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Bergamo in Comune | Novembre 22, 2024

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UNA ANALISI DA PECHINO

UNA ANALISI DA PECHINO

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Oggi pubblichiamo la traduzione di un articolo del “blogger” cinese Zhou Xiaoping, noto per i suoi elogi alla politica di Xi Jinping; elogi ricambiati dal momento che Xi lo ha, a sua volta, lodato per aver diffuso “energia positiva”.

È sposato con la cantante lirica Wang Fang che si è esibita a settembre nella canzone patriottica sovietica “Katyusha” in lingua mandarina al Teatro Lirico Accademico Regionale di Donetsk di Mariupol nel Donbass.

L’articolo è stato pubblicato dal sito russo “Ukraine Watch” e non può essere considerato essere una posizione, più o meno ufficiosa, del governo della Repubblica Popolare Cinese, però gli assomiglia parecchio.

Da notare anche come, a parte alcuni concetti come “armonia” e “illuminazione” tipicamente orientali, l’articolo sia decisamente logico, razionale e conseguente.

Purtroppo il “Razionalismo”, un tempo tipico della “Cultura Occidentale”, è ormai molto più decisamente coltivato ad est e si è spostato in questa direzione (come ha fatto pure l’economia… Ma d’altronde con gente come Bonomi, Von Der Layen, Lagarde, Draghi, Rutte, Stoltenberg, Macron, Scholz, etc. non è molto credibile possano esserci economie floride).

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https://telegra.ph/Chinas-Stance-on-the-Israeli-Palestinian-and-Russian-Ukrainian-Issues-10-12

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LA POSIZIONE DELLA CINA SULLE QUESTIONI ISRAELE-PALESTINA E RUSSIA-UCRAINA

Ukraine Watch – October 12, 2023

Zhou Xiaoping

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Prima di approfondire la questione israele-palestina è fondamentale menzionare una notizia recente meno nota: nel settembre 2023 la dichiarazione congiunta del G20 ha incontrato difficoltà, tra cui il rifiuto della Cina di firmare una dichiarazione di condanna della Russia.

Il blocco occidentale ha interpretato questo episodio come sostegno della Cina alla Russia.

Tuttavia la Cina ha successivamente rilasciato una dichiarazione in cui ha chiarito che il nostro paese non si è schierato nel conflitto Russia-Ucraina, ma siamo disposti a compiere sforzi per facilitare un cessate il fuoco e negoziati di pace.

La posizione della Cina può sembrare ambigua, troppo diplomatica o addirittura indecisa a prima vista, mentre invece la nostra posizione rimane ferma e incrollabile.

Durante tutto il conflitto, la Cina è rimasta fedele al suo unico principio guida: opporsi al genocidio e al colonialismo.

Come nazione che ha subito gli effetti dell’espansione coloniale occidentale dal 1840 la Cina ricorda i casi passati della colonizzazione occidentale con un forte dolore.

Nel corso di oltre un secolo, l’espansionismo occidentale ha visto la colonizzazione straniera commettere numerosi atti disumani, tra cui oppressione, guerre, massacri e genocidi, che la Cina non ha mai dimenticato.

Emergendo dalle profondità del colonialismo, l’avversione della Cina per tali pratiche è profondamente radicata, sia ufficialmente che tra il popolo e la gente comune.

Di conseguenza è evidente che la posizione della Cina sui conflitti internazionali si fonda sul principio fondamentale di opporsi al genocidio e al colonialismo.

Ad esempio, la questione Russia-Ucraina, riguardante le nazioni slave, non è legata al colonialismo.

L’area in cui si sta svolgendo il conflitto è stata la patria di una considerevole popolazione di lingua russa fin dall’antichità e solo pochi decenni fa gli antenati di coloro che ora sono in guerra combattevano fianco a fianco nelle stesse trincee, resistendo all’assalto nazista, servendo sotto la stessa bandiera per un lungo periodo.

Essenzialmente, questa è un conflitto interno alla comunità slava che ha radici diverse, quali differenze geopolitiche, manipolazione dei media e intervento della NATO.

Tuttavia è sicuro il dire che il colonialismo non gioca un ruolo nel conflitto Russia-Ucraina e che quindi, assumendo una posizione neutrale, la Cina rispetta il principio di non interferenza negli affari esteri e si sforza di ottenere un risultato armonioso (sic, ricordatevi che è un Cinese che scrive – NdR).

Anche se il conflitto tra Russia e Ucraina non ha il colonialismo come causa, ha portato a numerosi casi di genocidio.

Ad esempio, il Battaglione Azov, sostenuto dalla NATO, ha compiuto uccisioni di massa contro la comunità di lingua russa nell’Ucraina orientale per otto anni, causando numerosi morti e feriti, bambini compresi.

