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Bergamo in Comune | Novembre 22, 2024

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LETTERA APERTA PARCO OVEST – GEOLOGI AMBIENTALI

LETTERA APERTA PARCO OVEST – GEOLOGI AMBIENTALI

APPROVAZIONE DEFINITIVA DELLA VARIANTE II AL PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO DENOMINATO ‘PARCO OVEST’

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Vale la pena dedicare 5 minuti per la lettura di questa lettera inviata ai nostri Amministratori, riguardo parco ovest 1.

Succederà così anche per Parco ovest 2?

Buona lettura

Bugada Mariacarla

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Egregi Amministratori del Comune di Bergamo

ci rivolgiamo a Voi in relazione all’imminente iter di approvazione definitiva della variante II al Programma Integrato d’Intervento denominato ‘PARCO OVEST’ in qualità di co-estensori del “Dossier di studio e analisi territoriale, paesistica e ambientale” effettuato nell’anno 2006 per istituire il PLIS del Parco Agricolo Ecologico della cintura sud di Bergamo che ha incluso anche le aree dei Parco Ovest 1 e 2, del quale abbiamo realizzato un estratto agevolmente leggibile posto in allegato alla presente.

Da tale studio, commissionato e finanziato dall’Amministrazione Comunale stessa, curato dal Centro Studi sul Territorio (CST) dell’Università di Bergamo per il quale abbiamo svolto le analisi geologica, geomorfologica, idrogeologica e ambientale, erano emersi caratteri naturalistici e storici di notevole rilevanza che purtroppo sono stati totalmente ignorati e disattesi nelle fasi di progettazione del PII in oggetto.

Questa deleteria situazione si riscontra, oltre che concretamente nei Permessi di Costruire finora rilasciati, innanzitutto nelle diverse relazioni e analisi prodotte in precedenza e in quelle contenute nella attuale proposta di deliberazione  per l’approvazione della variante, in particolare riguardo a:

– Relazione Paesistica che ha ignorato completamente sia gli aspetti morfologici e storici del Paleoalveo del Morla, che con le sue scarpate e il suo percorso caratterizza fortemente il parco e il territorio circostante, estendendosi fin oltre la Circonvallazione verso le aree agricole situate a sud, sia il reticolo idrico minore che funge da drenaggio delle acque sul fondo dello stesso paleoalveo, nella zona nord del parco, e nell’area dell’esistente marcita posta a sud lungo la scarpata ferroviaria.

L’ignoranza di codeste fondamentali peculiarità dell’area ha determinato una errata e fortemente sottostimata valutazione della Incidenza Paesistica e dello Impatto Paesistico del Progetto nel suo complesso che chiaramente vanificano la validità di tale studio;

– orti urbani realizzati colmando e obliterando buona parte del paleoalveo, nel suo tratto più significativo,  con terra di riporto recuperata dagli scavi per la costruzione degli edifici di progetto, i quali dovrebbero essere invece posizionati in corrispondenza del letto dello stesso caratterizzato dalla particolare fertilità del suo suolo alluvionale limoso-sabbioso;  ivi scorreva il Rio Quadrello, completamente cancellato, che fungeva da drenaggio naturale per l’attività ortistica professionale che si svolgeva in modo ordinato fino a pochi anni fa, prima dell’avvio del procedimento edificatorio;

– terrapieni dei tre tratti di pista ciclabile realizzati per l’attraversamento della zona ribassata del paleoalveo del Morla che oltre a deturparlo e interrompere la continuità morfologica del suo percorso, unitamente al succitato terrapieno degli orti, creano barriere al naturale deflusso delle acque piovane in quanto nemmeno provvisti di canaline di scolo alla loro base; ciò determinerebbe inevitabilmente il ristagno delle acque piovane all’interno dei tre bacini interclusi venutisi a creare a causa di detti sbarramenti, con conseguenze facilmente prevedibili, mentre detti tratti di pista ciclabile andrebbero realizzati propriamente adattandosi ai dislivelli determinati dalle esistenti scarpate del paleoalveo nel rispetto della naturalità del luogo;

– Canale Scolmatore della rete fognaria di Via Galli, posta all’estremità nord del parco, con recapito nella Roggia Morlana, in prossimità della circonvallazione a sud, progettato per risolvere il problema dello sversamento delle acque fetide sotto le abitazioni ubicate presso la detta via, derivate dal troppo pieno della pubblica fognatura che scorre sotto la strada. Esso è stato concepito, completamente intubato, in sostituzione dell’originario Rio Quadrello dove scorreva acqua di drenaggio pulita prima di essere utilizzato impropriamente come scolmatore, con la conseguente sua succitata cancellazione. Oltre a questa conseguenza tale soluzione, assolutamente non “naturalistica”, determina altre due conseguenze nefaste:

la prima consiste, procedendo da nord a sud, nel parziale interramento del primo tratto della scarpata del paleoalveo e, poco più avanti a fronte della zona orti, nel suo attraversamento sopraelevato realizzato all’interno di un altro terrapieno per mantenere la necessaria pendenza della tubazione; la seconda consiste nel non risolvere il problema spostandolo solo più a valle, anzi molto più a valle, andando ad inquinare le acque della Roggia Morlana utilizzate per l’irrigazione dei campi del Parco Agricolo Ecologico fino al quartiere di Grumello e oltre. La soluzione possibile e “naturalistica” sarebbe invece quella di realizzare un piccolo impianto di fitodepurazione, assolutamente ecologico, nel paleoalveo a ridosso di Via Galli, abbandonando e smantellando il primo tratto così invasivo del collettore, e ripristinando la funzione “naturale” del Rio Quadrello.

