque lupi e due esseri umani, di aspetto selvaggio, che camminavano a quattro zampe.

Il pastore decise immediatamente di esplorare la tana in cui si nascondeva quella incredibile famiglia, per accertare l’identità dei suoi abitanti.

Gli abitanti di Midnapore rifiutarono energicamente di prendere parte alla “profanazione” e il reverendo dovette cercare aiuto in un villaggio lontano.

Come narra con ogni minuzia lo stesso pastore nel proprio diario, durante la ricognizione della tana due lupi riuscirono a fuggire e il terzo, una lupa, fu ucciso.

E nel fondo della tana apparvero i due lupacchiotti e due bambine nude, la maggiore delle quali sembrava essere sui sette-otto anni di età mentre la più piccola non pareva averne più di due.

Le bimbe vennero trasferite nell’orfanotrofio di Midnapore e battezzate dallo stesso pastore che chiamò Kamala la maggiore e Amala la più piccola.

Quest’ultima morì un anno dopo la sua “cattura”, mentre Kamala sopravvisse fino al 1929. E nei nove anni di residenza nell’orfanotrofio venne osservata giorno per giorno dal reverendo Singh, che descrive, nel proprio diario, con ogni particolare, i progressi della sua educazione.

Nei primi mesi la bimba si comportava come un canide selvatico: camminava sulle mani e sulle ginocchia per spostarsi lentamente e sulle mani e le punte dei piedi nella corsa.

In questa posizione raggiungeva una velocità superiore a quella di un uomo normale.

Kamala rifiutava qualsiasi cibo vegetale, mangiava carne cruda, rosicchiava gli ossi, ululava di notte e manifestava un grande affetto per la piccola Amala tanto che, quando questa morì, non volle assolutamente mangiare né bere per due giorni e passava il tempo fiutando il letto in cui aveva dormito la piccola compagna.

Riassumendo le informazioni del pastore Singh, si può concludere che Kamala al momento della cattura, a sette-otto anni di età aveva la mentalità di un bimbo di sei mesi.

Quando morì, a sedici-diciassette anni, pronunciava qualche parola, camminava eretta, mangiava aiutandosi con le mani, e nell’insieme presentava i caratteri tipici di un bambino di quattro anni.

Questo singolare caso dimostra anzitutto la capacità di animali selvatici con istinto materno molto sviluppato, come i lupi, di adottare cuccioli di altre specie, compresa quella umana.

D’altra parte il lento sviluppo mentale di Kamala dimostra la grande importanza che ha per l’uomo il contesto culturale.

Allevata dai lupi la bambina si comportava come una lupa e solo molto lentamente il paziente sforzo del reverendo Singh riuscì ad introdurla agli stadi più elementari della cultura umana.

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Ma ora passiamo a vedere cosa scrive, a proposito di una ben più nota Kamala, il giornale degli Ayatollah, Tehran Times.

https://www.tehrantimes.com/news/502841/Wolf-in-sheep-s-clothing-Harris-grieves-for-Gazans-enables

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Di Shahrokh Saei

Lupo travestito da agnello: Kamala Harris piange per gli abitanti di Gaza e permette il genocidio israeliano

23 Agosto 2024

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I commenti fatti dal vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, alla Convenzione Nazionale Democratica di Chicago sulla guerra di Israele contro Gaza hanno dimostrato che le affermazioni di Washington di volere essere mediatore nei colloqui per il cessate il fuoco tra il regime di Tel Aviv e Hamas suonano false.

Kamala Harris ha fatto eco al pregiudizio filo-israeliano dell’America che dura da decenni e ha gettato tutto il suo peso dentro questa entità fasulla.

“Voglio essere chiara, difenderò sempre il diritto di Israele a difendersi, e farò sempre in modo che Israele abbia la capacità di difendersi”, ha detto Kamala Harris in un discorso alla Convenzione mentre accettava la nomina presidenziale democratica.

L’esercito del primo ministro Benjamin Netanyahu ha massacrato circa 40.300 palestinesi da quando ha iniziato la guerra a Gaza il 7 ottobre.