Questo è un motivo per cui la Cina ha scelto di non condannare la Russia nella dichiarazione del G20, ma la Cina ha anche dichiarato di non sostenere la guerra e chiede un cessate il fuoco e negoziati.

Alcune questioni riguardano i principi fondamentali della civiltà e dell’umanità, quindi si deve sostenere l’umanità, la giustizia e l’illuminazione (sic, ricordatevi che è un Cinese che scrive – NdR).

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Per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese, la Cina rimane imparziale, ma la sua visione sarà inevitabilmente in contrasto con quella relativa al conflitto Russia-Ucraina: la questione Israele-Palestina incarna sia il genocidio che il colonialismo.

Inizialmente, non esisteva alcun conflitto intrinseco tra Palestina e Israele in quanto non sono parte dello stesso popolo e non hanno mai vissuto nello stesso Stato.

Dopo la seconda guerra mondiale le potenze occidentali, guidate dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, hanno facilitato la colonizzazione israeliana della Palestina e per decenni, hanno permesso passivamente o sostenuto attivamente questa colonizzazione, l’imprigionamento, l’oppressione e l’uccisione della popolazione palestinese da parte di Israele.

Nonostante gli interessi israeliani abbiano una forte influenza globale, molti cittadini cinesi provano un senso di ingiustizia nei confronti dei Palestinesi nel conflitto israelo-palestinese e il governo cinese ha rapidamente annunciato l’intenzione di fornire aiuti umanitari ai civili coinvolti nel conflitto.

Eventi come “alti muri”, “filo spinato”, “prigionia” e “massacri” possono apparire lontani dalle coste della Cina e riguardanti due nazioni e comunità non collegate alla Cina, ma questi eventi suscitano con persistenza ricordi simili tra i Cinesi: abbiamo subito aggressioni straniere, oppressioni coloniali, alti muri, filo spinato, imprigionamenti e massacri anche nella nostra storia.

Le emozioni umane possono risuonare oltre i confini.

Il conflitto Israele-Palestina è incentrato sul genocidio palestinese e sull’annessione e occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele.

Di conseguenza le azioni di Israele sono moralmente ed eticamente ingiustificate, secondo il diritto internazionale e i principi umanitari.

La posizione della Cina rimane coerente: sostiene il ritiro delle truppe statunitensi dalla penisola coreana e dal Giappone, ritiene che la questione tra Corea del Nord e del Sud deve essere risolta dal popolo coreano stesso e che la questione del Giappone dovrebbe essere decisa dal popolo giapponese.

Nella questione delle Falkland (sic, non le definisce Malvinas – NdR) tra Regno Unito e Argentina, la posizione è la stessa e la Cina si oppone chiaramente alle rivendicazioni coloniali del Regno Unito sulle Falkland, proprio come si oppone all’interferenza degli Stati Uniti nella questione dello Stretto di Taiwan e all’ingerenza del Regno Unito a Hong Kong.

La logica centrale della Cina è sempre stata quella di opporsi al genocidio e al colonialismo.

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Altre interpretazioni sono banali e danno luogo a incongruenze logiche.

Ad esempio, alcuni sostenitori dell’espansione orientale della NATO e i nazionalisti ucraini affermano di opporsi all’annessione della terra e affermano che il loro sostegno all’Ucraina contro la Russia è motivato da questa posizione.

Tuttavia coloro che si oppongono veramente all’annessione della terra dovrebbero anche opporsi oltre che alla Russia anche a Israele: se si sostiene l’attuale posizione di Israele, credendo che l’annessione della terra sia giustificabile, allora si dovrebbe sostenere anche la Russia.

Pertanto, l’opposizione alla guerra o all’annessione della terra è insufficiente come logica o standard per determinare il bene dal male.

La guerra può essere giusta o ingiusta (sic), e l’annessione della terra può derivare dall’espansione coloniale straniera o da conflitti etnici interni.

La complessità della causalità e dei risultati implica che l’esercizio dell’equità nelle valutazioni morali richiede di evitare giudizi soggettivi.

Pertanto, la posizione della Cina sugli attuali affari globali, compresi i conflitti in Ucraina e tra Israele e Palestina, rimane ferma.

Gli standard oggettivi consentono il riconoscimento universale delle linee guida etiche, come il rifiuto del genocidio e del colonialismo.

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Non interveniamo negli affari interni di altre nazioni né prendiamo posizione nei conflitti; Tuttavia, sosteniamo i valori dell’umanità, della giustizia e dell’illuminazione.

Quindi, la nostra posizione rimane contro il genocidio e il colonialismo.

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