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DOLLARO, NATO, CINA-RUSSIA, EUROPA ED UCRAINA
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Ventunesima parte – Terza dichiarazione congiunta NATO-UE.
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https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/01/10/eu-nato-joint-declaration-10-january-2023/
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Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, hanno firmato a Bruxelles la terza dichiarazione sulla cooperazione tra Unione Europea e Nato.
Le precedenti dichiarazioni congiunte erano state firmate nel luglio 2016 ed in quello 2018 ed in teoria, anche se cominciavano già a costituire una subalternità della UE nei confronti della NATO, riguardavano solo una generica cooperazione in materia di difesa inserendo in esse anche punti “politicamente correttissimi” secondo gli standard dell’epoca, quali un chiaramente definito “donne e sicurezza” (sic).
Questa ultima, invece, porta la collaborazione “a un livello superiore”, secondo le parole del Segretario Generale della NATO, Stoltenberg.
Mentre invece il Presidente del Consiglio Europeo se ne è uscito con un: “La guerra della Russia contro l’Ucraina ha avvicinato la UE e la NATO”…
Nel testo della dichiarazione si legge la volontà di “espandere e approfondire la collaborazione per affrontare in particolare la crescente competizione geostrategica, (…) lo spazio, le implicazioni per la sicurezza del cambiamento climatico, nonché la manipolazione e l’interferenza di informazioni straniere” (sic).
Affermando che “la NATO e l’UE stanno giocando ruoli complementari, coerenti e di mutuo rafforzamento” la dichiarazione congiunta sostiene che entrambi “mobiliteranno la forza congiunta dell’intero insieme di strumenti a loro disposizione, siano essi politici, economici o militari, per raggiungere i nostri scopi comuni per il beneficio del nostro miliardo di cittadini” (sic).
Le due organizzazioni hanno affermato che i loro “interessi, valori e principi democratici” sono stati messi in discussione da “attori autoritari”, individuando la Russia e la Cina come le maggiori minacce che dovranno essere affrontate.
Inoltre, il conflitto in Ucraina “mina la sicurezza e la stabilità europee e globali” e quindi è necessario un maggiore coinvolgimento della NATO nel continente (sic, di nuovo).
Lo stendardo di UR dei Caldei, 2500 a.C., attualmente al British Museum: la guerra.
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Altre chicche che leggiamo in questa dichiarazione congiunta e che non riusciamo a fare a meno di citare sono le seguenti:
“Punto 1 – Il partenariato strategico NATO-UE si fonda sui nostri valori condivisi, sulla nostra determinazione ad affrontare le sfide comuni e sul nostro inequivocabile impegno a promuovere e salvaguardare la pace, la libertà e la prosperità nella zona euro-atlantica” (sic).
“Attori autoritari sfidano i nostri interessi, i nostri valori e i nostri principi democratici” (sic, se scrivevano: tutta colpa degli altri facevano prima…).
“Abbiamo conseguito risultati tangibili (…) in particolare sulle questioni marittime, la mobilità militare, le capacità di difesa, l’industria della difesa e la ricerca in materia di difesa” (sic, manco si sono accorti di avere fatto carta straccia del tanto propagandato punto 1. Evidentemente non hanno riletto bene questa parte della dichiarazione…).
“Rafforzeremo ulteriormente la cooperazione nei settori in cui già collaboriamo e la amplieremo e approfondiremo per affrontare in particolare aspetti quali la crescente competizione geostrategica”. E anche qui manco si sono accorti che se avessero scritto al posto di “competizione geostrategica” “scontro tra gruppi capitalistici rivali” verrebbero ad essere considerati più sinceri.
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La questione a questo punto è una sola: l’Unione Europea non solo tende a costituire un tutt’uno senza soluzione di continuità con la NATO (e con il mostro che si aggira per l’Europa: la Banca Centrale Europea), ma lo fa in posizione di totale subalternità.
Subalternità alla NATO e alla BCE significa subalternità alle finanziarie atlantiche.
Quella che forse è la principale tra le finanziarie atlantiche, la BlackRock Incorporated, ha appena concluso un accordo con il governo ucraino per finanziare la cessione degli sfruttamenti minerari a società australiane, praticamente ha comprato mezza Ucraina.
Siamo pertanto in una situazione in cui in Europa esistono governi non eletti, la Commissione ed il Consiglio d’Europa, che, ciarlando di difesa della pace, della democrazia e dell’ideale europeo, pretendono obbedienza da parte dei governi dei singoli Paesi.
Questi due governi non eletti, insieme alla BCE di fatto di proprietà delle finanziarie atlantiche, ormai svolgono una funzione analoga a quella dei vari rajà e marajà nei confronti dei popoli ai tempi delle varie Compagnie delle Indie nell’epoca coloniale: veicolare la volontà dei più forti.
È questo il motivo per cui l’Unione Europea non fa mediazioni di pace, come i popoli europei desiderano e che persino la Turchia riesce a fare, ma dichiarazioni congiunte guerrafondaie con la NATO.
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Preferiamo non aggiungere altro, se non vedere come hanno reagito i due Stati esteri citati in questa dichiarazione congiunta (gli USA non sono stati nominati, molto significativo).
Lo stendardo di Ur: la pace.
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