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Bergamo in Comune | Novembre 22, 2024

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NON SOLO “CANCEL CULTURE”, ANCHE “CANCEL SCIENCE”

NON SOLO “CANCEL CULTURE”, ANCHE “CANCEL SCIENCE”

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E aggiungiamo anche una favola di Carnevale, ovvero: come sia meglio non mettere alla prova alcune sciocche superstizioni…

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Mentre restiamo letteralmente stupefatti ad ascoltare le ultime dichiarazioni del Berlusca e ci sorprendiamo a pensare dal profondo dell’animo che abbia ragione da vendere (è solo la seconda volta in nemmeno un paio di mesi; ma se uno come quello là ha ragione da vendere, allora gli altri… Oh! Porca boia!…), scopriamo con grande dispiacere che il “cancel culture” nei confronti di tutto quanto sia riconducibile alla Russia messo in atto da “Bergamo Brescia capitale (sic, roba da Analfabetistan) 2023 della cultura” non sia solo un fenomeno isolato di un qualche signor Sindaco frustrato nel suo non essere più un politico “candidabile ad ulteriori magnifiche sorti e progressive”.

Siamo venuti a sapere che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha recentemente deciso di non inviare più astronauti alla Stazione Spaziale Cinese “Tiangong – Palazzo celeste” che è in orbita dal 2021 e si è affiancata alla più nota Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Il direttore generale dell’ESA, Josef Aschbacher, ha detto alla fine di gennaio durante una conferenza stampa a Parigi che “per il momento non abbiamo né il bilancio, né le autorizzazioni politiche, o l’intenzione di impegnarci in una seconda stazione spaziale. Vale a dire partecipare alla Stazione spaziale cinese”.

Questo nonostante la Cina e l’ESA abbiano lavorato per anni ad organizzare spedizioni scientifiche congiunte da quando nel 2015 con la “Agenzia Cinese per l’Uomo nello Spazio – China Manned Space Agency” era stato firmato entusiasticamente un accordo di cooperazione ed in seguito gli astronauti dell’ESA Samantha Cristoforetti e Matthias Maurer si fossero uniti ad altri “takonauti” cinesi per un addestramento nella città cinese di Yantai, mentre il Cinese Ye Guangfu si era unito ad un corso dell’ESA in Sardegna per organizzare un equipaggio internazionale.

Aggiungiamo che la Stazione Spaziale Internazionale è in orbita dal 2000 e da tempo sta mostrando gli anni ed ha brutti problemi di depressurizzazione e presenza di “muffe spaziali” (non propriamente quello che si dice essere un ambiente asettico).

Oltre a questo la ISS dipende completamente dalle capsule russe ex-sovietiche Progress e Soyuz per i rifornimenti e per il trasferimento e la eventuale evacuazione più o meno urgente degli “astronauti” occidentali e dei “cosmonauti” russi (nemmeno su questo nome sono riusciti a mettersi d’accordo…), visto che la NASA e le compagnie spaziali “private” occidentali attualmente non hanno nulla di decentemente valido.

Ovviamente questa situazione è accettata a denti stretti e, accanto all’attuale ormai innegabile drastico ridimensionamento delle attività di ISS, si vocifera anche di una loro possibile prossima interruzione.

I Cinesi, anche se sempre gentilissimi ed educatissimi, la hanno presa decisamente male e hanno stigmatizzato l’evento con un secco: “rinunciare alla cooperazione con la Cina nelle missioni spaziali con equipaggio è chiaramente un comportamento miope ed è il risultato dell’essere l’Europa sempre più legata agli USA nel mezzo del conflitto russo-ucraino”.

Hanno inoltre aggiunto che “le sanzioni imposte dagli USA contro la tecnologia russa hanno avuto un impatto diretto sullo sviluppo delle capacità spaziali dell’Europa; ad esempio, l’embargo sui motori russi ha reso completamente impossibile per l’Europa lo sviluppare e il produrre i propri lanciatori”.

Conclusione: “la Cina manterrà fermamente sia l’apertura che l’inclusività e lascerà aperta la porta amichevole in modo che l’Europa possa capire che la cooperazione spaziale e scientifica con la Cina, a differenza di quella con gli USA, non ha alcuna conseguenza politica”.

Se questo sarà vero o meno non siamo in grado di dirlo.