In questo modo ri-assumerebbe la sua funzione anche l’esistente e storico, nonché di pregevole fattura, sottopasso idrico ferroviario del Rio Quadrello, mai considerato né menzionato dai progettisti, situato in corrispondenza della zona centrale del paleoalveo, che permetteva il deflusso delle sue acque verso il Parco Ovest 2 e il Parco Agricolo Ecologico, ora facente parte del Parco dei Colli di Bergamo;

– ramo destro della Roggia Morlana che scorre da est a ovest trasversalmente al parco nella zona sud ed è stato deviato parzialmente tramite una canalizzazione a cielo aperto, con inopportuna eliminazione dello storico filare di alberi che lo costeggiava; oltre a ciò non è stato ripristinato il breve tratto che dovrebbe collegarsi alla roggia per immettere una parte delle sue acque in un altro sottopasso idrico esistente sotto la ferrovia, anch’esso mai menzionato né considerato, al fine di convogliarle nel Parco Ovest 2 con la stessa funzione citata al punto precedente;

– fosso di scolo delle acque dell’esistente prato destinato a marcita che costeggia la base della scarpata ferroviaria, anch’esso mai considerato, che scorre verso sud a fianco della Roggia Morlana; esso andrebbe rigenerato al fine di consentire questa rara pratica agricola tutelata dal Piano Regionale Paesistico che arricchirebbe l’offerta del parco naturalistico.

Oltre al succitato “Dossier di studio e analisi territoriale, paesistica e ambientale” che ci risulta essere, molto probabilmente, lo studio più approfondito e dettagliato realizzato finora in questa porzione di territorio, dal quale abbiamo tratto le suesposte conoscenze e nel quale sono contenute diverse proposte per migliorare la qualità dell’ambiente, anche del Parco Ovest, riteniamo utile evidenziare l’utilità di altri strumenti di pianificazione alla scala territoriale che rilevano e tutelano gli stessi valori ambientali, i cui contenuti sono stati parzialmente ripresi nel dossier stesso:

– il Piano Terriroriale Paesistico della Regione Lombardia (P.T.P.R.) e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), in particolare riguardo alla tutela delle scarpate morfologiche e del reticolo idrico minore;

– il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale e Naturale dei Colli di Bergamo che, analogamente al Dossier, evidenzia, nelle sue tavole riguardanti le aree confinanti di tutela per il Parco stesso, il reticolo idrico minore rappresentato dal Fosso Quadrello lacunosamente non incluso nelle tavole del PGT di Bergamo.

Quello che stupisce nella disamina di tutti gli elaborati presentati finora per la realizzazione del P.I.I. del Parco Ovest, pur esaustivi riguardo agli aspetti edificatori, è la grave carenza emersa nell’analisi e nella rilevazione delle peculiarità naturalistiche e paesistiche connesse alla morfologia del territorio e alla circolazione delle acque superficiali nonché la totale mancanza di conoscenza dei suoi caratteri storici.

In particolare, pur essendo disponibile da anni diversa documentazione al riguardo, come ad esempio il succitato Dossier, procedere in questo modo significherebbe anche cancellare quasi un millennio di storia legata alla deviazione del Torrente Morla avvenuta in epoca medioevale del quale rimangono ancora queste preziose tracce oppure l’epopea ottocentesca della realizzazione delle prime strade ferrate.

La conseguenza si ripercuote e si evidenzia quindi nella approssimazione e banalizzazione della progettazione degli spazi verdi dai quali possono scaturire anche problematici dissesti morfologici e idrogeologici a detrimento della qualità dell’intervento e dell’ambiente circostante.

Si invita pertanto codesta Amministrazione a non procedere nella approvazione della Delibera in oggetto riguardo agli aspetti realizzativi del parco definito impropriamente “naturalistico” e ad attivare un tavolo di confronto aperto anche ad altri enti competenti in materia, quali il Centro Studi sul Territorio “Lellio Pagani” dell’Università di Bergamo e il Parco dei Colli di Bergamo già dichiaratisi disponibili, per una più corretta riprogettazione del parco.

Distinti saluti

Alessandro Moroni – Geologo ambientale – esperto in “Restauro e rigenerazione del paesaggio/ambiente  in aree a forte criticità”

Antonio Galizzi – Geologo ambientale – esperto in “Restauro e rigenerazione del paesaggio/ambiente  in aree a forte criticità”

Comments

  1. Ivo

    Bravi, veramente esaustivi (e inascoltati?).

    • Ivo

      Bravi ed esaustivi.

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