I media americani hanno riconosciuto che molti abitanti di Gaza sono stati uccisi dalle armi che gli Stati Uniti hanno fornito a Israele.

Quindi, le dichiarazioni di Kamala Harris sullo schierarsi con Israele per “difendersi” significano dare il via libera al regime di Netanyahu per massacrare altri palestinesi a Gaza. Inoltre, equivalgono a contribuire o addirittura a consentire atti di genocidio perpetrati dall’esercito israeliano a Gaza.

MEDIAZIONE O DEPISTAGGIO?

Gli Stati Uniti, insieme al Qatar e all’Egitto, hanno mediato i negoziati tra Hamas e Israele con l’obiettivo di porre fine alla guerra di Gaza, ma la posizione di Kamala Harris contro una delle parti in guerra ha sollevato interrogativi sul ruolo di Washington come mediatore.

“Il popolo di Israele non deve mai più affrontare l’orrore che un’organizzazione terroristica chiamata Hamas ha causato il 7 ottobre, tra cui indicibili violenze sessuali e il massacro di giovani a un festival musicale”, ha detto Kamala Harris nel suo discorso.

Kamala Harris definisce Hamas una “organizzazione terroristica”, mentre questo gruppo di resistenza ha ottenuto un’enorme maggioranza nelle elezioni parlamentari a Gaza nel 2006.

Hamas è salito al potere in modo democratico, ma il candidato del Partito Democratico cerca di demonizzare il gruppo perché non segue la linea degli Stati Uniti.

Kamala Harris, che ha sostituito il presidente Joe Biden come candidato del partito, sta anche giocando a scaricabarile quando accusa Hamas di aver commesso violenze sessuali e di aver ucciso israeliani durante l’attacco del 7 ottobre.

Il regime di Netanyahu è sotto tiro per le sue brutalità contro i Palestinesi che si trovano nelle carceri israeliane.

Numerosi rapporti hanno fatto luce sugli abusi sistematici dei prigionieri palestinesi da parte delle autorità israeliane, con racconti inquietanti di torture e condizioni disumane. Israele è accusato di aver ucciso e stuprato detenuti.

L’esercito israeliano ha anche massacrato civili in edifici residenziali e coloro che si sono rifugiati in ospedali e scuole.

Ma gli Stati Uniti sono rimasti in silenzio di fronte a tali atrocità.

SOGNO DELLA FANTASIA

Durante il suo discorso alla convention, Kamala Harris ha cercato di sedurre i Palestinesi.

“Quello che è successo a Gaza negli ultimi dieci mesi è devastante. Così come le tante vite innocenti perse. Persone disperate e affamate che fuggono in cerca di salvezza, più e più volte. L’entità della sofferenza è straziante”, ha detto, aggiungendo che la Casa Bianca sta lavorando per porre fine alla guerra a Gaza.

Kamala Harris sostiene che gli Stati Uniti vogliono porre fine alla guerra, ma continuano i trasferimenti di armi a Israele. Quindi, i suoi commenti sembrano un sogno della fantasia.

Il comportamento dei funzionari dell’amministrazione statunitense indica che sono impegnati ad aiutare Netanyahu a raggiungere i suoi obiettivi di guerra a Gaza, ma senza alcun risultato. I funzionari militari israeliani hanno ammesso che l’obiettivo principale di Netanyahu di una “vittoria totale” su Hamas non potrà essere raggiunto.

Quindi, l’obiettivo di Washington di mediare un cessate il fuoco a Gaza e le lacrime di coccodrillo di Kamala Harris sulla perdita di vite civili a Gaza sono solo uno stratagemma tattico per placare gli elettori pro-Palestina, che sono disillusi dal Partito Democratico, in vista delle elezioni presidenziali di novembre.

Shahrokh Saei

Reporter presso The Tehran Times, in precedenza “English Language Teacher” presso il Kish Institute a Teheran.

Ha studiato presso la Payame Noor University e ha ottenuto la laurea in “English Teaching”.

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