Però l’apertura in campo scientifico è innegabile e si contrappone con decisione al pessimo “cancel culture” dei pseudo-intellettuali neo-liberisti che, travestiti da sinistrati dell’asinistra, dominano nei Paesi del G7.

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https://www.globaltimes.cn/page/202302/1285274.shtml

https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/02/03/news/l-europa-non-mandera-piu-i-suoi-astronauti-sulla-stazione-spaziale-cinese-4917932/

https://www.hwupgrade.it/news/scienza-tecnologia/la-navicella-russa-progress-ms-21-si-e-separata-dalla-stazione-spaziale-internazionale_114231.html

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Prima della favola di Carnevale Vi raccontiamo la brutta storia del prof. Fritz Haber, ebreo tedesco premio Nobel per la chimica nel 1918 e padre dell’iprite e delle armi chimiche: un vero e proprio “premio Nobel della guerra” la cui storia personale è semplicemente allucinante.

Cosa c’entra costui con “cancel culture”, vi chiederete.

C’entra, c’entra, molto semplicemente, per la spaventosa e satanica frase che nientepopodimeno che Hitler in persona rivolse all’anziano prof. Marx (sic) “Max” Planck (tuttora considerato essere uno dei principali ricercatori scientifici della termodinamica) che ingenuamente cercava di intercedere per salvare il collega premio Nobel di religione ebraica: “Le nostre politiche nazionali non saranno revocate o modificate, nemmeno per gli scienziati. Se il licenziamento degli ebrei significa l’annichilazione dell’attuale scienza tedesca, saremo senza scienza per alcuni anni! Se la scienza non può fare a meno degli ebrei, noi in pochi anni faremo a meno della scienza”.

Planck era considerato essere “ariano” e la scampò, ma ora noi conosciamo con assoluta certezza da chi si origina l’attuale pessima dottrina del “cancel culture & cancel science”.

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Torniamo alla storia di Fritz Haber.

Costui prima della Grande Guerra era diventato uno dei principali ricercatori della nascente chimica industriale moderna ed aveva messo a punto il processo di sintesi dell’ammoniaca.

Aveva partecipato con entusiasmo alle manifestazioni nazionaliste dell’agosto 1914 ed aveva firmato il propagandistico e guerrafondaio “Aufruf an die Kulturwelt – Appello al mondo colto” nell’ottobre 1914 insieme a Roentgen e allo stesso Planck.

L’uso che si fa della parola “scienza” è comunque molto spesso abusato, come abbiamo recentemente visto con la collezione di “virologi televisivi” intolleranti, totalitari e veramente degni di una “scienza ariana” propinati dal sistema mediatico.

Haber, che si era immediatamente arruolato volontario presso il Ministero della Guerra, propose di sviluppare gas asfissianti e divenne l’organizzatore delle prime unità di “Gastruppen” (sic).

Nel 1915 è stato lui a gestire l’attacco di gas asfissianti vicino alla cittadina belga di Ypres.

Il 22 aprile 1915 oltre centocinquanta tonnellate di gas a base di cloro sono state da lui personalmente insufflate nelle trincee francesi dove, nei primi dieci minuti, morirono almeno cinquemila soldati algerini, francesi e canadesi.

I superstiti scapparono in massa e il fronte collassò.

Però, nemmeno i Tedeschi avevano previsto una così tremenda letalità della nuova arma e non erano state predisposte le truppe necessarie ad effettuare lo sfondamento e questa battaglia è stata sì una vittoria germanica, ma non decisiva.

Dopo questi eventi, entrambe le parti hanno sviluppato massicciamente le armi chimiche, ma anche le conseguenti contromisure, ed i gas asfissianti non hanno avuto effetti decisivi.

È stato questo il motivo per cui nella Seconda Guerra Mondiale non sono stati utilizzati (oltre che perché entrambi i contendenti sapevano benissimo che, se li avessero iniziati ad usare, ne avrebbero avuto dieci volte di rimando; cosa invece puntualmente verificatasi con la nuova arma dei bombardamenti aerei).

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Dieci giorni dopo, al culmine dei festeggiamenti del Kaiser per la vittoria di Ypres, un’altra vittima si aggiunge ai soldati morti ammazzati: la moglie di Haber, Clara Immerwahr, si spara con la rivoltella del marito come protesta estrema contro le sue azioni che per lei non erano militari, ma mostruose.

