Ieri mattina, 06 maggio, tramite messaggi sui telefonini si è improvvisamente avuta notizia che alle 12:30 gli assessori all’Urbanistica e alla Partecipazione avrebbero organizzato una conferenza stampa ufficiale per presentare il piano attuativo di edificazioni concordato tra il Comune ed il Gruppo Ferretti sul Parco Ovest.
Coloro che hanno allora telefonato alla segreteria dell’Assessorato alla Partecipazione per avere notizie hanno ricevuto conferma che la conferenza stampa era stata effettivamente indetta, ma solo ad inviti unicamente per i giornalisti e che “non è una assemblea per cui solo chi è invitato sarà ammesso”.
1. Prima osservazione immediata: non sembra molto “partecipativo” come percorso…
Dopo di questo è stato ricevuto un comunicato inviato all’ultimo momento dagli uffici dell’Assessorato alla Partecipazione ad un indirizzario “ristretto” delle cosiddette “reti di quartiere” [il sottoscritto, ad esempio, pur essendo ufficialmente consulente tecnico (registrato presso il competente Operatore di rete) di una associazione facente parte di una delle “reti” in questione, non lo ha ricevuto direttamente ma solo per mezzo di un inoltro successivo].
Riportiamo integralmente tale comunicato (includendo anche gli strafalcioni grammaticali, tipo il non corretto uso delle congiunzioni conclusive, delle maiuscole e minuscole, delle parole in lingua straniera, etc.):
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Buonasera a tutte e tutti
vi segnalo che l’Assessore Giacomo Angeloni intende informare i partecipanti alle Reti di Quartiere Villaggio Sposi e San Tomaso che domani mattina l’amministrazione comunale ha in programma una conferenza stampa per illustrare ai media locali il Piano attuativo per l’area Parco Ovest 2, depositato formalmente dall’operatore privato proprietario dell’area.
Si tratta, come sapete, dell’avvio del processo che nei prossimi mesi porterà alle fasi di approvazione del Piano da parte del Comune di Bergamo.
Come già annunciato negli incontri delle scorse settimane avrà dunque avvio anche il processo di partecipazione secondo le modalità già condivise.
Il primo momento di presentazione pubblica è programmato per venerdì 21 maggio e seguiranno comunicazioni dettagliate.
Ancora, l’Assessore precisa che mi trasmetterà le slide utilizzate in sede di conferenza stampa per l’inoltro a tutti i membri di rete per opportuna conoscenza.
Vi ringrazio per l’attenzione e resto a disposizione per eventuali chiarimenti,
(…)
Operatrice di Quartiere – San Tomaso – Villaggio Sposi
Direzione Cultura BGBS23 Reti di Quartiere Sport ed Eventi
Servizio Reti di Quartiere
Comune di Bergamo
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2. Seconda osservazione: il preavviso per essere informati di questa conferenza stampa è stato di una notte per pochi “eletti” (o “nominati” che dir si voglia) e sì e no di poche ore per i cittadini interessati. Inoltre le “slides” sono state diffuse DOPO e non prima, come a voler sottolineare che è così, o è (omissis).
L’impressione è che in questa conferenza stampa sia stata presente più una volontà di apparenza mediatica che non il desiderio di attivare partecipazione della cittadinanza, ma questa è solo una impressione, non una osservazione.
Oltre ai già citati strafalcioni grammaticali (purtroppo sempre più frequenti anche in comunicazioni formali) sono evidenti alcuni “lapsus freudiani” in questo comunicato e ne evidenziamo i due più marchiani:
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Viene sottolineato che il piano attuativo è stato “depositato dall’operatore privato PROPRIETARIO dell’area”. Vale a dire: esistono sicuramente i diritti dei proprietari (padroni) dei terreni, ma non sono molto chiari quelli della popolazione residente.
