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MIMETICHE ED ELMETTI
Ovvero: come la induzione mediatica spinge sub-liminalmente ad accettare la guerra.
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Concludiamo questo anno con una serie di immagini relative alla sempre più diffusa moda militaresca di vestirsi con capi d’abbigliamento mimetici o, addirittura, di farsi fotografare con un marziale elmetto in testa.
Gli obiettivi di questa moda mediatica sono chiari: indurre sub-liminalmente la popolazione a considerare “normale” la presenza di politici in tenuta da guerra (pseudo-tenuta nel loro caso) e quindi ad accettare la guerra come un altrettanto “normale” evento quotidiano.
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Si tratta di un meccanismo già collaudato con successo in Italia ai tempi del MinCulPop e dei cinegiornali dell’Istituto Luce: fare credere che tutto fosse “normale” e che la guerra fosse sì una realtà, ma che non riguardava la vita quotidiana degli Italiani.
Chi scrive non ha alcuna remora a riportare i ricordi della anziana zia novantatreenne: “Fino all’estate del ’42 siamo andati in colonia a Riccione, la guerra era una cosa lontanissima”.
Si è poi visto cosa è successo quell’inverno in Russia e in Nord-Africa e dall’estate successiva…
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Ma andiamo con ordine.
Il primo a farsi fotografare in mimetica è stato l’attuale Presidente del Senato, Ignazio La Russa che, quando era Ministro della Difesa in un governo Berlusconi nel 2009, ha fatto un molto fotografato giretto turistico in Afghanistan.
E si potrebbe anche dire che, tutto sommato, questo potrebbe essere perfettamente in linea con il personaggio, visti i trascorsi…
In particolare gli eventi del 12 aprile 1973 a Milano in cui fu ammazzato l’agente Antonio Marino.
Peccato che il nostro Presidente del Senato presso i “missini” di Milano avesse la fama di essere uno che “restava nell’ombra, le cose le faceva fare agli altri. E poi diciamolo: non è mai stato un cuor di leone”.
https://www.pernondimenticare.net/blog/406-su-la-russa-dal-fatto-quotidiano
Piccola aneddotica personale: il fratello Vincenzo La Russa, bravissima persona sia pace all’anima sua, abitava tre piani sotto il sottoscritto negli anni ’70 a Milano ed era molto spaventato dall’idea di poter diventare un “obiettivo politico”.
Morale: per almeno un anno abbiamo avuto la camionetta della Celere sotto casa con i celerini con la mitraglietta a tracolla sulla pancia che annoiati facevano “cic, cic” col grilletto in sicura (tutto vero, non me lo hanno raccontato, lo ho vissuto); ho dovuto rinunciare a ricevere visite perché i coetanei miei amici venivano regolarmente “blindati” non appena cercavano di varcare il portone di casa mia (non è che ne fossero molto contenti) e anche il sottoscritto rientrava a casa passando dal passo carraio sul retro, per evitare di essere “blindato” ogni volta che cambiavano gli agenti in servizio…
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Poi è stata la volta di Abd Allāh II di Giordania che nel 2015, quando il cosiddetto Califfato ha orribilmente bruciato vivo in una gabbia un pilota militare giordano precipitato su Raqqa (con filmati immediatamente messi in rete per la gioia dell’allora “sistema mediatico oscuro”, oggi i siti dei maggiori quotidiani nazionali pubblicano quotidianamente roba del genere proveniente dall’Ucraina), prima ha fatto impiccare senza troppi complimenti due jihadisti iracheni imprigionati ad Amman e poi si è fatto fotografare, per la gioia del sistema mediatico ufficiale, in mimetica e pancetta mentre dava il via all’operazione “Martyr Muat” di bombardamento sul Califfato.
Il sistema mediatico all’epoca è andato letteralmente in delirio e lo ha sopranominato il “Re guerriero”.
Ma, Maestà…
…Non è meglio se in futuro prenderà come esempio di comportamenti regali solo sua moglie?
La quale sa davvero comportarsi da regina: Rania di Palestina, regina di Giordania.
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Non parliamo dell’operazione “Strade Sicure”, la più lunga operazione condotta dall’Esercito Italiano in tutta la sua storia essendo in corso ininterrottamente dal 2008.
Davanti alle stazioni ferroviarie delle principali città si vedono questi marmittoni, in perfetto assetto di campagna con fucili automatici da guerra (però non fanno “cic, cic” con il grilletto in sicura, il mitico sergente “Giurabacco” gli farebbe un paiolo così…) e gipponi un po’ datati (quelli nuovi sono stati mandati tutti in Ucraina), consultare in continuazione l’orologio per vedere quanto manca alla fine della consegna.
Pare però, come recita il sito dell’Esercito dedicato a questa operazione, che “Tra i provvedimenti adottati in tal senso dalle Forze Armate rientrano la riconfigurazione dei servizi in senso dinamico e la contestuale riduzione dei servizi meramente statici, nonché l’impiego di assetti ad alta connotazione tecnologica (ad esempio gli assetti Aerei a Pilotaggio Remoto nella cosiddetta “Terra dei Fuochi” che incrementano la capacità di osservazione) al fine di accrescere la “Situational Awareness” attraverso l’acquisizione di immagini e video”.
Sarà… Non è che ci abbiamo capito molto.
Inoltre “Per quanto concerne la specifica area della cosiddetta “Terra dei Fuochi”, grazie anche all’impiego di velivoli a pilotaggio remoto (RAVEN), si è riusciti ad individuare ed intervenire tempestivamente su circa 1.600 roghi di origine dolosa e 6.400 siti di sversamento illecito di rifiuti. Sono numeri significativi, conseguiti nella maggioranza dei casi nell’ambito di attività di pattugliamento dinamico svolte da unità mobili, appiedate o a bordo di veicoli”.
