(01.11.19) Bergamo. Strafalcioni europei e sciacalli bergamaschi
Il consigliere comunale Andrea Tremaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia, non avendo nulla di meglio da fare nella vita, ha ritenuto di dover passare proficuamente parte del suo tempo a stigmatizzare l’iniziativa del club sociale Maite intitolata “Soviet party”.
Credo che la faccenda meriti alcune riflessioni.
Che il nipote del Ragazzo di Salò ed esponente di Fratelli d’Italia (formazione che si richiama direttamente al Msi e alla tradizione del disciolto partito fascista), figlio a sua volta di un noto personaggio che personalmente ho visto negli anni ottanta interrompere alla Bocconi le lezioni per obbligare gli studenti ad ascoltare un discorso celebrativo della marcia su Roma, si periti di dare patenti di democrazia, è quanto meno stupefacente.
Confondere poi la grande rivoluzione sociale del 1917 con gli esiti staliniani della stessa appare come un’operazione di disinformazia, degna appunto più del KGB che di un consigliere comunale di un paese democratico.
Il tutto è frutto della disastrosa presa di posizione dell’Europa che ha accettato di equiparare, con il beneplacito anche del PD, comunismo e fascismo. Una presa di posizione che pone sullo stesso piano fenomeni storici e sociali diversi e chiaramente opposti. Una posizione che – soprattutto – tende a criminalizzare ed ostracizzare agli occhi dei cittadini ogni forma di reale opposizione politica e sociale – oggi rappresentata in particolare dalla Sinistra Europea – all’Europa neoliberista.
Che l’amministrazione di Bergamo a fronte di una tale iniziativa non trovi nulla di meglio che rispondere di “non essere direttamente interessata all’evento; non c’è patrocinio o sponsorizzazione del Comune”, dà esattamente la dimensione culturale e politica degli attuali amministratori della città.
Prendiamo atto che purtroppo siamo amministrati dal proconsole Gori Pilato. (Francesco Macario, “Bergamo in Comune”, 01.11.19)
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