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Vengono date esplicitamente per scontate le “fasi di approvazione del piano da parte del Comune”. Vale a dire che le decisioni che contano sono già state prese e che il percorso di “partecipazione” è già deciso dover essere solo un più o meno fastidioso ed irrilevante passaggio burocratico da sventolare con abbondanza sul sistema mediatico per affermare solo un’apparenza di “democrazia partecipativa”.
Premesso quanto sopra sul metodo per nulla “partecipativo” utilizzato dal Comune su questo argomento molto delicato, passiamo ora alle osservazioni più propriamente tecniche che si impongono immediatamente e a caldo.
3. Le caratteristiche di naturalità di due aree del Parco Ovest 2 non sono minimamente considerate in questo piano attuativo.
Il “cariceto” ubicato nella fascia “abbandonata” del paleo-alveo del Morla, dove è presente risorgiva di acque di falda, compresa tra la ferrovia e la ex-sede BAS e che costituisce una vera e propria torbiera è riportato come se fosse una semplice fascia secondaria di un parco urbano con alberelli tipo “copia-incolla AutoCAD” ed un vialetto in stile “prosciughiamo tutte le risorgive”.
Il “prato stabile polifita” che si trova immediatamente a sud della ex-sede BAS e che è un prato che non ha subito alcun intervento di aratura o dissodamento, non è coltivato ed è stato lasciato a vegetazione spontanea ricca di specie rare da molti decenni viene massicciamente edificato ed asfaltato con parcheggi a raso a basso costo. La parte residua viene trasformata in un parco urbano (sicuramente studiato da un “paesaggista” di grido) senza un minimo di studio naturalistico o di conoscenza del territorio e con la inevitabile eliminazione di ogni residuo corridoio ecologico.
La presenza del paleo-alveo del Morla non viene considerata ed è semplicemente ignorata.
Tutto questo anche se si afferma di voler attuare:
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La “protezione delle presenze vegetazionali della biodiversità esistente ormai rara nella città di Bergamo che configura la connessione ambientale attraverso il Parco della Trucca fino al Parco dei Colli e al Parco di via Martinelli a Redona”.
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La “creazione di un bacino d’acqua che accolga la fauna oggi abitante (sic) presente e che ne diventi luogo di proliferazione (…)”.
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La “valorizzazione della roggia che attraversa il parco (…)”.
Il piano attuativo contrasta totalmente con queste affermazioni dal momento che ignora la zona umida, il cariceto, già esistente e prevede la massiccia edificazione ed asfaltatura (sicuramente non la protezione) del prato stabile polifita, sede delle “presenze vegetazionali della biodiversità esistente ormai rara”.
La “roggia che attraversa il parco” non è altro che la vena d’acqua residua dell’antico corso del Morla (paleo-alveo) deviato verso Zanica dai monaci benedettini nel XIII Secolo. Sorge molto forte il dubbio che gli estensori di questo piano attuativo non abbiano davvero la più pallida conoscenza di questo.
Da citare come l’Assessorato all’Urbanistica sia stato informato da marzo della presenza sia del cariceto che del prato fitofita da considerare nel piano attuativo e che la risposta sia stata prima l’invito a “non solo fornire eventualmente i riscontri che vi abbiamo richiesto, ma soprattutto dimostrare un maggior livello di conoscenza del caso che avete da poco tempo preso in esame, soppesando meglio le considerazioni che ci avete fin qui riportato” (e-mail Riqualificazione Urbana, Urbanistica, Edilizia Privata, Patrimonio immobiliare del 03.04.2021 17:47); una volta forniti in pochi giorni i riscontri e la documentazione richiesta non sono state fornite ulteriori risposte dall’Assessorato.
No further comment about this point.
4. I parcheggi a raso, che divorano il territorio peggio di quanto una neoplasia distrugga un organismo vivente, proliferano e si sprecano.
Vengono pure fatte parecchie affermazioni come se la popolazione dovesse essere contenta di questa asfaltatura del territorio proprio in corrispondenza delle zone più ricche di biodiversità:
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“Interventi 6 e 7 – Realizzazione di parcheggi pubblici al servizio del nuovo parco”.
