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ISRAELE STA PERDENDO
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Lo dicono gli Israeliani stessi…
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Pubblichiamo la traduzione di un articolo apparso oggi sul quotidiano israeliano “Haaretz” a firma di un generale in pensione, comandante di truppe corazzate e veterano dell’attraversamento del Canale di Suez nella guerra dello Yom Kippur in cui ha ricevuto la “medaglia del coraggio” (più o meno equivalente ad una medaglia d’argento al valor militare).
L’autore è indubbiamente un sionista, come lo sono di fatto praticamente tutti gli Israeliani di religione ebraica (tranne alcuni gruppi ultra-ortodossi).
Coloro che non lo sono, o che non lo sono abbastanza, oggi se ne vanno ed emigrano da Israele, circa seicentomila da ottobre ad oggi secondo stime credibili, praticamente tutti coloro con un doppio passaporto.
Meglio tornare a New York, in Australia o nelle comunità d’Europa che attendere di essere coinvolti in un qualcosa peggiore di un 8 settembre…
Inoltre Israele non ha la possibilità di riuscire a resistere in una guerra di attrito come quella che sta facendo da oltre due anni Vladimiro in Ucraina (e che sta danneggiando, assai assai, l’Unione Europea).
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I conti della serva sono presto fatti:
Nove milioni e mezzo di abitanti.
75% di religione ebraica, vale a dire sette milioni, gli altri Arabi, Filippini, etc.
Seicentomila rifugiati all’estero dopo il 7 ottobre.
Trecentocinquantamila mandati nel Negev e negli alberghi di Eilat dal nord dopo l’inizio dei bombardamenti di Hezbollah.
Trecentomila i riservisti attualmente sotto le armi a Gaza, in CisGiordania e ai confini con Libano e Siria.
Rimangono poco più di cinque milioni e mezzo di Israeliani di cui un circa terzo anziani e circa un terzo troppo giovani: poco più di due milioni di lavoratori attivi, uomini e donne.
Un po’ pochi per una guerra di attrito ed è per questo che le guerre israeliane sono state sempre “blitzkrieg”, campagne lampo di pochi giorni al massimo poche settimane, altrimenti l’economia dello Stato non avrebbe retto.
Oggi stiamo andando avanti da dieci mesi e, al di là del trionfalismo fuori luogo del MinCulPop nostrano, è evidente come quei (omissis) di Netanyahu e complici dei partiti “religiosi” siano caduti in pieno, siccome tragici allocchi, in una ben preparata trappola dell’Asse della Resistenza.
E speriamo che questa Terza Guerra Mondiale resti a pezzetti e non si fonda in una macelleria unica.
Non c’è da stupirsi che i sionisti intelligenti di Israele se ne siano accorti e si siano messi a fare i “profeti dell’ira” (“profeth of wrath” nell’originale): è l’unico sentimento che possono nutrire nei confronti di coloro che “stanno disintegrando il nostro glorioso paese”.
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https://www.haaretz.com/opinion/2024-08-22/ty-article-opinion/.premium/israel-will-collapse-within-a-year-if-the-war-against-hamas-and-hezbollah-continues/00000191-795e-d8d0-a7bb-f9ff81000000?utm_source=App_Share&utm_medium=iOS_Native
Israele crollerà entro un anno se la guerra di logoramento contro Hamas e Hezbollah continuerà.
Di Yitzhak Brik
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Il maggior generale Yitzhak Brik ha prestato servizio nei Corpi Corazzati come comandante di brigata, divisione e truppe, ed è stato il comandante dei collegi militari dell’esercito israeliano.
Per dieci anni è stato il difensore civico delle Forze di Difesa Israeliane.
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La maggior parte delle dichiarazioni pretenziose fatte dal ministro della Difesa Yoav Gallant durante la guerra a Gaza si sono dimostrate infondate.
Dopo l’occupazione di Gaza City, ha detto che Israele aveva il controllo totale della città e dei suoi tunnel e che in breve tempo Hamas si sarebbe arreso.
Dopo l’occupazione di Khan Yunis, ha affermato che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, stava nascosto nei tunnel da solo, che aveva perso il controllo dei suoi uomini, e che nel giro di pochi giorni sarebbe stato catturato.
Con queste dichiarazioni, Gallant, insieme ai suoi colleghi, il capo di stato maggiore dell’IDF Herzi Halevi e il primo ministro Benjamin Netanyahu, ha gettato polvere negli occhi dell’opinione pubblica israeliana.
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Di recente, sembra che Gallant abbia iniziato a smaltire la sbornia, quando nella commissione per gli affari esteri e la difesa della Knesset ha dichiarato che il concetto di vittoria totale a Gaza “è una sciocchezza”.
E sembra che abbia cominciato a rendersi conto che il mancato raggiungimento di un accordo con Hamas porterebbe a una guerra regionale che metterebbe Israele in serio pericolo.
Questa consapevolezza lo ha spinto a convocare una discussione, nel governo o nel gabinetto di sicurezza, con l’intenzione di avvertire tutte le parti coinvolte.
L’obiettivo apparente di questa discussione è il garantire che la responsabilità ricada non solo su di lui, ma sia condivisa da tutti i ministri del governo.
Presumo che il ministro della Difesa Gallant abbia già capito che la guerra ha perso il suo scopo.
Israele sta sprofondando sempre più nel fango di Gaza, perdendo sempre più soldati uccisi o feriti, senza alcuna possibilità di raggiungere l’obiettivo principale della guerra: abbattere Hamas.
Il paese sta davvero galoppando verso l’orlo di un abisso.
Se la guerra di logoramento contro Hamas e Hezbollah continua, Israele crollerà entro non più di un anno.
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