Al che uno si chiede: ma c’è bisogno dell’esercito per operazioni di questo tipo?
In Messico l’esercito ha preso in mano le questure di alcune città, cacciandone letteralmente i questurini, ma lì esiste una situazione di narco-mafia e di corruzione rispetto alla quale la nostrana “banda della Uno bianca” di Bologna era roba da educande.
A meno che lo scopo vero non sia proprio quello di volere abituare la popolazione alla presenza dell’esercito nelle strade.
Chissà?…
https://www.esercito.difesa.it/operazioni/operazioni_nazionali/pagine/operazione-strade-sicure.aspx
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Con le vaccinazioni anti-CoViD abbiamo tutti apprezzato l’operato e la professionalità nelle operazioni “civili” delle nostre forze armate e in particolare del generale Francesco Paolo Figliuolo.
Però non si può fare a meno di ricordare che i militari che hanno organizzato in quattro e quattro otto la vaccinazione (e la rivaccinazione, la trivaccinazione la hanno fatta i servizi regionali, la quadrivaccinazione ancora non si sa) di tutta la popolazione italiana erano tutti in mimetica.
Ma la semplice divisa da libera uscita non sarebbe stata più idonea per un compito “civile”?
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Il generale Figliuolo è stato giustamente promosso dopo i brillanti risultati della campagna vaccinale anti-CoViD ed oggi è, con uno stipendio pensionabile da paura (le fonti sono poco chiare, si va da 240mila ad oltre 400mila euro), in capo al “Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI, ma non potevano trovare un altro acronimo?)”, organismo che “esercita la pianificazione, il coordinamento e la direzione delle operazioni militari delle forze armate italiane, e sulle esercitazioni interforze e multinazionali e tutte le attività ad esse collegate”.
In una parola: sta gestendo anche il trasferimento di armamenti all’estero.
Indovinate dove.
https://www.difesa.it/SMD_/CaSMD/Eventi/Pagine/Forze_Armate_Generale_Figliuolo_assume_il_comando_del_COVI.aspx
https://it.wikipedia.org/wiki/Comando_operativo_di_vertice_interforze
https://www.iltempo.it/personaggi/2022/05/18/news/dl-aiuti-norma-aumento-stipendio-generale-figliuolo-covi-60mila-euro-in-piu-comando-interforze-retribuzione-31638902/
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Ed adesso c’è il Volodymyr Zelensky che ha lanciato la moda dei politici non in mimetica ma in maglietta di fatica marrone-verde, ora battezzato “verde Zelensky” nientepopodimeno che da Vanessa Friedman, una delle critiche di moda più autorevoli, in un lungo articolo sul New York Times.
Secondo la Friedman, Zelensky è un ex attore e capisce bene «come l’abbigliamento parli del personaggio e possa essere usato come forma di propaganda. Il tutto cela un messaggio chiaro e un significato anche politico ben preciso».
Non possiamo che essere completamente d’accordo.
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Segnaliamo anche il buon Letta che non si è fatto fotografare in mimetica ma, solo, con l’elmetto e con il giubbetto antiproiettile.
Ha fatto ridere tutta Italia e, si vocifera, anche “colui che non ride mai”: il buon Putin.
Gli vogliamo tutti tanto bene, un po’ di buonumore ci sta sempre bene, anche quando si vive l’anteguerra, come stiamo vivendo noi.
Da segnalare come a Roma sia stato preso per i fondelli anche su falsi manifesti del suo partito, se non siamo male informati ha depositato una querela contro ignoti.
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Buona ultima è arrivata anche la Giorgia Meloni che in Iraq ha sfoggiato una mimetica all’ultima moda che era una sciccheria.
Ce ne siamo accorti, la signora ha avuto una interessantissima evoluzione da borgatara a dama di gran classe: la Von der Layen, per fare un nome a caso, è là che schiatta quando hanno un “meeting”, viene sempre semplicemente surclassata.
È evidente come la nobiltà nera romana abbia ormai preso sotto la sua ala protettrice la Giorgia e la abbia indirizzata al migliore istituto di bellezza capitolino.
Istituto a cui la Giorgia obbedisce e basta, altrimenti si trasformerebbe di nuovo per magia in una borgatara qualunque.
Il problema è che obbedisce anche ad altri che non sono Romani (e anche non Italiani, visto il simbolino sulla spalla?), non solo al suo estetista…
Minimo questa primavera le signore-bene sfoggeranno toelette nello stile irakeno della Giorgia, si sa che queste signore si copiano l’una con l’altra, per cui avremo il “piacere” di vedere mimetiche con generosa scollatura ombelicale e zerogonna, calze a rete e tacchi del dodici in stile Ministra del Turismo Santanchè (Aaaauuuggh!).
Sperando che non siano le proletarie a doversele mettere come sono obbligate a fare molte in Ucraina…
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Dobbiamo riconoscere che i Russi nella loro operazione “dalla Russia con amore” sono stati molto meno militaristi e, tranne che alla cerimonia di congedo dove si era imbucato anche il Presidente della Regione Lombardia [e dove il nostro signor Sindaco li aveva invitati a tornare (sic)], hanno sempre sfoggiato attrezzature civili di prim’ordine, sia che fossero antinfortunistiche per i disinfestatori delle RSA o medicali per il personale ospedaliero.
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Tra tutto questo sfoggiare di mimetiche fa venire molti dubbi e preoccupazioni.
Ad esempio:
Siamo nell’anteguerra?
Siamo dalla parte giusta?
Saigon era Disneyland al confronto?
Ognuno si risponda come meglio crede.
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Bergamo, 30.XII.2022
Marco Brusa
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