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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
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Come al solito apprendiamo dal sistema mediatico importanti novità che riguardano Bergamo.
Le dichiarazioni dell’Assessore all’Urbanistica che rivendicano la volontà di cancellare l’edificabilità per oltre un milione di metri cubi sugli Ambiti di Trasformazione in area libera concentrando di conseguenza tutti gli sforzi sul riuso del patrimonio edilizio esistente sono del tutto risibili.
In primo ha cancellato volumetrie da Porta Sud inserite nel precedente piano per scelte non più attuali, non gli è costato nulla e gli fornisce un facile slogan.
Anche sul taglio orizzontale sulle volumetrie ci sarebbe da dire, infatti è stato orizzontale sugli ambiti minori (con conseguente incazzatura vescovile ora rimediata grazie alla riconversione degli ambiti religiosi in residenziali), ma ha consentito la densificazione, nei cinque ambiti principali.
Il tutto spacciato per un positivo “riuso del patrimonio edilizio esistente”, altro slogan facile.
Lasciamo poi perdere che è ben difficile parlare di densificazioni per comparti come lo scalo merci di fatto oggi verdi e inedificate.
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In realtà è evidente che si è fatta un’operazione di distribuzione delle volumetrie a vantaggio dei grandi imprenditori immobiliari, gli sponsor della attuale Giunta comunale.
Naturalmente ha buon gioco ad attaccare la Consigliera Comunale del M5S che ha mosso accuse giuste (ha parlato di “commercializzazione o peggio di un approccio “affaristico”, sui temi urbanistici”) ma generiche.
Certo la Consigliera Comunale ha usato anche termini non idonei.
Non si tratta di commercializzazione ma di privatizzazione degli spazi urbani.
Di conseguenza non è riuscita a muovere specifiche osservazioni a dimostrazione delle sue accuse rimanendo vaga e generica.
Ha capito il senso del piano, ma non è stata in grado di svelarne e denunciare i concreti meccanismi.
L’Assessore all’Urbanistica ha avuto buon gioco nel girarle la frittata dal momento che le accuse generali/generiche spesso risultano ideologiche e inefficaci.
Più rilevante la difesa dell’Assessore all’Urbanistica del modello di mobilità (“sostenibile”) proposta dal piano e che nessuno ha saputo criticare seriamente, pressato dai tempi brevi della sua risposta ha fatto sintesi chiarendone “ad evidentiam” il senso.
Il Piano adotta questo modello di mobilità in forma strategica “legando in modo ancor più indissolubile l’urbanistica ai cambiamenti del sistema di mobilità cittadina” e non solo infatti introduce la così detta “Dorsale del riuso” in cui promuovere ed incentivare le trasformazioni in funzione della loro maggior o minor accessibilità.
In sostanza basti pensare alla TEB2 che parte dalla stazione attraversa via Bono e ex aree Italcementi, va alle Reggiani/Stadio prosegue per Almè passando per l’ex stabilimento del Gres (tutte aree valorizzate e proprietà o con interessi di un noto gruppo imprenditoriale) più altre aree minori.
Inutile fare qui l’elenco degli imprenditori a cui appartengono queste aree.
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La “Dorsale del riuso” appare negli intenti strategici uguale come logica alla vecchia tangenziale Est targata ex-Sindaco e noto palazzinaro, si è passati dalla gomma al ferro ma l’intento rimane uguale “promuovere ed incentivare le trasformazioni” cioè favorire tramite investimenti pubblici la rendita urbana.
Una piena continuità strategica che svela il vero orientamento dell’attuale, e della prossima, amministrazione.
L’Assessore all’Urbanistica poi sostiene che vi sono due importanti assi pubblici strategici nel PGT: la casa e la scuola.
Assi che incrementerebbero le dotazioni della città pubblica.
Sulla casa basta accennare al recente convegno in cui si sono poste, seguendo le orme di Sala a Milano, le premesse per la cessione del patrimonio di case comunali a un fondo immobiliare privato.
L’obiettivo di questo fondo immobiliare come del PGT rimane aumentare la dotazione di Social Housing, cioè non di case per coloro che rimangono esclusi dal mercato della casa, ma per i ceti medi che, visti i noti effetti della turistificazione della città, non trovano più alloggi in affitto.
Si tratta di famiglie con un reddito medio di 18/40 mila euro, gli alloggi per questi sarebbero reperiti sia dedicandogli almeno metà dell’attuale patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) comunale e dell’ALER (perché anche in questo campo le due destre concorrono a chi fa peggio).
Si tratta di circa 2.000 alloggi esistenti in città.
Ovviamente nessuno dice che fine dovrebbero fare gli indigenti che attualmente le abitano.
E recuperando negli Ambiti di Trasformazione previsti marginalmente nuovi alloggi in Housing Sociale.
Essendo l’Housing Sociale affittato in un mercato moderato, ma libero, non si capisce come questi incrementerebbero le dotazioni della città pubblica.
Un altro slogan fumoso e che nasconde politiche esattamente opposte a quanto sbandierato.
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Sulla scuola il riferimento è allo sviluppo dell’Università (e annessi studentati e case per studenti e professori), coerente con la politica favorevole all’aumento degli User City praticata da Gori e soci in questi dieci anni e che tanto ha favorito la crescita delle diseguaglianze e degli squilibri urbani.
Anche in questo caso non si capisce il nesso con la città pubblica?
Il tema ambientale viene snocciolato senza riferirsi all’inquinamento o alle conseguenze del tema aeroporto (su cui tutte le minoranze hanno taciuto).
Va anzi sottolineato che in sede di discussione per criticare le zone trenta tardivamente, dopo dieci anni di ignavia dell’amministrazione, introdotte nel periodo preelettorale il centro destra non ha trovato di meglio che tessere l’elogio della macchina persino per andare in bagno.
Arrivando sino al ridicolo di paventare un “complotto” green ai danni dei poveri automobilisti vessati nel loro diritto di usare la loro auto.
Se il centrosinistra fa schifo il centrodestra è alla frutta.
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Sulla valorizzazione e sull’ampliamento del Parco dei Colli che secondo l’Assessore all’Urbanistica rafforzerebbe ulteriormente le forme di tutela e salvaguardia rispetto all’esistente, va detto che non è vero. La Cintura Verde attuale prevede l’inedificabilità dei suoli e la compensazione, tramite cessione di diritti edificatori riconosciuti ai terreni inclusi in questa area, dei proprietari che contestualmente dovrebbero cedere la proprietà al comune.
La ricomprensione di queste aree nel Parco dei Colli, non significa che divengono inedificabili, anzi al contrario lo diventeranno se lo strumento regolatore del parco lo prevederà.
Un modo per eludere furbescamente la forte norma vincolistica emersa dopo il dibattito dul Parco Agricolo Ecologico.
Ma anche in questo caso Valesini afferma che l’inclusione nel parco rafforzerà “ulteriormente quindi le forme di tutela e salvaguardia rispetto all’esistente”.
Bisogna veramente avere la faccia come il (omissis).
La tiritera sugli illuminati amministratori che vollero il Parco (cioè ing. Salvo Parigi assessore regionale che lo impose alla riluttante e contraria compagine amministrativa cittadina democristiana) è ovviamente una pura ulteriore cortina fumogena.
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