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Bergamo in Comune | Novembre 22, 2024

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BERGAMO: DEMOCRAZIA E CITTÂ ESCLUDENTE

BERGAMO: DEMOCRAZIA E CITTÂ ESCLUDENTE

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Per parlare della situazione locale di Bergamo è necessario avere presente il contesto generale in cui questa città si trova ad essere inserita a livello regionale, nazionale ed europeo.

Risulta quindi necessario effettuare una analisi “glocal”, vale a dire sia globale che locale, altrimenti il rischio di non comprendere quali sono le reali dinamiche che determinano i comportamenti diventerebbe predominante.

Da notare come la vita odierna sa caratterizzata da un fenomeno mai prima avvenuto nella storia dell’Umanità: la presenza diffusa di dispositivi informatici che raggiungono e spesso dirigono dall’esterno le menti dei singoli in modalità collettiva (sistema mediatico).

Questo, considerandone il solo aspetto positivo, può permettere l’accesso ad ogni informazione in tempi brevissimi, arricchendo esponenzialmente la conoscenza ma, considerandone il più frequente aspetto negativo, può anche comportare una accettazione passiva del bombardamento di “informazioni selezionate” fino a ritrovarsi “etero-diretti” senza neanche che essersene accorti.

Il “sistema mediatico” in cui siamo immersi non è una serie di apparati neutri o neutrali, ma è un insieme di strutture, scientificamente organizzate, per la manipolazione più o meno sub-liminale di massa che hanno dei padroni che le gestiscono in funzione dei propri obiettivi e non certo per favorire la democrazia dei popoli.

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Bergamo è una città della Repubblica Italiana che fa parte della Unione Europea e la democrazia, se può essere oggetto di discussione per la prima, non è presente nella seconda.

Nella Repubblica è presente un sistema elettivo a dir poco cervellotico che ha totalmente escluso le minoranze, mentre le istituzioni dell’Unione Europea non sono per nulla elettive, ma vengono “nominate”.

Nessuno ha eletto la Presidente della Commissione, o l’ “Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza” (sic), per non parlare della Presidente di quell’incredibile “Golem di Praga” che è diventata la Banca Centrale Europea.

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Costoro sono stati tutti “nominati” o, come si dice nel sistema mediatico, “eletti in secondo o terzo livello” e tali nomine sono controllate dalle oligarchie transnazionali che ormai dominano i singoli Stati nazionali e che producono una stranissima forma di “plusvalore” non più tramite sfruttamento diretto del lavoro, ma tramite il cosiddetto “credito finanziario” costruito con operazioni telematiche in cui il lavoro, e di conseguenza i lavoratori ed i popoli, non sono presenti.

Si parla, oramai apertamente, dei cosiddetti “popoli inutili”, che non partecipano alle attività finanziarie e che servono solo come forza lavoro con una percentuale sempre più elevata di disoccupazione o, ancora meglio, di sottoccupazione.

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Prendiamo, ad esempio come avvengono le nomine nella Banca Centrale Europea: tale istituzione, in teoria, fa parte del Sistema europeo delle banche centrali di tutti i ventisette Stati membri, un condominio di tutte le ventisette Banche Nazionali.

Però le Banche Nazionali sono state privatizzate (evidente rinuncia alla sovranità da parte degli Stati Nazionali) e la loro proprietà (o quota capitale, come si definisce ufficialmente) è di banche e finanziarie private.

Ad esempio la Banca d’Italia è per circa il trenta per cento di proprietà di Intesa, Unicredit, Carige, etc. e questi “padroni” a loro volta hanno ampie quote del proprio azionariato acquistato da finanziarie atlantiche, per non parlare dei vari accordi commerciali che esistono tra loro.

Il risultato è che la Banca Centrale Europea che controlla la moneta nota come Euro e che quindi domina i popoli europei, viene controllata tramite patti di sindacato da istituzioni finanziarie private e non certo dai medesimi popoli europei.

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Bisogna pure fare alcune considerazioni sul modo con cui avvengono le deleghe elettorali con il sistema maggioritario al posto del proporzionale.

Con questo sistema maggioritario le minoranze, che politicamente sono il sale della terra, sono state fatte sparire in nome di una non meglio specificata “governabilità” della quale non vengono mai dichiarati gli obiettivi.