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“Superficie coperta costruita al netto dei parcheggi pari al 3,3% della superficie libera esistente”.
L’ultima affermazione è di fatto priva di significato, a parte quello puramente retorico, dal momento che è la superficie lorda (edificato ed asfaltato) che fornisce l’indicazione del consumo di suolo effettivo. Ad occhio e considerando anche i nuovi rondò in questo piano attuativo la superficie lorda di suolo consumata oscilla tra il 20% ed il 30%.
Al giorno d’oggi è comunemente accettato che la previsione di parcheggi a raso in una zona di naturalità renda impossibile il poter considerare l’intero progetto come un “buon progetto realizzato secondo le norme di buona tecnica”.
Oltre a quanto sopra la connessione ecologica tra Parco dei Colli, Parco della Trucca e Parco Agricolo-Ecologico viene interrotta da questi parcheggi a raso (e dalla nuova viabilità e dai nuovi rondò, vedasi l’osservazione 6.) e può rimanere solo come semplice figura retorica non reale.
Da citare come nel corso dell’incontro di “partecipazione” tra l’Assessore ed i comitati di mercoledì 14 aprile eventuali parcheggi a raso nel Parco Ovest fossero stati definiti come “non accettabili” e fosse stata rivolta la esplicita richiesta di realizzare tutti i parcheggi interrati sotto l’edificato, come avviene in ogni area urbana dove il Comune è capace di gestire gli investimenti dei privati.
5. L’area ex-BAS, zona industriale dismessa, non viene utilizzata per concentrarvi il massimo consumo di suolo.
È molto interessante il recupero “naturalistico” che si vuole attuare in questa area dismessa intorno all’edilizia residenziale tramite non si capisce se un giardino condominiale o un parco urbano:
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Circa il 70% dell’edificabilità prevista verrà realizzata nell’area in dismissione A2A.
Molto lodevole.
Però la domanda è: perché anche il consumo di suolo non è stato concentrato in questa area realizzando qui tutti parcheggi, interrandoli invece di realizzarli a raso nel prato stabile polifita?
Sorge il dubbio che lo scopo del recupero ambientale di questa zona sia solo in funzione del valore immobiliare della erigenda edilizia residenziale.
Però, con una vera oasi di naturalità intorno forse il valore immobiliare potrebbe essere ancora maggiore.
6. La nuova viabilità ed i nuovi rondò semplicemente si sprecano.
La sistemazione del rondò imperfetto dell’Asse Interurbano è senz’altro apprezzabile, come pure il miglioramento dell’inserzione di via della Grumellina.
Tuttavia i due rondò di via Moroni lasciano perplessi.
Vuoi perché il primo sembra essere più al servizio di un ingresso trionfale verso il nuovo edificato (e, tra parentesi, asfaltando con una nuova strada a più corsie il prato stabile polifita per raggiungere i parcheggi a raso).
Vuoi perché entrambi non considerano minimamente l’incremento che originano nelle difficoltà di attraversamento per i pedoni ed i ciclisti. Sembrano voler replicare gli errori commessi con il nuovo rondò della via Don Bosco tra Campagnola e la Malpensata dove è necessario impiegare regolarmente pattuglie della polizia locale per impedire che all’uscita delle scuole ci scappi un incidente grave ai pedoni.
Non è questa la sede per fare ulteriori considerazioni su come questi rondò siano una ulteriore dimostrazione del trasformare il territorio dal servizio dell’uomo al servizio dell’automobile, vera e propria serva-padrona.
7. Edificato e parcheggi a raso sull’Asse Interurbano.
Circa i parcheggi a raso abbiamo detto.
Rimarchiamo solo come l’edificato sia previsto essere in pieno paleo-alveo del Morla.
Evidentemente il progettista manco lo sapeva e manco se ne è accorto…
Vedansi le precedenti osservazioni 3. e 4.
Bergamo, 07 maggio 2021
ing. Marco Brusa
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