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B&B, CITTÂ ALTA E CENTRO PIACENTINIANO
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A proposito di recenti notizie pubblicate dal sistema mediatico locale relative a Bergamo “città turistica” e al voler scopiazzare Firenze nel campo degli affitti brevi, abbiamo ricevuto un contributo dell’ex-Assessore all’Edilizia Privata della Giunta di Roberto Bruni.
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Le dichiarazioni del Sindaco di Bergamo sugli affitti brevi sono ridicole.
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Premesso che il cosiddetto B&B era nato come un’ospitalità in famiglia integrativa del reddito, ma è diventato un affare economico: un’attività economica redditizia, se non speculativa, organizzata artigianalmente, ma ormai anche a livelli industriali.
Le affermazioni del Sindaco sono ridicole perchè l’intervento di Firenze non tocca il pregresso degli affitti brevi che già ci sono, e quindi si limita solo a garantire il monopolio sul mercato degli affitti brevi a chi se lo è accaparrato chiudendolo, di fatto, a nuovi investitori magari più competitivi (alla faccia del principio liberista della libera concorrenza).
Chi sarebbe avvantaggiato da questa scelta è, a Firenze come a Bergamo, chi ha investito su questo tipo di turismo.
E sono a livello locale: le famiglie borghesi o benestanti, le banche, la Curia e gli speculatori edilizi (imprese e palazzinari).
Sono la base elettorale urbana del PD (l’unica che gli è rimasta).
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Peccato che il mantenimento di questo status quo impedisca ai lavoratori e agli altri cittadini di potere ormai accedere al mercato della casa o a case in affitto.
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Ovviamente l’attuale Sindaco di Bergamo al contempo si è completamente disimpegnato sul fronte delle case pubbliche, in continuità piena con le politiche attuate dalla precedente giunta di destra.
Ma non solo non ha attuato nessuna politica di ampliamento dello stock immobiliare pubblico, ma addirittura tiene centinaia di alloggi pubblici inagibili, perché non si interessa di ristrutturarli per renderli assegnabili.
E infatti a fronte di un migliaio di domande per un alloggio pubblico quelli messi a disposizione dal comune, e da ALER, sono poche decine.
Inoltre non è stata attuata nessuna politica di ammortamento degli sfratti, nè con interventi economici, vedasi il mancato finanziamento adeguato del fondo di sostegno affitti, nè intervenendo sul caro bollette, nè predisponendo alloggi di emergenza per gli sfrattati (cosa tra l’altro prevista per legge).
Anzi a chi viene oggi sfrattato il comune propone la collocazione nei dormitori pubblici, spesso dividendo le famiglie.
E se c’è resistenza si minaccia velatamente ormai l’uso della forza pubblica.
Insomma, davvero politiche sociali degne di una giunta di sinistra attenta agli interessi degli ultimi e dei ceti popolari…
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Politiche dense ovviamente di contradizioni e infatti in una sua recente interista il nostro signor Sindaco ha messo le mani avanti dal momento che, se i residenti non trovando più casa abbandonano la città andando per altre destinazioni, chi pagherà le tasse per mantenere la baracca, visto che gli affitti brevi generano poche entrate tributarie?
La cui riduzione sta generando sofferenza per le casse cittadine.
E infatti il Sindaco ha appena alzato la tassa di soggiorno turistica (BG è una delle poche città che la applica essendo facoltativa) da 4 a 5 euro…
Ma si tratta di un palliativo.
Il sistema dal punto di vista economico scricchiola, produce profitti per i privati, ma costi per il pubblico, e non è chiaro quanto reggerà visti i costi del sistema urbano di Bergamo (una città di 120.000 abitanti che però già oggi fornisce servizi a ai 400.000 abitanti della Grande Bergamo accollandosene i costi relativi, senza che negli ultimi dieci/quindici anni il Comune di Bergamo abbia mai avuto la capacità o la volontà di affrontare e gestire questa questione strategica fondamentale).
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