La traduzione in lingua inglese di “governabilità” è “governance”; pessimo termine entrato recentemente in uso nel mondo delle imprese e che indica il volere e gli obiettivi del padrone, sia esso una persona o un consiglio di amministrazione, che devono essere attuati ed ottenuti senza discutere.

Nelle imprese non esiste la democrazia e l’introduzione del sistema elettorale maggioritario ha portato ad una drastica riduzione della stessa a livello socio-politico, senza che venga dichiarato chi sono i padroni, anche se purtroppo si capisce fin troppo bene quale è la loro “governance”.

I risultati, a livello popolare, sono stati pessimi: disaffezione al voto, governi ed amministrazioni sempre più non rappresentativi dei rispettivi popoli, istituzioni non elette quali la Commissione Europea che pretendono di comandare e che stanno cercando di fare entrare in guerra, etc.

Tutti questi eventi, ovviamente, sono massicciamente osannati dal sistema mediatico che ha dei padroni…

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Bergamo è inserita completamente e a pieno titolo in questa ambientazione e i sistemi elettorali comunale e regionale non sono proporzionali (quello della Provincia manco esiste più, come non esiste affatto quello per la Commissione Europea che pretende di comandare in Europa) ed il meccanismo decisionale viene ad essere nelle mani di oligarchie “che ci mettono i soldi”.

Le strutture pubbliche locali sono state di fatto private dei mezzi di sostentamento, ad esempio con la privatizzazione (in nome della sola ideologia neoliberista) delle società municipalizzate che calmieravano i costi dei servizi e che davano utili alle casse comunali, e sono state ridotte letteralmente a delle “morte di fame”.

Non si può avere un incontro su qualsiasi argomento con un Assessore senza sentirsi subito sbraitare che “non si può perdere il finanziamento” e questa pseudo-argomentazione di solito apre e chiude la discussione…

Notare, però, come da qualche tempo non si azzardino più a dire provocatoriamente: “Me li dà lei questi soldi?”; da quando qualcuno ha loro pacatamente risposto: “Guardi che sono quaranta anni che pago le tasse. Come mai non Vi bastano?”.

Ovviamente qualsiasi proposta di partecipazione o di modello di sviluppo diventa un qualcosa di secondario e di irrilevante rispetto alla questione finanziaria e la struttura pubblica è ridotta a pietire soldi ai privati e, per fare cassa, ad autorizzare tutto quello che costoro vogliono, non quello che la popolazione desidera.

Esempi di questo genere a Bergamo ce ne sono a bizzeffe, dalle edificazioni del Parco Ovest che “portano soldi all’erario comunale”, alla completa cessione di Porta Sud a gruppi privati, alle vicende dell’Accademia Carrara-Gamec-Palatenda-palazzetto dello sport, per non parlare della demenziale società a capitale misto che sta costruendo il parcheggio di Città Alta…

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Una situazione del genere si chiama Oligarchia, non certo Democrazia.

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Per cui Bergamo non è una isola felice dove le dinamiche in atto in Europa vengono fermate da non si capisce quale eroica forma di resistenza, ma è una città perfettamente integrata nell’ “establishment” dell’Unione Europea e ne replica il modo di funzionare.

Non si ha a che fare direttamente con le finanziarie atlantiche, ma con una serie di personaggi e di imprese che su scala locale detengono il capitale ed attuano le proprie politiche per massimizzare i profitti.

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Una dimostrazione di questo la abbiamo guardando la sede del Comune: non sono presenti solo gli emblemi del Comune, della Repubblica e dell’Europa, abbiamo anche la illegale esposizione di una bandiera di uno Stato estero attualmente in guerra con un altro Stato e la propaganda di iniziative di origine NATO.

Si può dire quello che si vuole, ma la simbologia è importante e sul palazzo dove ha sede il Comune di Bergamo ora sono esposti simboli che rappresentano la etero-direzione da parte di oligarchie esterne.

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In conclusione, per comprendere quale è lo stato della Democrazia a Bergamo e della sua capacità (o incapacità) di resistenza nei confronti della Oligarchia finanziaria, un buon sistema è il semplice guardare la simbologia esposta a Palazzo Frizzoni (e anche quella che è stata fatta sparire).

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Bergamo, 23.VI.2023

Marco Brusa

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http://www.bergamoincomune.it/convegno-cambiamo-pagina/

http://www.bergamoincomune.it/residenza-e-cittadinanza/

http://www.bergamoincomune.it/urbanistica-dei-territori-e-partecipazione/

 

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