Haber decise di non andare al funerale…

Nel 1918, al termine delle ostilità gli viene assegnato il premio Nobel per la guerra… Oops! …per la chimica, ufficialmente per la sintesi dell’ammoniaca e non per l’iprite (almeno questo…) e negli anni ’20 mette a punto il procedimento per la sintesi dell’acido cianidrico come insetticida, denominato commercialmente Zyklon B…

…in seguito utilizzato nelle camere a gas dei campi di sterminio nazisti.

Nel 1934 muore a Basilea, da dove cercava di raggiungere la Palestina; l’intervento di Planck e di altri considerati “scienziati ariani” era almeno servito a farlo espatriare.

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E veniamo alla amara favola di Carnevale che riguarda la città di Ypres.

Dovete sapere che nel corso del Carnevale (nei secoli la data si è poi spostata) in quella città era tradizione che il Borgomastro salisse sulla torre civica nota come Cloth Hall, simbolo delle libertà comunali, con un bel gattone e che, una volta giunto in cima, lo scaraventasse giù da settanta metri con i risultati che si possono facilmente immaginare.

Il cadavere del gatto veniva poi messo al rogo.

Le origini di questa tradizione sono da ricercarsi nella superstizione medioevale ed in una maledizione che prevedeva la distruzione della città di Ypres se essa fosse state interrotta.

Oggi su internet si legge che questa usanza è stata interrotta nel 1817, ma, quando alcuni anni fa si è stati da quelle parti per una faccenda di Erasmus delle figlie, gli opuscoli turistici parlavano di tradizione interrotta, per manifesta inciviltà, dall’allora Borgomastro nel maggio 1914.

Sia come sia, Ypres è stata completamente rasa al suolo durante la Grande Guerra i soldati morti nei suoi sobborghi si misurano a centinaia di migliaia, la popolazione è fuggita profuga e la cittadina ha avuto il molto dubbio onore di dare il nome all’iprite, gas asfissiante a base di cloro e fosgene.

Dopo la guerra la città, il palazzo comunale e la torre civica vengono ricostruiti “com’erano e dov’erano” e, subito dopo l’inaugurazione della torre, un gruppo di giovani che ben si ricordavano sia della tradizione, sia dell’essere stati profughi da bambini, vi entrano non invitati con un gatto di pezza, salgono in cima e scaraventano giù il pupazzone.

Il Borgomastro, anche lui ben consapevole della tradizione e della maledizione, vede la scena e decide: “l’anno prossimo lo devo fare io”.

Al giorno d’oggi a Ypres ogni tre anni si svolge il cosiddetto “Kattenstoet – Festival dei gatti”, vero e proprio Carnevale opportunamente spostato ad agosto per favorire l’afflusso di turisti, con tanto di lancio del gatto di pezza dalla torre civica (non si sa mai…).

In effetti è meglio non mettere alla prova certe sciocche superstizioni…

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Come ben dimostra anche l’ordine dato da Stalin in persona di richiudere immediatamente e di blindare per sempre (è ancora chiusa) la tomba di Tamerlano a Samarcanda, di cui si raccontava una maledizione che avrebbe colpito chiunque avesse cercato di violarla, improvvidamente aperta ed esplorata da archeologi sovietici il 19 giugno 1941, due giorni prima dell’operazione Barbarossa…

Quando il superstiziosissimo “Piccolo Padre” (alla sua morte si è pure scoperto che icone ortodosse erano regolarmente esposte nella sua camera da letto, dove entrava solo la governante) è venuto a sapere di questa coincidenza è sbiancato ed ha fatto subito inumare nuovamente i resti di Tamerlano, con tanto di rito funebre mussulmano, nel novembre 1942.

Sarà stato un caso, ma contemporaneamente a Stalingrado attaccava l’Armata Rossa…

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In effetti: non crediamo alle sciocche superstizioni, ma proprio per questo non c’è motivo di andarle a violare.

Perché vi abbiamo raccontato queste storie e questa favola?

Ma perché abbiate ben chiare le azioni mediatiche ora dominanti che cercano di indurre comportamenti emotivi e di trasformare la cultura in spettacolo di qualità scadente e perché vi sia ben chiaro che tali operazioni sono la negazione della Ragione e del metodo scientifico.

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Hinterland nord-ovest di Milano, 20.II.2023

Marco Brusa

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